Rosa corta, limitata e inesperta. Mercato, dove sei?
Più che disperazione, quella provata al terzo gol del Cesena quest’oggi è pura rassegnazione. 24 gol incassati in 10 partite. Eliminando Pescara e Avellino – che andavano considerati come evidenti segnali -, fanno 14 in 8 partite. Resta la media di quasi due gol subiti a partita. Viene inconsciamente da pensare che una squadra definita matura ed esperta per la B, dopo 10 giornate passate a subire gol a raffica, abbia quantomeno capito dove rimediare per far sì che questa statistica possa calare vertiginosamente. Se ci troviamo però di fronte a due gol subiti in quel modo negli ultimi 7 minuti regolamentari di una partita di metà ottobre, come detto, la rassegnazione prende il sopravvento. E lo fa perché ormai quasi tutti si sono accorti in cosa pecca questa squadra: limiti tecnico-tattici e soprattutto inesperienza. Perugia è stata a quanto pare solo un’illusione – che tale non è se pensiamo al secondo tempo dei grifoni e alla traversa di Bandinelli al 90′ -.
Questa squadra manca di uomini di categoria che nei momenti cruciali della gara, sanno cosa fare e come agire senza ricevere ordini da nessuno. Leader che non fanno ballare una palla in area al 90′ fino a farla arrivare sui piedi di Rigione. Leader che avrebbero spazzato palloni dal 70′ in poi fino a farli arrivare a Bologna e zone limitrofe. Manca questo. La squadra è poi palesemente incompleta. Non ce ne voglia nessuno, ma le scelte di avere un solo terzino di ruolo – anzi due, ma qualcuno ha visto Celli in campo? -, di sacrificarci lì un signor centrocampista come Gerbo, di comprare giocatori lo scorso anno panchinari in B o titolari in Lega Pro, stanno venendo a galla in malo modo. E ci sarebbe inoltre da “ringraziare” Zeman e le 5 pappine prese alla prima giornata, perché in caso di passivo meno pesante, molto probabilmente Camporese non sarebbe nemmeno arrivato. La rosa è numericamente e qualitativamente corta, cortissima. Non è scarsa, ma presenta notevoli lacune. Se poi l’inesperienza la si vede anche nella scelta di schierare Floriano, giocatore dalla muscolatura cristallina, sul peggior campo della serie B, per giunta sintetico, siamo proprio a cavallo.
Bravi i 4000 tifosi ad applaudire comunque una squadra che, fin dove può, gioca bene e dà molto in campo. Se poi è limitata, la colpa non è la loro. L’unica speranza che dovrebbe tenere a galla il Foggia fino a gennaio, è l’impianto di gioco. Qui ha ragione Stroppa, quando parla di arrivare al risultato tramite il gioco, le prestazioni. Almeno questo c’è, e si vede anche bene. Il problema è che il risultato va difeso. E la squadra non ne è in grado. Cinque rimonte subite su dieci partite. Mancano i tasselli fondamentali per portare a casa i risultati importanti. Bisogna quasi pregare a questo punto affinché il Foggia arrivi al mercato di riparazione in condizioni di classifica decenti, in modo tale da intervenire in maniera pesante sulle evidenti lacune messe in mostra dalla squadra. E’ chiaro a tutti che sono state fatte valutazioni sbagliate nel precampionato. Speriamo solo di non pagarle troppo care, e soprattutto che chi di dovere, se ne accorga…