QUI PESCARA: pronta alla Zemanlandia Bis nel segno del mille
Il segno del mille e la via maestra. Cosi esordisce il giornale “B Magazine” nel presentare la stagione del nuovo Pescara di Zeman, candidato alla lotta al vertice. Il Boemo non è solo un allenatore ma un personaggio che nel mondo del calcio, e non, non è mai passato inosservato, anzi, si è sempre distinto per la mentalità e la voglia di combattere il marcio che, purtroppo, attanaglia questo sport da decenni. Un viaggio, quello di Zeman, iniziato quarant’anni fa con oltre mille panchine sulle spalle, girando lo stivale e qualche spiraglio d’Europa.
Ora di nuovo la fermata di Pescara, città che ha sognato cinque anni fa con il trio formato da Insigne, Immobile e Verratti e che, proprio Zeman, non è riuscito a salvare l’anno scorso: “Avrei voluto vedere una reazione che non c’è stata: la squadra era abituata a perdere, avremmo dovuto cambiare, dare una sferzata e provare a fare delle cose per vincere. Non sono riuscito nel mio intento, così a luglio siamo ripartiti da zero”. Ripartire dalle macerie per costruire un palazzo di sogni, questo è il credo di Zeman che non si nasconde nemmeno quando parla delle ambizioni: “Noi dobbiamo cercare di vincere, dobbiamo puntare alla promozione ed essere protagonisti in questo campionato. La società sta lavorando per garantirmi una rosa che possa lottare per tale obiettivo”.
Una rosa fatta, perlopiù, da giovani e si sa che il Boemo con loro ha sempre avuto un certo feeling facendo esplodere talenti come i già citati Insigne, Immobile, Verratti ma anche Signori e tanti altri: “Quando si lavora con i giovani è meglio: non sono ancora formati come calciatori e assimilano in pieno le richieste dell’allenatore. Il giovane ha voglia di apprendere, accetta il cambiamento, mentre i calciatori, non dico quelli a fine carriera, ma anche quelli intorno a 25 anni, sono più restii”. Alla base del credo Zemaniano, però, c’è sempre la programmazione e il culto del lavoro come dimostrano le sue dure preparazioni, non secondo lui però: “Quella del lavoro duro è una favola bella e buona, nel calcio ci si allena di meno rispetto agli altri sport. Ho imparato il concetto dell’organizzazione giocando a Hockey, mi sono tenuto stretto il concetto di contropiede e la superiorità numerica”.
Tenersi strette tante cose per assemblarle e creare il 4-3-3, diventato un culto per Zeman e per chi ne studia la tattica: “La mia idea è semplice, quando attacchiamo bisogna creare un’azione in grado di mettere un difficoltà l’avversario e magari segnare. Quando riesci contemporaneamente a far crescere i giovani, proporre bel gioco e far divertire chi viene alla stadio, puoi fare una cosa: vincere”, parole e musica di Zdenek Zeman.
Alessio Evangelista – www.forzapescara.com