Parla, dal sito ufficiale del Foggia calcio, il difensore rossonero Luca Ranieri che racconta le sue emozioni con la maglia della nazionale e l’esperienza che sta vivendo nel Foggia.
L’esperienza azzurra per Ranieri comincia il 13 novembre 2014. È stato questo il giorno in cui, per la prima volta, ha indossato la maglia azzurra. Aveva poco più di 15 anni, si giocava a Corcovado, provincia di Pordenone, contro la Norvegia. La selezione era quella della Under 16 allenata da Daniele Zoratto. Da allora il difensore rossonero ha indossato l’azzurro per altre 15 volte tra Under 16, Under 17, Under 18 ed Under 20. Ieri, contro la Repubblica Ceca allo stadio Speroni di Busto Arsizio, è arrivata la presenza numero 17: “Vestire la maglia azzurra è sempre un’emozione unica – ammette Ranieri – una sensazione diversa da quella di indossare la maglia del tuo club, qui rappresenti l’Italia, un intero paese, è bellissimo”. A questa convocazione, la seconda in questa stagione dopo l’amichevole contro il San Marino dello scorso 8 agosto, Ranieri arriva non più da promessa della primavera viola, ma da titolare con il Foggia in Serie B: “Giocare tra i professionisti è tutta un’altra cosa rispetto al Campionato Primavera. Arrivare in Nazionale avendo alle spalle 21 presenze in serie B mi dà più consapevolezza in me stesso. È cambiato il punto di vista fisico, tecnico, mentale, mi sento più pronto ad affrontare le sfide contro le altre squadre nazionali. Questo per me deve essere l’inizio, ora devo solo pensare a continuare così”. Ranieri è arrivato in rossonero in estate, proveniente dalla Primavera viola, con tante belle speranze. La realtà, 21 presenze fino ad oggi, è andata oltre i sogni: “Questa estate avevo 2, 3 squadre che mi volevano, mi è piaciuto il progetto del Foggia e il fatto che puntavano molto su di me, certo non immaginavo di poter giocare così tanto; ci speravo, ovvio. Lo spazio me lo sono guadagnato, prima giocando per qualche minuto, poi è arrivata l’occasione per giocare dall’inizio e l’ho sfruttata al massimo”. Per un ragazzo abituato a giocare in Primavera davanti a pochi intimi – solitamente osservatori, pochi appassionati ed i… parenti – lo Zaccheria deve essere sembrato una roba dell’altro mondo: “Giocare allo Zaccheria è fantastico, e fantastici sono i nostri tifosi. Quando vai in trasferta, ti accorgi che le altre tifoserie non danno alla loro squadra lo stesso apporto che danno a noi i nostri tifosi”. Poi c’è l’altra faccia della medaglia: “Certo qui la pressione è tanta, ma è giusto così, aiuta a crescere, a farti fare esperienza, ed io qui a Foggia di esperienza ne ho fatta davvero tanta. Giocare qui è tanta roba, una stagione in rossonero vale 2, 3 volte che in piazze più… tranquille”. Il Campionato ormai è agli sgoccioli, ma resta ancora una missione da portare a termine: “Non so cosa mi riserverò il futuro, ma non scorderò mai questi mesi a Foggia, questa piazza mi è entrata nel cuore ed io, insieme a miei compagni, farò di tutto per far salvare il Foggia, perdere la B sarebbe un dispiacere enorme, sia per i compagni che l’hanno conquistata che per me”.
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