L’Inter è la nuova Juventus

L’Inter è la nuova Juventus

Ha il tricolore sul petto, ma fosse solo quello. Simone Inzaghi ha definito il 3-1 alla Fiorentina di ieri sera una vittoria “da grande squadra”. Un modo come un altro per dire che temeva di perdere, ci è andato vicino e alla fine ha vinto. Di grandi squadre, del resto, ve ne sono tante. Ci sono quelle rotonde, abbondanti, che dominano sempre e comunque. E poi ci sono quelle che semplicemente sanno di esserlo e sanno che vinceranno. Lo sanno loro, ma soprattutto lo sanno gli avversari. L’Inter di oggi lo è. Grande squadra. Perché gioca a calcio, ma soprattutto perché non mette in conto altro risultato che non sia la vittoria. Per dirla alla francese, una squadra con gli attributi: molto spesso la parte anatomica più importante, persino rispetto ai piedi. Non era scontato: non lo era ieri sera, dopo aver subito una mezz’ora di calcio champagne, che ha prodotto un solo gol. Perché l’Inter al massimo quello ti concede. Non era scontato dopo un’estate così, dopo aver ceduto i due migliori giocatori in squadra. Perché le grandi squadre sono così.

L’Inter è la nuova Juventus. D’altra parte, nella genesi di entrambe c’è indelebile, ineluttabile come la vittoria di ieri sera dei nerazzurri, la firma di un certo Antonio Conte. I bianconeri sono il riferimento temporale più immediato, per quanto replicare un ciclo quel tipo sia difficile anche solo da immaginare: non andiamo troppo in là col tempo. Ma Simone Inzaghi ha tante analogie primo Allegri. Mica per affinità tattiche e nemmeno elettive, bensì in quanto chiamato dopo il gran rifiuto di chi c’era prima. E per il momento sta tenendo dritta la barra. L’Inter è la nuova Juventus, cioè la possibile dominatrice che questo campionato, diventato un po’ più mediocre nel corso dell’estate, va cercando. Il termine resilienza è stucchevolmente abusato, ma i nerazzurri hanno quella cosa lì. Aspettano che passi la tempesta, un po’ la subiscono ma non se ne fanno scalfire. Fanno divertire gli altri, poi giocano loro e gli azzanno. In parte, l’Inter lo era già l’anno scorso, ma ora ha qualcosa che una stagione fa non aveva: ha vinto, sa che è possibile. Conte non se lo sta godendo, ne ha lasciato il gusto a Inzaghi. Per lo scudetto ha ragione lui: è ancora presto, i valori tecnici si sono oggettivamente livellati. Però servirà parecchia fatica, per scucirlo dal petto di una grande squadra.

Categoria: Notizie calcio