Una nuova vita ad una squadra che sembrava priva di qualsiasi tipo di mordente, oltre che di una minima parvenza di gioco. Questo è riuscito a fare Fabio Gallo da quando si è seduto sulla panchina della squadra rossonera, ufficialmente dalla trasferta di Pagani contro la Gelbison dove, nonostante la sconfitta, già dopo pochi giorni di allenamento si era carpito che qualcosa era realmente cambiato. Vediamo secondo noi quali sono i tre punti dove il tecnico milanese ha operato per plasmare il nuovo Foggia.
CAMBIO TATTICO
Il passaggio dal 4-2-3-1 o 4-3-3 al più pragmatico 3-5-2, che diventa 5-3-2 in fase difensiva, ha regalato alla compagine rossonera una solidità difensiva ed una compattezza di squadra fino al suo arrivo sconosciuta. Una delle principali responsabilità del suo predecessore Boscaglia è stata quella di non cogliere già dal ritiro la poco sostenibilità di un modulo decisamente squilibrato verso la fase offensiva che rendeva la difesa rossonera fragilissima a tutti gli attacchi avversari. Compattare la squadra in una porzione di campo limitata, esaltare le qualità degli esterni perfetti per questo tipo di gioco, sfruttare le qualità nell’attaccare gli spazi di D’Ursi e rendere Petermann di nuovo il frutto della squadra hanno portato ad un cambio di tendenza netto.
LE DICHIARAZIONI ALLA STAMPA
Anche la comunicazione di Fabio Gallo è stata decisiva per imprimere al gruppo squadra ed a tutto l’ambiente i giusti messaggi per uscire da un periodo di crisi nera. Senso di appartenenza, ridimensionamento degli obiettivi stagionali calibrandoli alla “stretta attualità” costringendo la squadra a pensare come una squadra che deve salvarsi, usare parole dure nelle prime conferenze per smuovere l’orgoglio personale di ognuno e regalare qualche “carezza” dopo le buone prestazioni delle ultime tre gare, sono state armi vincenti per farlo entrare in empatia con tutto l’ambiente.
LA GESTIONE MENTALE DI SQUADRA E PIAZZA
Far sentire tutti importanti ma senza “prime donne”, non avendo paura nel relegare in panchina elementi come Odjer, Schenetti e Peralta che in un primo momento dovevano essere centrali nel progetto così come far diventare centrali giocatori finiti ai margini come ad esempio Tonin. Importante nelle ultime gare contro Juve Stabia e Fidelis Andria fare dichiarazioni di stima e di centralità nel proprio progetto proprio su Peralta prima e Schenetti poi, indicandoli come gli uomini che possono far fare il definitivo salto di qualità tecnico alla squadra. Una mentalità cambiata anche nel saper reagire alle difficoltà con il Foggia che nelle ultime due gare ha saputo strappare un pareggio a Castellammare in 10 contro 11 e sotto di un gol mentre con la Fidelis ha sbranato gli avversari nella ripresa dopo aver chiuso il primo tempo in svantaggio; due eventualità che prima dell’arrivo di Gallo probabilmente avrebbero “ammazzato” una rosa avvilita da prestazioni e risultati. Diventare poi il capopopolo, trascinando quasi fisicamente la squadra a prendersi gli applausi delle curve nelle ultime tre gare, può fare breccia nel cuore di un popolo come quello rossonero che non vede l’ora di farsi trascinare dall’entusiasmo dopo l’inizio sportivamente drammatico.
Tullio Imperatrice