Macalli show: “Aspettiamo soldi che nessuno si aspetta. Dittatore? Eppure con Lotito…

“Ecco le gare più viste sul web. Contrasterò i clown che non hanno mai fatto nulla nella loro vita”.

Diretto, anzi direttissimo. Schietto come pochi, motivato come un calciatore che sta per disputare la finale della Coppa del Mondo. E, in effetti, di finali Mario Macalli ne ha vissute tante e ne avrà tante da affrontare a breve. TuttoLegaPro.com ha voluto intervistare il numero uno della Lega Pro, in mezzo a sfiducie, nuovi assetti e rivoluzioni varie.

Direttore, sembrerà strano ma vogliamo partire da Lega Pro Channel, la più grossa novità dell’anno…

“E’ un programma che attualmente ha molti padri. Se fosse andato male ne avrebbe avuto uno solo, questa è la regola principale da noi. Lega Pro Channel nasce nel 2011, quando uno che non ne capisce nulla, di nome Mario Macalli, ne parlava nel suo programma elettorale da candidato alla presidenza.
Siamo contenti delle visualizzazioni avute sulla piattaforma Sportube.tv: nelle prime 21 giornate in totale abbiam avuto 13 milioni di contatti da 134 stati in giro per il mondo: in tantissimi ci seguono dalla Germania e dall’Inghilterra. In una sola giornata, la ventesima, abbiam ottenuto bel 850mila visualizzazioni. La partita più vista? Proprio una settimana fa: Barletta-Lecce ha superato le 100mila visualizzazioni. Numeri importanti che ci mostrano come il futuro sarà molto positivo per le società, cosa che interessa tantissimo alla Lega.
Quest’ultima, mi permetta la digressione, spesso viene vista non so come cosa. Volendo fare un paragone, senza scomodare Confindustria, possiam dire che siamo come l’API, l’Associazione delle Piccole Imprese, quindi la Lega rappresenta le società della terza serie. Qualcuno è contento della rappresentanza, altri meno, altri niente.
Non chiamiamolo spezzatino, è una semplice programmazione spalmata su diversi orari. Adesso, come ho detto nella mia relazione che non viene mai citata, dobbiam raccogliere la grande semina fatta. E credo che a breve le società raccoglieranno”.

A proposito di orari, il più criticato riguarda le 11 del mattino. In un’intervista lei stesso ha dichiarato che non è giusto far giocare team come il Messina a quell’ora. E un paio di settimane fa, a Bolzano, il SudTirol ha dovuto attendere un’ora e mezza prima di iniziare il match a causa del campo ghiacciato…

“Su Messina non ho detto quello, le spiego. Se mi si dice che una squadra ha giocato per tre volte di fila alle 11 del mattino, io rispondo che si tratta di un errore clamoroso, a prescindere se si tratti di Messina o di un’altra piazza. Non siamo nati ieri, cerchiamo di non far giocare continuativamente in quell’orario la stessa squadra anche se personalment non ci vedo nulla di scandaloso. Mi preme ricordare, come è accaduto anche per Messina, che a volte gli orari non vengono decisi da noi ma dalle Autorità.
Sul SudTirol rispondo dicendo che la fallibilità spetta a chi fa, l’infallibilità, ce l’hanno insegnato da bambini, spetta a una persona sola. Chi fa, falla, chi non fa, non falla. E ci sono tanti fenomeni che non fallano mai, perché nella loro vita non hanno mai fatto nulla. Quindi non possono far cose che non vanno bene. Sono tanti i fattori che incidono su una scelta: Questori, Prefetti, ordine pubblico, un inverno particolare con ghiaccio al sud e sole al nord. La programmazione è perfettibile, possiam commettere errori: non sappiamo quando e se in una determinata zona d’Italia pioverà o nevicherà: fino a Gesù Cristo ancora non siamo arrivati”.

Questione contributi dalle dirette web: quanto prenderà ogni squadra? Sul web impazza il toto-cifra…

“Tutte sbagliate, perché nessuno sa quale sarà. Noi abbiamo ceduto 1200 partite alle sale betting, incassando un certo importo. Nel primo anno queste spese son servite a pagare l’impiantistica che ha un costo elevato. Le spese di solito vengono ammortizzate in più anni, noi ci siamo riusciti in uno solo, trovandoci tra le mani un’impiantistica televisiva di nostra proprietà: i nostri club sono gli unici al mondo a possederla. Il poco utile che resta vedremo come distribuirlo: è un progetto a lungo termine, non bisogna pensare di poter avere tutto e subito. Pensavo che si potessero trovare sponsorizzazioni dal gran numero di visioni della gara: è un fatto che non si è ancora verificato ma potrebbe verificarsi. Credo che qualcosa accadrà a breve, sicuramente ci saranno novità a lungo termine.
Inoltre bisogna pensare che noi abbiamo 60 società. Riuscendo a incassare dalle sponsorizzazioni, ad esempio, 3 milioni, una cifra sicuramente non bassa, ad ogni società spetterebbero soltanto 50mila euro. La matematica non è mica un valzer lento. Solo per i buffoni diventano buffonate, ma questi son argomenti seri.
Abbiam imprenditori di livello mondiale tra i presidenti dei nostri club. Eppure nemmeno loro riescono a ottenere chissà quali sponsorizzazioni per la loro squadra.
Io ho avuto 4 anni un direttore generale assunto per trovare sponsorizzazioni. Quanto mi ha portato? Zero. Se il presidente della Lega fa il macellaio è un esperto di marketing? No. Però domani mattina si muove e sicuramente porterà a casa più di molti esperti di marketing che oggi fanno la fronda alle persone perbene come noi”.

Quanto le fa male vedere presidenti a lei vicini negli anni, aver cambiato posizione negli ultimi mesi?

“Io sono il contrario di quello che vengo descritto. Mi danno del dittatore ultimamente. Io ho della gente che fino al mese di agosto mi mandava messaggi di complimenti per aver ricevuto un incarico frutto del grande lavoro, della grande moralità e della grande competenza a me attribuita. Improvvisamente hanno cambiato idea dalla sera alla mattina. E la cosa mi fa dispiacere non perché io voglia l’unanimismo ma solo perché si tratta di questioni puramente strumentali.
Noi fino a cinque anni fa quando andava bene, ci presentavamo con il piattino in mano ai piani alti, distribuendo, quando andava bene, 20 milioni a 90 società. Oggi distribuiamo 40/45 milioni su 60 società e passiam per incapaci. Sempre ai piani alti avevano deciso che a noi spettavano circa 5 milioni di euro. Io ero di diverso avviso, mi son mezzo di traverso e grazie a questo i club hanno incassato una barcata di soldi. Il resto sono semplicemente chiacchiere di fanfaroni.
Non permetto, però, che mi si dia del rimbambito a causa della mia età: conosco gente che non sa far nulla a 20 anni e di contro un presidente della Repubblica che ha lasciato dopo due incarichi ad oltre 90 anni. Faccio parte della TEO, Terza Età Operativa, e ne vado orgoglioso. Mi ha colpito sotto il profilo morale leggere o sentire certi attacchi. Le dico una cosa: io non sono attaccato a nessuna poltrona, non ho mai cercato nulla nella mia vita e nessuno mi ha mai dato nulla. Non faccio le scale del palazzo per elemosinare qualcosa. Qualcuno che oggi blatera ciò, quelle scale le ha spianate”.

Intanto si parla di nuove elezioni…

“Le elezioni si fanno al quadriennio olimpico. Non lo dice Mario Macalli, lo dice la regola. E se qualcuno vuole infrangere la regola perché il grimpeur vuole arrivare al Gran Premio della Montagna con la bicicletta assistita, ha sbagliato indirizzo.
I numeri? Anch’io li leggo ma sono tranquillo perché si ricordi che l’urna è imprevedibile”. 

Tra le accuse a lei mosse anche quella di perdere contributi negli anni…

“Vorrei far chiarezza sulla questione contributi. La legge Melandri, legge statale, prevede che il 6% dei diritti audiovisivi della Serie A debba andare alle categorie inferiori professionistiche, quindi Serie B e Lega Pro. Attualmente ci spettano 24 milioni, più 6 di mutualità dalla cadetteria. Noi abbiam un contratto triennale che cresce di anno in anno. Finiremo di prendere soldi solo se la Serie A non produrrà più diritti audiovisivi. Le pare una cosa plausibile?
Naturalmente bisognerà trovare altre forme di finanziamento ma non credo sia facile trovarle con il caos che è stato creato oppure andando a promettere un milione di euro a società? Se io ho quattro figli e quattro pagnotte, ognuno di loro avrà la sua pagnotta. Se domani mi ritrovo con due figli, è normale che diventano due. Chi va a promettere certe cifre in giro cosa vuol fare? Tagliare 30 squadre? C’è una grande opera di calunnia in atto: non sono un melomane ma come diceva una grande aria musicale, la calunnia è un venticello…
I club vengano a chiedere le cose come stanno. Certo che oggi la Lega Pro è in difficoltà ma lo è tutto il calcio perché il CONI ha tagliato i fondi a cascata a tutto il movimento, compresi a quel pirla di nome Macalli che era riuscito a strappare dieci milioni per i vivai. Ho comunque tranquillizzato i presidenti perché arriveremo lo stesso molto vicino ai quaranta totali. A breve, inoltre, troveremo finalmente persone valide che con il marketing riusciranno a portare cifre importanti nelle casse.
Le aggiungo una cosa che potrebbe diventare fondamentale a breve, portata avanti non dai fenomeni che tanto parlano in giro ma dal vecchietto dittatore. Questo signor Macalli è andato da un suo carissimo amico, un grande professore universitario, poiché non ci vedeva molto chiaro su alcuni aspetti. E questo esimio professore si domanda, stupito, perché vengano utilizzati i nostri marchi per le scommesse sportive senza aver indietro nemmeno un euro, contrariamente a quanto avviene, per non andare troppo lontano, in Francia. Allora mi presento in Federazione raccontando tutto ciò. E si scopre che nel 2007 la Juventus vince in primo grado una causa del genere in Francia e molto altro ancora. Questo sarà il futuro delle società nostre e del calcio italiano perché arriveranno dei soldi dovuti e mai dati. Ma chi ha scoperto tutto ciò? Sempre quel vecchietto dittatore che qualche anno prima non si era arreso a chi gli proponeva un misero 0,5% sulla grande torta dei 100 milioni di euro. Sempre questo vecchietto dittatore si è preso del matto, si è fatto tirare le sedie, lo hanno schiaffeggiato. Ma alla fine ha distribuito ai suoi club 44 milioni di euro al posto dei 5 previsti. E grazie a questo siamo arrivati già oltre i 150 milioni in questi anni. Io ho un vantaggio rispetto a questi fenomeni tuttologi: la mente libera. Mentre io faccio una cosa loro devono ancora partire. Sono stato il passato, sono in questo momento il presente, non sarò il futuro di questa Lega. Il mio non è un problema di occupare poltrone ma esigo rispetto come ne do io”.

Si è tanto discusso anche della sua alleanza con il presidente della Lazio e della Salernitana, Claudio Lotito…

“Bisogna essere onesti intellettualmente. Purtroppo il giorno che veniva distribuita l’onestà qualcuno era assente ingiustificato.
Lotito si candidò anni fa alla vicepresidenza federale. Sa chi lo bocciò? Noi. Ma ho sempre detto che lui è uno di quelli che ci sapeva fare nel calcio, seppur alla sua maniera.
Ci sono dei dirigenti di società che fanno 10 telefonate al giorno ad altri colleghi per azzannarmi, mettendosi anche a girare tutta l’Italia. Lotito, da patron della Salernitana, però non lo può fare. Cos’è, un lebbroso? In più siamo talmente al soldo di Lotito che la sua proposta di divisione dei gironi, ad agosto, venne scartata immediatamente. Semplicemente ci sono delle società che hanno fiducia in Mario Macalli, sapendo che se gli affidi il tuo portafoglio tenderà a farti avere un euro in più piuttosto che uno in meno. E poi ci sono anche altre società che hanno deciso di voler rinnovare perché da un giorno all’altro credono che bisogna rottamare. Eppure io da rottamato lavoro tutti i giorni, qualcun altro che vorrebbe rottamarmi non ha mai fatto nulla tutta la vita e non si capisce cosa voglia fare adesso. Voglion trovare qualcosa da incassare?
Inoltre devono mettersi d’accordo: dicono che Lotito comandi in Lega ma mi danno del dittatore. Ha mai visto un dittatore alle dipendenze di altri? Le chiacchiere stanno a zero.
Tavecchio? Ho chiesto fino all’ultimo alle mie squadre se appoggiavano la sua candidatura. Lo hanno fatto senza problemi, fidandosi di me. Ho avuto un riconoscimento (la vicepresidenza federale NdR) senza chiederlo e senza volerlo che non vale niente perché conto quanto il due di coppe con la briscola a bastoni. Quelli che adesso tentano i ribaltoni in realtà sono all’opera già da prima, quando si erano spartiti le poltrone. Avevano spaccato la Lega Pro, poi la Lega di B, poi gli arbitri, poi la Serie A, l’assocalciatori e via discorrendo, convinti di avere il 51%. Hanno perso e oggi sono lì, sempre sottobanco, a scavar la fossa a chi sta dall’altra parte”. 

Come mai una spaccatura così netta con l’ex direttore generale Ghirelli?

“Abbiam avuto un rapporto di lavoro, cessato e con impugnazione da parte della persona interessata al Giudice del Lavoro. Sono andato io a chiamarlo per chiedergli di lavorare con me. Abbiam lavorato serenamente per diversi anni poi è finita, come accade da tante parti, penso a Montezemolo e alla Ferrari. Inoltre a decidere è stato un organo collegiale, non una persona sola. Quindi o siamo tutti rimbambiti o le cause erano valide. Se il problema della Lega Pro è perché abbiam interrotto un rapporto di lavoro con una persona che è andata in giro per l’Italia a metter zizzania allora abbiam capito tutto. Però è giusto che lo sappiano anche gli altri. Alla fine se l’olio è buono viene sempre a galla: se qualcuno vuol far passare delle situazioni positive per negative faccia pure”.

Eppure la Lega Pro è quella con più fallimenti…

“Me li dice lei quali sono? Al 95% avvengono con società di Serie B. L’ultimo è l’Ascoli. E’ fallito per colpa mia o è sceso dalla cadetteria con un debito elevatissimo?
Purtroppo a volte ci sono presidenti che hanno prosciugato anche la loro attività personale per il pallone. Io non sono nei consigli d’amministrazione delle società. Posso dare dei consigli, delle indicazioni. Ma se poi uno incassa 100 e spende 400 è evidente che prima o poi salta per aria. Quel che non si dice mai è che i fallimenti del calcio italiano non avvengono dal basso ma dall’alto, man mano che scendono. E questo perché le risorse sono mal distribuite. E nessuno punta il dito sulle società maggiori che tolgono il mercato alle minori perché preferiscono prendersi bidonate dall’estero che un giovane cresciuto nei vivai italiani con tanta cura dalle società di Lega Pro. Nel programma che stiamo presentando adesso, proporremo di far ripartire il mercato italiano perché noi siam produttori di materia prima e dobbiamo venderla a chi la deve poi rifinire. Perché quest’ultimi preferiscono andarla a prendere all’estero da semi-lavorato”.

Si è parlato molto anche della sua partecipazione a un programma televisivo…

“Si è montato un caso perché sarei andato in televisione fregandomene del consiglio di Lega. Ho fatto un anno d’ospedale con due tumori, lo dico chiaramente e senza problemi, sono sempre andato avanti. Il 31 dicembre, per chiudere l’anno in bellezza, sto male e vado in ospedale. Mi dimettono l’1 gennaio. Appena torno a casa mia moglie viene ricoverata per un fatto poco piacevole. Dopo 12 ore di ospedale chiedo ai dottori se posso assentarmi un’ora per mantenere l’impegno preso con la TV. Mi viene dato parere favorevole e partecipo alla trasmissione. E subito a dire “Stava talmente male che è andato in televisione”. Una vera vergogna. Se c’è gente che mi vuole morto si metta l’animo in pace perché morirò quando quello in alto lo vorrà”.  

In chiusura parliamo di questa famosa assemblea: si farà? Con che modalità?

“L’Assemblea la faremo perché dobbiam parlare di bilancio e non di questioni amene. La Federazione ha un vantaggio: può commissariare un ente se ritiene che vengano infrante le regole. Però serve molta attenzione perché servono le motivazioni. Altrimenti ci saranno ripercussioni molto amare…
Vorrei che sia chiaro, in chiusura, che non prendiamo diktat da parte di nessuno: esistono le regole e vanno rispettate. Gli scherzi a breve finiranno: certi clown col naso rosso che hanno fondato una bella compagnia di giro la smetteranno”. 

Categoria: Serie C