Foggia, il bilancio della breve gestione Rossi: batoste e imprese, poi il sogno sfumato

Foggia, il bilancio della breve gestione Rossi: batoste e imprese, poi il sogno sfumato

È terminata dopo appena 2 mesi e 20 giorni l’avventura di Delio Rossi sulla panchina del Foggia. Arrivato nel caos totale, dopo l’addio di Mario Somma e l’annunciata autogestione del presidente Nicola Canonico, l’ex tecnico di Fiorentina e Palermo ha letteralmente svoltato il finale di stagione dei rossoneri.

Il bilancio statistico, tra campionato e play-off, è di 5 vittorie, 4 pareggi (sfida di Pescara compresa) e 4 sconfitte. Sono numeri che non raccontano nulla di speciale, ma il cammino del Foggia (specialmente nella post-season) è stato straordinario. La vittoria di Messina all’esordio ha dato un taglio positivo alla nuova gestione, lo stop di Catanzaro non ha scalfito le nuove certezze dei ragazzi guidati da Rossi. Il poker alla Turris è valso un quarto posto quasi insperato poche ore prima, poi la parte più bella ma dall’epilogo amaro. Il gol di Di Noia da centrocampo contro il Potenza è stato soltanto l’assaggio di questi pazzi play-off, ma il pesante 4-1 di Cerignola sembrava aver cancellato tutta la magia. La rimonta clamorosa al ritorno, a detta del tecnico stesso, è stata la vera svolta. La vittoria tutto cuore con il Crotone, l’altra rimonta clamorosa realizzata allo “Scida”, e nel frattempo un silenzio stampa assordante per isolare la squadra in un momento di totale esaltazione. La pirotecnica semifinale contro il suo maestro, Zdenek Zeman, con la storica impresa compiuta a Pescara che sapeva di Serie B. Quella B che poi è pian piano svanita nella tanto polemizzata doppia finale contro il Lecco, culminata con i tre gol dei lombardi e l’espulsione ai danni di Rossi quando ormai tutto era perduto. Le dimissioni sono sembrate un fulmine a ciel sereno, mentre i tifosi immaginavano già la nuova stagione con lo stesso condottiero dei miracoli di maggio/giugno. Una decisione presa con largo anticipo che spezza il cuore ai supporters rossoneri, comunque grati ad un allenatore che si congeda, letteralmente, per troppo amore.