Proprietari di squadre di serie A: chi sono i più potenti?
Architetti del successo, personale e del proprio team, i proprietari di alcune squadre di calcio della serie A nazionale, sono dei veri e propri uomini di potere. Non è un caso che alcuni tra i più grandi investitori americani abbiano buttato l’occhio sul nostro sport nazionale.
Introduzione
Club unici supportati dall’essere espressione dello sport nazionale e per questo il più amato dagli italiani, questa una brevissima definizione di quello che è oggi la serie A. Brevissima e incompleta, considerando che fa ruotare attorno a sé interessi milionari oltre ad accendere emozione in ogni stadio d’Italia. Interessi economici tradotti in meccanismi di potere che fanno gola perfino agli americani, intenzionati sempre più ad investire nei campi di calcio italiani.
I football manager più potenti d’Italia
Dal punto di vista dei tifosi, quando una nuova proprietà acquista la propria squadra del cuore, inizia la rincorsa alla ricerca minuziosa di tutti i fondi a disposizione del nuovo patron, per assicurarsi il meglio. Questo perché la disponibilità delle proprietà è un indice importantissimo per comprendere quanto sono disposti a investire nelle squadre, non solo in termini di mercato ma anche di tutto ciò che ruota attorno al benessere di una squadra: allenatori, tecnici, staff e merchandising. La serie A italiana nel mondo è riconosciuta come uno dei migliori campionato di calcio, sebbene negli ultimi venti anni sia stata superata da campionati come quello inglese e spagnolo. Spesso sono proprio i patron delle società calcistiche a determinare il piazzamento sul mercato dei club, in termini di potenza a credibilità. Non è una novità che il cambio di proprietà porti spesso benefici alle intere società e che la squadra ne risenta anche in maniera positiva. Una credibilità, dunque, che si riflette fuori e dentro gli spalti e che può influenzare addirittura il furore dei bookmaker fino a determinare la variazione delle scommesse.
In Italia si censiscono almeno 10 top manager, cioè proprietari di società calcistiche davvero potenti. Oggi non è più una novità che il calcio italiano non viva in una bolla, tramandato di generazione in generazione, con proprietà che passano di padre in figlio. Allineandosi ai parametri europei, anche l’Italia, da diversi anni, guarda con favore alle proprietà straniere al punto che, oggi, la metà dei club di serie A sono in maggioranza di proprietà non italiana. Per altro, non esiste un solo tipo di proprietario e non tutti i proprietari hanno lo stesso profilo.
Le italiane a metà…
Tra i club italiani in mano a società straniere c’è il Genova, acquistata da 777 Partners che è una società di investimento che ha sede a Miami, il Milian di Elliott Management poi di Redbird, la Roma di Dan Friedkin, un ricco ereditiere milionario. Come non citare Rocco Commisso, nome italiano ma nato e vissuto e vissuto in America e ancora il canadese Joey Saputo, patron del Bologna che ha fondato il Montreal Impact e con già una bella esperienza calcistica. Questi grandi investitori sono dell’idea che il mercato di calcio italiano sia abbastanzaaccessibile.
Per i club italiani questa ventata di novità rappresenta anche una grossa opportunità di crescita. Il calcio italiano è dunque un patrimonio allettante da un lato, dall’altro un modo per riprendere in mano le sorti di squadre che hanno la necessità di salvare le proprie situazioni economiche. Queste vere e proprie crisi economiche sono state dettate da cattive gestioni, dalla crisi economica generale e dalla competitività di altri campionati esteri. Se da un lato qualcuno grida alla perdita di identità, qualche altro grida quasi al miracolo, anche per via del cambiamento culturale che sta profondamente modificando il modo di fare calcio in Italia. Confrontando i campionati dello scorso anno, con quello di quest’anno, il Milan, dopo il cambio di proprietà del 2022, ha vissuto due stagioni entusiasmanti. Per non parlare di come abbia cambiato volto l’Inter dal 2018 a oggi, dopo l’arrivo di Zhang alla guida del club milanese.
I volti dei business football men italiani
Ma chi sono questi uomini potenti alla guida delle italiane? Forbes stupisce tutti e ci dice che al primo posto tra i più potenti, ci sono addirittura due fratelli proprietari del Como: Robert e Mihael Hartono. A seguirli era Silvio Berlusconi, già proprietario del Milan e poi del Monza. Al terzo posto Commisso, della Fiorentina, seguito da Saputo (Bologna) e Dan Friedkin (Roma). Una classifica che, dopo la morte di Silvio Berlusconi, vede ai vertici i più ricchi presidenti di club italiani, tutti di nazionalità estera.
Il calcio italiano ha avuto dunque bisogno del sogno e della visione di questi uomini che stanno dando un nuovo volto alle nostre squadre e al nostro campionato.
Conclusione
Il calcio è un mondo, per definizione, in continuo cambiamentoe in continua evoluzione. Negli anni si è modellato sulle esigenze non solo del pubblico, sempre più affezionato, ma anche degli standard del calcio europei e mondiali. Oggi i proprietari esteri si stanno adeguando a questo cambiamento modellando di fatto il panorama calcistico con investimenti mirati. Il risultato? Forse il più bel calcio di sempre.