Mister Somma: ” Essere un allenatore un giocatore un dirigente e un presidente del Foggia non vuol dire…”
Un Mister Somma emozionato quello che si appresta a sedere per la prima volta sulla panchina del Foggia…
“Definirla emozione è riduttivo è un rinascere e rinascere al cospetto di una realtà importantissima di grande prestigio e quindi massima concentrazione, massima attenzione ai minimi particolari massimo impegno manifestato con tante ore passate al campo con e senza la squadra insieme allo staff a controllare tutto quello che si può cercare di controllare per essere pronti al massimo delle nostre possibilità, e il mio stato d’animo è come ho detto di emozione e concentrazione c’è un mix tra le due cose che non può essere diversamente, emozione perché come ho detto si rinasce si riparte personalmente, concentrazione perché sa benissimo dove mi trovo e che è responsabilità ricopro”.
Il match
“Il Foggia è atteso da un compito arduo, perché è una squadra forte, lo è nell’organizzazione di gioco lo è nei singoli giocatori, lo è in tutti i reparti, è una squadra temibilissima perché è capace di saper fare bene tante cose e lo dimostrano i risultati, è una partita che se guardiamo la classifica può sembrare una partita scontata, ma se conosciamo la realtà dell’avversario e abbiamo analizzato le ultime gare,siamo consapevoli che abbiamo di fronte una grande squadra e una squadra che renderà la vita difficile a qualunque avversario da qui alla fine del campionato perché ha tutte le carte regola per arrivare ad una salvezza. Noi abbiamo la fortuna di avere una rosa di giocatori che sono tutti lì che possono ricoprire vari ruoli in vari sistemi di gioco, Schenetti è uno di questi quello che conta è che Schenetti gioca, e giochi in gara, poi se sarà qualche metro più alto qualche metro più basso lo determinerà anche la forza dell’avversario e il baricentro di gara che faremo in quel momento sta di fatto che un giocatore che ci può dare tanto equilibrio e ci dà tanto equilibrio in tutte le fasi sia difensive e sia di palleggio che conclusive e quindi un giocatore che cercheremo comunque in tutti i casi di poter rimanere più a ridosso dell’aria di rigore avversaria perché è un giocatore che determina, e quando il giocatore determine è giusto che abbia le possibilità per poter esprimere le sue qualità. I numeri che ha fatto lo scorso anno sono dei numeri di un grande giocatore, non a caso il Foggia come ha avuto l’opportunità è andata sul ragazzo e riuscire a portarlo a casa, ha sconfitto la presenza di tante altre squadre che avrebbero voluto averlo nel proprio organico, è un giocatore che noi ci teniamo ben stretto e lo utilizzeremo a secondo di quello che sarà poi anche la disponibilità degli altri giocatori che in questo momento ci danno più garanzie”.
Analisi delle ultime prestazioni…
“Analizzando le ultime due vittorie, parto dai primi tempi delle due gare, io direi che non soltanto la prestazione non è stata all’altezza ma il rischio è anche stato abbastanza elevato quello di poter prendere gol, però bisogna fare di necessità virtù, ci sono dei momenti in cui si può essere propositivi anche con un baricentro molto alto e fare la gara, e ci sono momenti in cui devi contenere e probabilmente nella scelta delle formazioni e del baricentro di gara in quel momento era più opportuno contenere piuttosto che andare allo sbaraglio dove se avessimo fatto una partita con un atteggiamento diverso già abbiamo rischiato tanto con un atteggiamento molto guardingo pensiamo cosa sarebbe potuto succedere con un atteggiamento molto propositivo probabilmente avremmo rischiato molto di più e saremo magari anche caduti. Diciamo che un pizzico di fortuna e la scelta iniziale di essere un po’ guardinghi, perché c’erano delle ragioni per una scelta del genere, con un pizzico di fortuna siamo stati capaci di portare a casa i risultati. In conferenza stampa di presentazione ho detto una cosa che ho sempre ben stampato in mente, l’essere un allenatore un giocatore un dirigente e un presidente del Foggia, non vuol dire soltanto portare il risultato ma anche giocare bene per quella che è la cultura di questo pubblico perché per quella che è la cultura di questa piazza, che ha visto un calcio non soltanto positivo dal punto di vista risultati ma visto un calcio spettacolo quello vero molto spesso decantato poi poco visto, qui si è visto quello vero naturalmente ci riferiamo in particolar modo alle gestioni di Zeman, soprattutto quella dei primi anni della novità del 4 3 3 Zemaniano e anche alla l’innovazione del calcio di De Zerbi dove per primo qui a Foggia è riuscito ad esprimersi come lui aveva in mente di far giocare le sue squadre, quindi capisci che il pubblico di Foggia è esigente sulla qualità del gioco e tu devi essere altrettanto bravo a poterlo fare. Però, esiste un però, noi in questo momento non possiamo pensare in modo propositivo, forse anche arrogante, perché questo vorrebbe dire ad una squadra,dove nei primi 20 minuti, dove ci sono giocatori e io l’allungo di parecchio con il minutaggio, dove ci sono giocatori ma non soltanto Marotta ma ce ne sono tanti altri molto forti da Mungo a Polidori a Jallow parlando degli offensivi naturalmente, sono giocatori che se gli lascio il fianco se lo prendono perché hanno esperienza hanno vinto sanno cosa significa giocare a certi livelli sotto pressione, con pubblico, quello importante e quindi dobbiamo stare attenti bisogna stare attenti perché prestare il fianco in questo momento vuol dire rischiare molto e noi siamo una squadra che attualmente deve ritrovare la condizione di giocatori importanti per poi mettere in campo la vera effettiva qualità di questa squadra. Oggi diciamo che qualche volta dobbiamo portare gli accorgimenti, e qualche volta a partita in corso potremmo cambiare, da lì poi prendere una strada che può portarci ad esprimerci diversamente. Sono stato un po’ generico nella risposta ma a buon intenditore poche parole, nel senso che non posso esprimermi al 100% ill mio pensiero per non dare anche vantaggio a chi ci ascolta in questo momento e che magari potrebbe capire dalle nostre parole quale potrebbe essere la nostra strategia di gara, perché poi la strategia di gara conta tantissimo, questa sarà una partita molto molto difficile e delicata perché abbiamo di fronte un avversario molto molto forte, un allenatore che sa il fatto suo ed è una squadra che deve recuperare posizioni, deve fare punti quindi ci aspettiamo una partita difficile dove l’episodio come sempre può spostare gli equilibri nel bene o nel male.Io ho commesso un errore di comunicazione molto importante nella mia presentazione, quella di non salutare Fabio Gallo, ed è una cosa che me ne sono pentito e ne ho parlato con i ragazzi dello staff, perché poi sono i ragazzi del suo staff, non ho preso una squadra in crisi ho preso una squadra in salute grazie al suo lavoro, il lavoro dello staff, una squadra che ha una condizione tattica e atletica e psicologica ottima, non a caso non vorrei sbagliarmi ma nelle ultime sette partite il Foggia è prima in classifica e questo al cospetto di una squadra come Catanzaro ti fa capire il tuo lavoro, perché il Catanzaro obiettivamente, è tanto di cappello si può che fare complimenti, quindi l’essere in questo momento già al pari a loro è già tanta roba per di più avere un punto in più ti fa capire che sei subentrato al cospetto di una squadra che sta bene, quindi non hai bisogno di dover fare grandi cose o di intervenire su grandi cose”.
…Un pensiero per Mister Gallo
“Questo naturalmente grazie al lavoro soprattutto di Fabio e del suo staff io non ho avuto modo di sentirlo, è una cosa che mi sono ripromesso di farlo al più presto perché voglio aspettare momenti diversi dove le tensioni si stemperino perché immagino quanto lui sia dispiaciuto di questa situazione. Il mio pensiero appartiene al mio carattere cioè io sono un pressing costante nella vita cioè uno che ama fare la partita ma non voglio dire un termine pesante, però ama dominare il gioco, cioè sono uno che mi propongo, ma lo dice il mio curriculum perché da dove sono partito per dove sono arrivato se avessi cercato di speculare non sarei arrivato da nessuna parte, se sono arrivato ad ottenere qualcosa nella mia carriera costellata da tanti esoneri, ma molto spesso caratteriali più che tecnici per rapporti più che per un discorso prettamente tecnico, difatti molto spesso venivo esonerato dopo i pareggi e quindi questo fa capire che non c’erano problemi probabilmente urgenti dal punto di vista tecnico di intervenire, ma ben rapporti logori all’interno del gruppo dirigenziale, però è così, io come persona ho l’identità di essere uno che comunque gli piace il pressing, gli piace attaccare gli piace comunque essere propositivo e vedere sempre il bicchiere mezzo pieno mai mezzo vuoto, il mio intento è quello però, poi scatta un altro meccanismo che è quello della razionalità dei capelli bianchi, dell’esperienza di capire che non puoi mandare allo sbaraglio un qualcuno se qualcuno non è nelle condizioni, ma non nemmeno fisiche o tattiche, ma soprattutto psicologiche, perché poi gli eventi che succedono condizionano il pensiero di alcuni giocatori e le portano un esempio, ci sono dei giocatori che magari con un allenatore hanno capito che la loro collocazione fino a un certo punto, nel momento in cui c’è un cambio tecnico tutto si rimette in gioco E allora ci sono quelli che magari si sentivano tranquilli che probabilmente si risentono in discussione come vedete c’è un aspetto psicologico Da dover curare ci tengo a dire questo cosa che non dovrei fare perché c’è un avversario che ti ascolta e quindi potrebbe prendere dei vantaggi, ma noi in questo momento stiamo rinunciando ad un giocatore tra i titolari, che io ritengo forse in assoluto uno dei giocatori più forti che c’è in rosa ed è un giocatore che io stravedo perché per me è fortissimo ed è un giocatore che ti può dare grandissimi vantaggi, però devo fare una scelta, o esuberanza in questo modo o equilibrio nell’altro in questo momento cerco l’equilibrio e lui è penalizzato, gliel’ho detto chiaramente davanti al gruppo, gliel’ho spiegato lui è penalizzato. Io mi auguro che sia penalizzato ancora per poco quando avremo tutta la rosa a disposizione quindi Beretta quindi Vacca quindi di Pasquale tutta la rosa a disposizione probabilmente il mio pensiero diventerà più concreto diventerà più realizzabile, oggi devo stare attento tantissimo all’equilibrio perché questo momento non hai la possibilità di recuperare un passo falso ora è un passo falso che non è più tempo per recuperare e quindi siamo molto attenti, noi abbiamo un primo obiettivo da raggiungere e cercheremo in tutte le maniere di poterci arrivare abbiamo dei competitor molto forti e agguerriti con qualità Io direi almeno 4-5 squadre che possono contare tutti allo stesso obiettivo e poi ci saranno molti scontri diretti da qui a pochissimo e in questa fase diciamo che nelle prossime quattro partite probabilmente il nostro destino avrà una un discorso un po’ più chiaro. In sintesi quello che voglio dire sono uno che gli piace il pressing”.
La piazza e il gruppo
“L’ambiente è ottimo, eccezionale, l’ambiente ti coinvolge, quando siamo tornati da Andria siamo stati accolti dai ragazzi che arrivavano dalla trasferta con fumogeni cori entusiasmo pazzesco alle stelle e questo non può che far bene, non posso che prenderne atto della positività e della grande responsabilità che abbiamo. Per quanto riguarda il gruppo noi abbiamo soprattutto per quanto riguarda quella gara abbiamo avuto tante defezioni, tanti giocatori anche quelli che stavano bene all’ultimo momento, Leo ha avuto l’influenza se le portata avanti rientrato proprio negli ultimi giorni, lo stesso per Peralta, lo stesso è successo ad Jacoponi, tanti giocatori a mezzo servizio, altri che non stavano proprio benissimo dal punto di vista muscolare diciamo più che altro o articolare, vedi Di Noia, Ogunseye, avevamo tante difficoltà. Diciamo che questa settimana le cose sono state riprese, alcune sono rimaste un po’ stabili, però rimane il fatto che ci sono 3 o 4 giocatori di un livello Planetario per la categoria, di Pasquale Beretta Vacca che in questo momento ancora non fanno parte dell’organico, non si allenano con la squadra si allenano a parte per recuperare i loro infortuni, però il clima è un clima di positività è un clima di non voglio dire serenità perché quello è un termine che ti porta probabilmente ad essere un po’ fuori luogo però diciamo che c’è quel sorriso necessario per affrontare gli eventi con la consapevolezza delle tue forze e quando magari fai una battuta o cerchi di sollecitarli vedi che reagiscono subito con grande applicazione sia nel modo simpatico che nel modo professionale, non ho avuto difficoltà a comunicare la formazione, non ho avuto difficoltà a comunicare il modo di lavorare perché c’è cultura perché c’è spirito di sacrificio perché c’è consapevolezza e questi è sono giocatori forti, effettivamente ieri abbiamo visto la finale con un pizzico di rimpianto perché poteva essere la finale del Foggia non dico la nostra perché c’era Fabio e sarà se la sarebbe guadagnata veramente perché è stato un Foggia molto sfortunato e ho avuto modo di fare la telecronaca in quella circostanza molto sfortunato perché ha trovato veramente un avversario che ha beccato un jolly pazzesco e poi nei rigori è un terno al lotto e però ecco nel vedere quella partita e calarti tu, ipoteticamente in uno scontro play-off contro squadre di quel livello capisci quanto il livello è molto alto e devi essere tu altrettanto pronto e lo devi fare soprattutto psicologiamente, ritengo che il Foggia a livello di organico abbia tanti tanti giocatori fortissimi che hanno vinto, sanno cosa significa vincere, hanno vinto in piazze importanti e quindi sanno cosa significa vincere sotto pressione e questo aspetto fa stare un po’ tranquilli tutti quanti, però capisco anche che pure dalle altre parti ci sono giocatori che hanno vinto, per esempio noi giocheremo domani contro una squadra che ha giocatori hanno vinto, c’è Marotta che vogliamo dire, Mungo cosa gli vogliamo dire, cioè sono giocatori forti forti forti, io ho una considerazione di Mungo stratosferica, ma lui lo sa, ho sempre avuto grande stima nei confronti del ragazzo, perché ritengo sia un giocatore duttile, dove a Cosenza probabilmente in quella stagione con Braglia e tanti altri giocatori forti da Tutino ha avuto modo di esprimersi al meglio e credo che per quella squadra sia stato tra i due tre giocatori che abbiano fatto la differenza per portare alla vittoria dei playoff, però anche noi ne abbiamo forti e quindi anche noi sappiamo il fatto nostro”.
Barbara Dell’anno