Una panchina che scotta. Chi vuole salvare il Foggia?
Il Foggia visto sabato sera allo Zaccheria è sembrato un insieme di individualità, anche di pregio, ma senza una organizzazione di gioco, con squadra super sbilanciata in avanti e senza alcuna interdizione nella zona centrale del campo dove l’Avellino ha costruito la sua vittoria. Ogni pallone rilanciato in avanti per i campani si è trasformato in una occasione da rete. Uno sbandamento che si è evidenziato ancora di più quando Marino ha lasciato il campo, l’unico che cercava di mettere ordine. Ma quando poi il Foggia doveva difendersi, le ripartenze dell’Avellino sono state fulminanti. Insomma, con i vari Perina, Tascone, Millico e Santaniello il Foggia sembra aver messo la marcia alta, ma attaccare nel modo in cui abbiamo assistito può solo ottenere un parziale risultato che poi viene sovvertito dall’avversario in pochi minuti (Giugliano e Avellino due esempi). Al Foggia serve quadratura in campo tra i vari reparti, con la consapevolezza di essere una squadra forte e che non merita l’attuale posizione di classifica.
Ma la realtà dei fatti parla chiaro: il Foggia deve fare i conti con la zona play-out ormai ad un passo (3 punti) e il maggior rischio è che questi calciatori non ci sembrano proprio pronti a lottare contro le squadre abituate a non mollare l’osso per non retrocedere. Ecco perché serve un allenatore esperto e capace di dare alla squadra motivazioni e, soprattutto, un gioco. In queste ore si parla di possibili ritorni, ma questa ipotesi non deve illudere riconducendo a Delio Rossi, bensì molto più possibile in direzione Cudini. Il tempo può ancora dare una possibilità ai rossoneri che venerdì prossimo alle ore 20.45 saranno chiamati a giocare in casa della Virtus Francavilla, reduce da un prezioso pari a Crotone dove ha dimostrato di essere in forma.
I padroni di casa sono consapevoli che il Foggia non è in un buon momento e vorranno approfittare per rimettersi in gioco, considerando che occupano la terz’ultima posizione di classifica. Paradossalmente i rossoneri dovranno iniziare ad abituarsi a dover prendere anche solo un punto da quelle che posso essere le dirette avversarie per la lotta ai play-out.