10 anni senza Franco Mancini nel ricordo di Ciccio Baiano
“Mi veniva a prendere con la macchina, mi faceva sedere per ascoltare e cantare Bob Marley. Era totalmente fissato. ‘O Bob o scendi dalla macchina’, mi ripeteva. Non vedevo l’ora di arrivare all’allenamento, piuttosto che continuare ad ascoltare il reggae. Poi però, ammetto che ha iniziato a piacermi. D’altronde Franco era una persona travolgente. E diversa dalle altre, riusciva a mettere tutti d’accordo. Ho perso un amico vero. Eravamo molto di più di semplici compagni di squadra. Era un amico fantastico con cui ho passato momenti eccezionali nella nostra Foggia . Parava tanto, ma parlava poco Franco. Non amava farlo, ma quando lo faceva, eravamo tutti in silenzio ad ascoltarlo. Era uno dei senatori dello spogliatoio. Poche volte le cose ci sono andate male in quell’avventura, ma i momenti difficili arrivano per tutti. Ed è proprio in quei periodi che si faceva sentire: alt! Parla Franco. Tutti zitti, pronti ad annuire. Era uno degli uomini di Zeman. Forse perché viveva di calcio. Io dicevo sempre a Franco che aveva sbagliato ruolo. Doveva fare il libero, non il portiere. A volte mi giravo e lo vedevo altissimo, come lo voleva l’allenatore. Un rischio e a volte ci si incazzava o si tremava, ma lui era fatto così. Era una garanzia, non ha mai perso palle pericolose, non ha mai perso il sorriso. Manca a me e a manca al nostro calcio”. Il 30 marzo di dieci anni fa se ne andava Franco Mancini e Ciccio Baiano, suo compagno di squadra nel grande Foggia di Zeman in Serie A, lo racconta così.
Mancini, storia e mito del Foggia Calcio. Onore a te, ovunque tu sia.