Lecce-Benevento, il match di cartello della 16^ macchiato dall’episodio arbitrale

 

Fa ancora discutere il “giallo” arbitrale di Lecce-Benevento: sul finale di match, infatti, la squadra ospite aveva trovato il pareggio con il 2-2 firmato da una prodezza su calcio di punizione dai 23 metri di Amato Ciciretti. Peccato che il perfetto mancino del folletto romano non sia servito a nulla: rete annullata, perché il calcio di punizione era indiretto.

La cronaca di quei minuti: all’87’ l’arbitro dell’incontro, il Sig. Mancini di Fermo, fischia una punizione dalla trequarti per “gamba tesa” di Papini su Lucioni. L’arbitro poi si dedica a sistemare la barriera e quando tutto è pronto fischia la ripresa del gioco, senza alzare il braccio (segnale che la punizione dovrà essere di prima intenzione). Ciciretti segna, esulta con la squadra ed arbitro e guardalinee si avviano verso il centrocampo ma (ecco il fatto) le proteste dalla panchina di casa segnalano all’arbitro che la punizione sarebbe dovuta esser di seconda e l’arbitro cambia il proprio giudizio, su segnalazione del secondo assistente. Annullata la rete, così, il fischietto del match comanda la ripetizione del calcio di punizione, stavolta di seconda.

In tanti anni di calcio non ho mai visto nulla del genere – tuona così Salvatore Di Somma, direttore sportivo del club sannita, al termine del match – so solo che prima ci avevano convalidato un gol e poi lo hanno annullato. Neanche l’arbitro ha saputo darci una spiegazione precisa. Pensate che a me personalmente ha solo detto di aver dimenticato di alzare il braccio”.

Un errore importante che ha finito per macchiare il match di cartello della 16^ giornata. Il Sig. Mancini, in occasione della punizione di Ciciretti, non ha alzato il braccio durante l’esecuzione di essa, segnale distintivo ed inequivocabile per indicare una punizione da calciare indirettamente, da regolamento il braccio deve esser alzato sino al momento del secondo tocco. Inoltre, nel caso in cui un calcio di punizione di seconda venga battuto direttamente, il gioco allora dovrebbe esser ripreso con rinvio dal fondo. In realtà, in questi casi c’è anche un punto della “Guida Pratica dell’AIA” che precisa: “Un calcio di punizione indiretto deve essere ripetuto se l’arbitro omette di alzare il braccio per indicare che il calcio è indiretto e il pallone è calciato direttamente in porta. Il carattere indiretto del calcio di punizione non è annullato dall’errore dell’arbitro”.

Non è il caso di Lecce-Benevento, perché il carattere indiretto della punizione deve esser comunque giudicato dall’arbitro che in un primo momento aveva giudicato il fallo da punizione di prima ed il segno evidente di tale interpretazione sta nella corsa verso il centrocampo di arbitro ed assistente al momento della segnatura di Amato Ciciretti. Dunque, oltre alla contraddizione nell’esecuzione del calcio di punizione, potrebbe esserci alla base anche il cambio di giudizio della punizione stessa, la cui entità è stata modificata dopo la ripresa del gioco.

Un episodio per il quale il Benevento ha davvero molto da recriminare, ma soprattutto un episodio che rischia di diventare un precedente. In ogni caso, la squadra sannita è stata oggettivamente penalizzata da un errore arbitrale, sia esso di dimenticanza (nel caso abbia davvero dimenticato di alzare il braccio) o di superficialità. Come parcheggiare un’automobile e prender una multa per divieto di sosta, senza il segnale di divieto…

Fonte: www.tuttolegapro.com

Categoria: Serie C