Andare sotto la curva ospite e mostrare la propria maglia, lo scudetto della propria squadra sul petto non é certo una colpa, piuttosto é un gesto importante, il gesto di un ragazzo che ha umilmente calcato i campi della serie D per riuscire ad esultare un giorno in uno stadio importante, in una partita importante.
Io ero all’Arechi nel 98 quando loro, giá inebriati da una serie A conquistata, infierirono sul nostro Foggia, spedendolo in serie C, dando inizio ad una discesa dalla quale non ci siamo ancora ripresi; quel giorno i gesti offensivi e volgari ce li portammo mestamente a casa, ecco perché un po’ tutti ci siamo immedesimati in quella corsa di Agostinone verso quella curva in uno slancio né blasfemo e né irriverente.
Ritengo che la stessa ammonizione, sollecitata forse in modo antisportivo dai giocatori granata, sia sembrata sicuramente eccessiva considerando che il gesto non é sembrato denigratorio verso gli avversari, ma di celebrazione per i propri colori.
Corri ancora Pino, corri con l’entusiasmo che si addice ad un giovane come te, attaccato alla sua cittá ed in netto contrasto con chi gioca con la calcolatrice in tasca.
Ci siamo commossi tutti, io ho avuto i brividi rivedendoti ancora, perché ti conosco da quando eri bambino, da quando indossasti per la prima volta quella maglia, conosco bene tutti i tuoi sacrifici e comprendo perfettamente il significato di quella tua corsa.
Se dipendesse da me, ti premierei, altro che multa, perché essere orgoglioso delle proprie origini, della propria terra, della propria squadra, dei propri tifosi é un privilegio concesso a pochi.
Grazie ancora Pino e continua a correre!
Fonte: Alberto Mangano www.newsrossonere.blogspot.it