Macalli preferisce l’ospitata in tv al direttivo di Lega
Lotito parla di regole, ma non le rispetta in casa sua: quel contratto pesante che alla Salernitana non si trova…
Sta accadendo quello che era inevitabile. La “governance” Macalli si sta sgretolando. I presidenti desiderano, nel dettaglio, andare a fondo sulle questioni relative alla gestione della Lega Pro. Una presa di coscienza costante e progressiva, anche nei componenti del direttivo, che ha portato alle loro dimissioni in gruppo. Un risveglio delle menti avverso ad un metodo monocefalo. La necessità di verificare i fatti nel rispetto di quella legalità, trasparenza e condivisione più volte menzionate. Indispensabili, nel momento storicamente più difficile, per superare le difficoltà della categoria. Finanziarie, di organizzazione e regolamentari. Per mantenere in vita una struttura tra le più importanti del calcio italiano.
Non si tratta di una mera scelta di uomini. Sbaglia, nei comportamenti, chi cerca di indirizzare il discorso su quei binari. Le crepe al sistema della terza serie sono sotto gli occhi di tutti. Cambiare è divenuta una necessità. Le persone vanno convinte con la concretezza dei fatti, non con promesse illusorie di eventi che, al dunque, non si verificano mai. E’ avvenuto in passato, non si può e non si deve ripetere nel futuro.
Le dimissioni dei presidenti, dal direttivo di Lega, sono un segnale forte. Tavecchio non può esimersi dall’ adoperarsi affinché venga convocata, in tempi brevissimi, una assemblea elettiva. Il confronto al tavolo istituzionale è divenuto indispensabile. La base gode di una sovranità assoluta, la sua volontà va rispettata. Macalli, proprio perchè si dichiara forte nelle sue posizioni, dovrebbe fare un passo indietro. Lo consiglia il buon senso. Sarebbe un gesto apprezzato da tutti. Non si può rimanere perennemente abbarbicati ad una poltrona che traballa.
La sua decisione di non partecipare, per addotti motivi di salute, al direttivo di lunedì scorso, barattandola con l’ ospitata serale a Sportitalia, non è stata affatto gradita da chi si era mosso dalla propria sede, per raggiungere Firenze, con notevole dispendio di tempo e denaro. Oneri finanziari sempre in capo alle Società, nei conti della Lega. Un atto di poca correttezza che evidenzia, ancor più, il precario stato dei rapporti umani all’ interno dell’ apparato della Lega di terza serie. Imporre poi il prolungamento della stessa riunione del direttivo sino all’ otto gennaio c.m., sembrerebbe un atto di presunzione evitabilissimo.
Tavecchio dicevamo. Bene farebbe il presidente federale a guardarsi intorno con fare guardingo. Radio fante narra di alcune esternazioni fatte a caldo, dal “magno” Claudio, nel post partita della Salernitana a Caserta. Lotito, evidentemente meno preoccupato della sconfitta dei granata che delle vicende riguardanti il “palazzo”, tirava fuori il meglio di se. Con il consueto fare dispotico, che gli appartiene, arringava gli astanti di essere lui il solo, “vero”, cervello in Figc. Che Tavecchio era soltanto un suo uomo docilmente sottomesso alle sue decisioni. In definitiva, che avrebbe portato in procura tutti coloro che si stanno opponendo al volere (presuntuoso, dico io) della “triade”.
Nell’occasione, non meraviglia più di tanto il comportamento del “magno” Claudio aduso, quando messo in difficoltà, a simili reazioni. Certamente non appartenenti a persona responsabile, di cultura ed in possesso della necessaria preparazione per ricoprire ruoli istituzionali.
Lotito si professa garantista. Sostenitore del governo del fare e del sistema dalle regole innovative. L’ uomo che vuole far rispettare quanto recitato dalle norme federali.
Peccato che si contraddica in casa sua. A Salerno.
Mario Somma, il tecnico chiamato quest’anno ad allenare i granata, lamenta un comportamento al di sotto dei normali canoni di correttezza e del rispetto, assunto da Angelo Fabiani nei suoi confronti, all’atto dell’esonero, maturato a stagione appena iniziata. Il bravo tecnico laziale, ferito nella professionalità e nei valori umani della persona, pretende, a diritto, giustizia e si rivolge ai competenti organi chiedendo altresì, alla Procura Federale, l’ eventuale applicazione di una sanzione disciplinare come previsto dal codice di riferimento.
Premesso che la Salernitana aveva ufficializzato l’assunzione di Fabiani con un comunicato stampa sin dal 13 gennaio 2014. L’azione legale intrapresa dall’ allenatore risulta, ad oggi, del tutto inutile in quanto prima la Lega Pro, in data 26 agosto 2014 (con missiva a firma dell’ Avv. Sergio Capograssi) e poi la Federcalcio, in data 9 settembre 2014 (con lettera a firma del segretario Antonio Di Sebastiano) informano Matteo Sperduti, il legale di Mario Somma, che Angelo Mariano Fabiani non risulta censito né mai vincolato da contratto, nel periodo interessato, dalla U.S. Salernitana 1919 s.p.a.
Una valutazione nel merito? Meglio non averne se il governo del “fare” deve essere questo…