Stroppa a BMagazine

Stroppa a BMagazine

Intervistato per BMagazine, rivista gratuita ufficiale della Lega B consultabile gratuitamente online sul sito ufficiale legab.it, Giovanni Stroppa ha parlato della promozione in cadetteria ed altri aspetti.

Ecco l´intervista completa:

Avete fatto la storia… 
«La società ci ha sempre creduto. I giocatori ci hanno sempre creduto. Io ci ho sempre creduto. Fin dal primo momento.»

Avete vinto anche contro un pizzico di scetticismo. 
«Non posso negarlo. Credo sia stato generato dalla sconfitta nella finale playoff dell’anno scorso (persa col Pisa, n.d.a.). C’era un po’ di delusione e di diffidenza nei nostri confronti. Peraltro, le prime quattro partite casalinghe le abbiamo giocate a porte chiuse, senza l’apporto del nostro pubblico. Nonostante ciò, ne abbiamo vinte tre e pareggiata una e, dico sul serio, non è stato facile. L’entusiasmo non è arrivato subito anche per questo.»

Quando avete iniziato a sentire calore intorno a voi? 
«Direi dopo la vittoria di Melfi (3-1), subito dopo la sconfitta interna col Fondi (2-3). Abbiamo vinto ribaltando la partita dopo un calcio di rigore sbagliato dai nostri avversari, all’80’. Quella vittoria la volevamo. I tifosi si sono appassionati ancora di più, nello spogliatoio si è creato qualcosa di magico che ci ha accompagnati lungo tutto il nostro percorso. È stato uno snodo importante della nostra stagione.»

Ce ne sono stati altri di momenti chiave? 
«Senza dubbio ce n’è stato un altro alla sesta giornata di ritorno, dopo la sconfitta esterna di Taranto (0-2).
Da quel momento abbiamo messo il turbo e ne abbiamo vinte dieci di fila. Abbiamo reagito e messo in campo tutto ciò che avevamo, tutte le energie, fisiche e mentali, facendo il largo in classifica. Abbiamo vinto tutti gli scontri diretti, anche quello decisivo col Lecce, che ci ha portati a +4.»

Da quel momento è stata una cavalcata in crescendo.
«Ci siamo migliorati, giorno dopo giorno. Abbiamo sciorinato prestazioni eccellenti. Nel girone di andata avevamo fatto registrare sei vittorie consecutive, confrontandoci intensamente con quattro avversarie (Matera, Lecce, Juve Stabia e Catania, n.d.a.) nella parte alta della classifica. Ma la svolta è arrivata a gennaio.»

Quando ha avuto la prima sensazione di avercela fatta?
«Alla quintultima giornata. Battendo la Casertana (3-0), siamo andati a +6 in classifica. In quel momento ho realizzato che avevamo messo quasi un sigillo alla promozione.»

Qual è la partita che ricorderà con maggiore piacere? 
«Il 3-1 casalingo col Matera della settima di ritorno. Abbiamo vinto in maniera diversa rispetto alle altre volte, in maniera fisica, su tutto il campo, giocando in verticale. Anche la gente ha capito in quel momento che la squadra stava davvero crescendo e che, lavorando sodo, avremmo potuto farcela.»

E poi, dopo la grande festa promozione, è arrivata anche la Supercoppa, vinta battendo, in finale, il Venezia di Pippo Inzaghi (4-2). Come dire… una ciliegina sulla torta. 
«Sono felice per il fatto di averla vinta ma lo sono, soprattutto, per come è arrivato questo successo. Abbiamo corso fino all’ultimo momento e giocato con ordine, per vincere. Ce la siamo aggiudicata, la Coppa, dopo quasi un mese dalla fine del campionato, dopo aver staccato la spina. Saremmo potuti essere appagati, anche in maniera inconscia. Invece, abbiamo dimostrato per l’ennesima volta di essere una vera squadra.»

Il Futuro non Spaventa Stroppa, cos’ha fatto davvero la differenza? 
«L’equilibrio e la mentalità vincente, altrimenti quei numeri che abbiamo fatto registrare non sarebbero arrivati. Credo che i meriti siano di tutti. Della società, del direttore sportivo, dello staff, dei giocatori. Anche dell’allenatore. Mi prendo qualche merito, visto che soprattutto nel girone di ritorno la squadra ha interpretato esattamente la mia idea di calcio. Di questo ne sono molto orgoglioso.»

Se dovesse scegliere tre aggettivi per il suo modo di intendere il calcio, quali userebbe?
«Tre è limitativo perché non potrei descrivere ciò che siamo riusciti a fare. Direi che il nostro è stato un calcio equilibrato. Siamo stati capaci di tenere il pallino del gioco e di lavorare bene sulle verticalizzazioni. Abbiamo giocato un calcio ordinato, generoso, fatto di applicazione, focalizzato anche sulla buona condizione fisica dei giocatori.»

Mister, adesso c’è la B. Lei ha detto che questa squadra potrebbe affrontarla senza bisogno di ulteriori innesti? 
«Non è proprio così, una mia dichiarazione è stata travisata. Ho semplicemente affermato che in quel momento, durante la fase delle dieci vittorie consecutive, dal punto di vista psico-fisico e per come giocavamo, avremmo potuto fare bella figura anche in B.»

Quindi prenderete qualche giocatore. Quali reparti necessitano di rinforzi?
«Non risponderei neanche sotto tortura. Le dico solo che mi piacerebbe mettere dentro giocatori che non stravolgano l’assetto della squadra, ma che migliorino ciò che di buono abbiamo già fatto. Faremo delle scelte in maniera serena e oculata.»

Quali aspetti bisognerà curare, con maggiore attenzione, nella prossima stagione?
«La B è un campionato molto fisico. Ci sono squadre che per centimetri e struttura possono mettere in difficoltà una neopromossa. Ma noi abbiamo tante altre caratteristiche importanti. Inoltre, serviranno tanta continuità ed equilibrio. La storia del campionato cadetto insegna che, magari, si può restare a secco di punti per quattro o cinque giornate, che una vittoria ti lancia molto in alto e una sconfitta ti spinge giù, che si può vincere o perdere contro chiunque, che non bisogna abbattersi nei momenti negativi e non esaltarsi in quelli positivi. Sembrano frasi fatte, banalità, ma è proprio così. La B è cinica e micidiale.»

Di sicuro ci sarà Stroppa alla guida del Foggia, dal momento che ha firmato un biennale.
«Se non avessi rinnovato il contratto, dopo una stagione di questo tipo, avrei avuto l’imbarazzo della scelta.»
E scoppia a ridere!