Lupa Roma, pres Cerrai: “Multati per colpe non nostre. A Roma gli stadi vengono dati agli amici degli amici…”
6700 euro di ammenda alla società e 20 giorni di inibizione al presidente Alberto Cerrai. La tegola in casa Lupa Roma “per non aver depositato, presso la Commissione Criteri Infrastrutturali, entro il termine del 20 giugno 2014, il nulla osta del Prefetto a corredo dell’istanza per ottenere la deroga a svolgere l’attività per la corrente stagione sportiva in un impianto non ubicato nel proprio Comune” ha creato grossi malumori nell’ambiente laziale.
Così il presidente Cerrai commenta duramente il provvedimento al proprio ufficio stampa: “Pago lo scotto di non aver avuto un impianto nel mio Comune. Prendo atto di quanto deciso dalla Procura Federale. Esiste un regolamento e quanto deciso riflette la su applicazione. Non ho nulla da eccepire sulla correttezza di quanto deciso. Che è ben diverso dal dire che sono d’accordo sul provvedimento o meglio ancora che mi sento di aver fatto qualcosa in spregio al regolamento.
Vede i fatti son chiari e scritti e ve li riassumo: entro il 20 giugno ogni società, che gioca in un Comune fuori da quello in cui esiste la sua sede legale (Roma), per iscriversi al campionato deve presentare una autorizzazione delle autorità competenti (Latina) sul territorio in cui si chiede di giocare. Diciamo una sorta di passaporto. Questa autorità è il Prefetto. Noi all’epoca presentammo tutti i documenti di domanda al Prefetto nei tempi ma purtroppo in quel periodo la Prefettura era molto presa con l’organizzazione della finale play-off tra Latina e Cesena e, oberati da tanti problemi di ordine pubblico, non hanno avuto modo e tempo di dedicare attenzione alla nostra richiesta nei tempi richiesti dalla Federazione. Fu così che il Prefetto ci diede questa autorizzazione solo il 5 Luglio quindi in ritardo rispetto alla data del 20 giugno. Di certo non mi sento responsabile di una firma che non devo apporre io ma che dipende da una autorità Prefettizia. Di certo, altresì, comprendo che i problemi di ordine pubblico derivanti dalla organizzazione di una manifestazione di quella portata erano ben più seri e importanti della mia richiesta. Purtroppo tutto questo mi costerà tanti soldi e il dispiacere di essere sospeso per 20 giorni nel mio ruolo. Sulla base di questa esperienza posso dire che forse certe regole sono un po’ anacronistiche e magari una loro rivisitazione sarebbe un atto di modernizzazione dell’intero apparato. In fondo in 4 anni di calcio posso essere ben orgoglioso di essere entrato nella lista dei “sanzionati” per una firma arrivata in ritardo che doveva essere messa da soggetti esterni.
Mi faccia chiudere con una considerazione: se la Lupa Roma avesse avuto uno stadio nel suo Comune tutto questo non avrebbe avuto motivo di esistere. Io pago questa pena perché nel mio piccolo Comune (Roma) gli stadi esistono ma vengono dati agli amici degli amici a prezzi di amicizia. Un po’ come lo scandalo degli affitti dove esistono realtà che a qualche cento euro hanno il diritto di alzarsi la mattina e affacciarsi sul Colosseo oppure su una delle splendide piazze romane. Questo potere io non lo detengo e per questo vengo sanzionato. Ma nel mio Comune ci sono anche impianti comunali non a norma in cui squadre giocano regolarmente e tutti lo sanno ma nessuno dice niente. L’Italia più che essere rappresentata dal tricolore dovrebbe essere rappresentata dall’intero arcobaleno. 3 soli colori non bastano per rappresentare tutti i nostri stili di vita”.