Dal possibile +9 all’incubo playoff: crisi Lecce, tra nervosismo, esclusioni eccellenti e tensioni
Di Piazza e Saraniti in ginocchio e con le mani tra i capelli dopo due occasioni a porta vuota sprecate. Eccola un’istantanea sul momento di un Lecce in crisi. Sei punti raccolti nelle ultime cinque partite, la vittoria al Via del Mare che manca dal 4 febbraio. La capolista del girone C, pareggia, ancora una volta, davanti ai propri tifosi, sprecando un’altra occasione di conservare il vantaggio sulle dirette concorrenti. L’incubo playoff, per il sesto anno consecutivo, torna a dominare in casa giallorossa.
Il vantaggio su Trapani e Catania si è ridotto sempre più: con una partita in meno rispetto alla squadra di Liverani, le siciliane si sono portate adesso a -2 dal primo posto. Appena giovedì scorso, prima del pareggio contro la Fidelis Andria, il Lecce era in vetta alla classifica con sei punti di distacco sulla seconda: quel giorno, in seguito al pareggio del Catania a Bisceglie, Lepore e compagni potevano balzare a +9 sulle altre. Invece, 1-1 contro la Fidelis, la sconfitta in casa della Casertana e, oggi, un nuovo pareggio contro il Siracusa: la situazione si è ribaltata. “Il gruppo è compatto, ha una mentalità forte e la piazza deve esserci vicina, impegnandosi a non creare tensioni”, ha più volte ripetuto Liverani.
Il nervosismo nello spogliatoio, però, non sembra mancare. La delusione di Di Piazza sui social, espressa dopo qualche panchina consecutiva, così come il battibecco tra Caturano e un gruppo di tifosi al termine della gara contro la Fidelis, sembravano episodi isolati. Oggi, però, la rabbia di Armellino nei confronti di Liverani, dopo la sostituzione al 28’ del primo tempo, non è passata inosservata agli occhi dei tifosi. Così come le accuse rivolte a fine gara dai dirigenti giallorossi, e da alcuni calciatori, all’arbitro Cipriani, “colpevole” – secondo il Lecce – di non aver assegnato un calcio di rigore in seguito a un fallo su Mancosu nei minuti finali. Le tensioni, addirittura, sarebbero iniziate già prima del fischio d’inizio: “Prima della gara, sette, otto calciatori del Lecce nel sottopassaggio hanno aggredito fisicamente Daffara – accusa Paolo Bianco, allenatore del Siracusa, in conferenza stampa -. I miei ragazzi mi hanno riferito questo”. Liverani non ha visto nulla: “Ero nello spogliatoio, uscendo ho notato un po’ di caos. Denuncerei subito un fatto del genere, ma solo se l’avessi visto con i miei occhi”.
In attesa di una valutazione della vicenda da parte degli organi competenti, è bene tener conto che i problemi, in casa Lecce, vanno evidentemente al di là dell’ostacolo Siracusa o di un’eventuale valutazione errata da parte del direttore di gara. Una volta acquisito un ampio margine di vantaggio sulle altre pretendenti alla vetta della classifica, Liverani ha lasciato spesso troppo spazio a sperimentazioni mal digerite da una parte del gruppo. Tabanelli e Selasi, arrivati in giallorosso lo scorso gennaio, raramente si sono fatti trovare pronti per incidere in campo, nonostante le tante occasioni concesse dall’allenatore. Di Piazza e Caturano, devastanti nella prima parte del campionato, da qualche mese a questa parte si sono trovati relegati al ruolo di semplici riserve di Torromino, Saraniti e Dubickas. E se, da una parte, il giovane lituano, meritevole di aver sempre dato il 100 per cento e di essersi messo a totale disposizione di Liverani, non è mai riuscito ad incidere sul risultato finale, dall’altra Saraniti, arrivato a gennaio dalla Virtus Francavilla per rinforzare un reparto offensivo già ultra-competitivo, pare essere diventato un elemento imprescindibile.
Il nervosismo e la tensione hanno vinto sulla rivalità interna, il calo di qualche protagonista ha prevalso sulla voglia di rimettersi in gioco. La condizione fisica dei meno utilizzati è, paradossalmente, peggiore di quella dei titolari “inamovibili”. Nessuna “riserva” è più in grado di incidere sul match a partita in corso e così, quando il tempo stringe e c’è necessità di far gol, il Lecce finisce per trasformarsi in una disordinata ciurma all’assalto della porta avversaria. Lanci lunghi e palle alte non erano certamente alla base dei primi mesi della gestione Liverani, che invece ultimamente ricorre sempre più – anche per provare a esaltare le caratteristiche di Saraniti – a queste soluzioni, talvolta inefficaci. Lo stato fisico e psicologico di Lepore e compagni, in più, non fa affatto ben sperare i tifosi del Lecce. Al termine della partita di oggi, un centinaio di supporters hanno aspettato la squadra fuori agli spogliatoi. Ha avuto così inizio un colloquio, prolungatosi per oltre mezz’ora, tra alcuni tifosi e Lepore, Cosenza, Liverani e il presidente Sticchi Damiani. “La pazienza è finita”, hanno ribadito i tifosi. A cinque giornate dalla fine, il Lecce ha visto sfumare la possibilità di conquistare anzitempo un biglietto diretto per la Serie B.
Dall’altro lato, lo scontro diretto tra Catania e Trapani – in programma nella terzultima giornata di campionato – tiene ancora vivi i sogni dei giallorossi, che al momento tiferebbero per un pareggio. La classifica è virtuale, il primo posto a + 2 è solo fittizio: il Lecce adesso deve inseguire.
Foto: Anza e Marco Lezzi