Un anno di Foggia: rossoneri a due facce, dal sogno play-off all’attuale deprimente classifica
Un 2018 a due facce. Quello sorridente, entusiasta e felice con Stroppa in panchina, quello deprimente e con più ombre che luci con Grassadonia. Va in archivio un anno “strano” per il Foggia, che saluta così dodici mesi da montagne russe. I gol di Mazzeo e Beretta, la fantasia di Deli e la qualità in mezzo al campo di Agazzi sembrano quasi un lontano ricordo, viste le difficoltà riscontrate nel girone di andata della stagione attuale.
Eppure di mezzo c’è stata solo un’estate, la rosa è rimasta pressocche la stessa con i leader Agnelli, Gerbo, Loiacono e Martinelli ancora presenti, con i siluri di Kragl sempre pronti ad impaurire i portieri avversari e con Mazzeo pronto a sbattersi negli ultimi trenta metri e cercare il varco decisivo. Eppure qualcosa, con il cambio di guida tecnica, sembra essersi rotto. Nonostante un mercato, quello estivo, che aveva fatto sognare in grande la piazza.
Dai play-off mancati per un soffio, alla penalizzazione legata ai pagamenti in nero. Il Foggia è bravo ad annullare immediatamente il gap, ma poi si perde per strada. Ed ecco che arrivano le prime critiche alla campagna trasferimenti: Bizzarri non convince, Iemmello non segna, Galano non disegna calcio. Deli non brilla come al solito ed ecco che ne risente pure Mazzeo. C’è quasi da non crederci se si pensa al gioco spumeggiante dei primi sei mesi: oggi la classifica dei satanelli è quasi imbarazzante. Il momento è delicato, forse il più complicato dal ritorno in Serie B: le capacità per uscirne ci sono, difficile pensare al contrario. Che strano 2018…