Calcioscommesse? Siamo tutti colpevoli

Calcioscommesse? Siamo tutti colpevoli

Da un paio di giorni siam tutti paracadutisti. Dirigenti, calciatori, giornalisti, tifosi, addetti ai lavori nelle ultime 72 ore abbiam deciso, tutti insieme, di cadere dalle nuvole. Qualcuno, magari spaventato dalle grandi altezze, ha deciso di lasciarsi cadere dal pero.

La verità è solo una: soffriamo tutti, indistintamente, di una grave ipocrisia. Perché abbiam sempre saputo che nel nostro calcio qualcosa non andava, molto prima che la procura, con un lavoro da applausi, iniziasse a far breccia nel magico mondo del calcioscommesse.

Battutine, sorrisini, sospetti più o meno fondati: tutti noi, guardando certe partite e certi risultati, abbiamo almeno una volta pensato che di fronte avessimo non un match di calcio ma una bella arancia, qualità “tarocco”.
Eppure non abbiam mai fatto niente: magari ne abbiam discusso tra colleghi, provando a capirne qualcosa di più. Magari abbiam provato a chiedere informazioni a qualche mister o calciatore, ottenendone in cambio silenzi o frasi a mezza bocca, di quelle che dicono tutto ma non dicono niente.

O abbiam fatto come tanti tifosi che hanno preferito rassegnarsi o trasferire la loro passione dagli spalti alle ricevitorie, provando a sfruttare quello che sembra sempre più un “male necessario” in un periodo di crisi..

Abbiam lasciato che la nostra coscienza lasciasse il posto ai numeri, freddi ma onesti: domandate a Federbet quanti dei match sotto inchiesta fossero già stati attenzionati da loro…

Siamo tutti colpevoli, nessuno escluso: chi ha chiuso gli occhi, chi non li ha aperti abbastanza, chi ha pensato che “tanto funziona sempre così”, chi ha quotato partite inquotabili per loro stessa natura: poter scommettere su una gara dei dilettanti è come perdere il portafoglio pieno di soldi e sperare che qualcuno te lo restituisca…

 

Categoria: Serie C