Le sentenze di un tribunale si rispettano, non si possono interpretare (di Francesco Bacchieri)
In attesa di quanto deciderà oggi il Consiglio Federale presueduto da Gravina, ho letto, soprattutto su siti e da persone vicine alla Salernitana, suggeestive e fantasiose interpretazioni “pro domo sua” della sentenza emessa sul Palermo dal TFN. Per chiarezza ne riporto l’estratto AUTENTICO (consultabile presso lo stesso Tribunale): “Il Tribunale Federale Nazionale – Sezione Disciplinare presieduto da Cesare Mastrocola – ha retrocesso il Palermo all’ultimo posto del campionato di Serie B della stagione sportiva in corso”. Mi domando allora cosa ci sia da interpretare! Il Palermo non è stato nè escluso dal campionato, nè retrocesso direttamente in serie C, nè radiato, nè aggiunto alle già tre retrocesse in campionato per seguirle nella discesa in terza serie, ma se l’italiano ha ancora un significato univoco, è stato “retrocesso all’ultimo posto in classifica”.
Questo significa che le gare da questo club disputate sono valide e che la sua retrocessione all’ultimo posto comporta, di fatto, la penalizzazione di tutti quei punti che da 63 lo portano a trovarsi dietro i 29 della penultima Carpi. Più chiaro di così si muore. Se la Lega avesse voluto con legalità rendere esecutiva questa sentenza sin da subito (decisione legittima ma a dir poco sconcertante ed anticostituzionale in quanto non rispetta la possibilità di chiunque di avvalersi di un secondo grado di giudizio) avrebbe dovuto ridisegnare la classifica scalando le relative posizioni e, alla luce di questo, stabilire i nuovi criteri di promozioni e retrocessioni basandosi sui format approvati ad inizio campionato. Altro non doveva e non poteva fare, soprattutto per l’abolizione dei Play Out.
Adesso si giustificano “arrampicandosi alle funi del cielo”, sostenendo che “per loro” la sentenza non cambiava la classifica, che non retrocedeva all’ultimo posto il Palermo, ma che lo escludeva dal campionato relegandolo in serie C insieme alle già retrocesse Foggia, Padova e Carpi, che sul campo quella salvezza l’avevano comunque persa. Letta così, allora, diventando il Palermo una sorta di “fantasma”, anche i Play Off sarebbero dovuti essere disputati solo con le 7 squadre che li avevano guadagnati sul campo a prescindere dal Palermo, escludendo il Perugia che, come le tre retrocesse, quel titolo non lo aveva conquistato nella stagione regolare. Invece hanno “diversificato” le interpretazioni. Nel caso del Perugia il Palermo che, secondo loro, viene escluso dal campionato e sbattuto in serie C ha effetti positivi, nel caso del Foggia no. Ma la vera follia giuridica stà proprio qui.
Il Consiglio ha interpretato l’interpretabile: le sentenze non si POSSONO interpretare, si DEVONO applicare alla lettera! Vera e propria ABERRAZIONE giuridica, a dir pico inaccettabile. In Lega si è invece voluto fare proprio quello che non si puó e non si deve fare: una sentenza va rispettata “parola per parola”, punto. In tutti gli stati di diritto, una sentenza non è una legge, non è una norma, ma fa legge e come tale deve essere applicata PEDISSEQUAMENTE (salvo la Grazia di Re o Presidenti). Dunque se il Palermo non è retrocesso in C ma all’ultimo posto in classifica, retrocede in C non per “causa” della sentenza, ma per “effetto” di trovarsi in uno dei tre posti a cui il format del campionato assegna la retrocessione. Anche tutto il resto DEVE andare di conseguenza non per “causa” della sentenza ma per “effetto” della stesa, e dunque il Perugia ottavo ha pieno titolo a partecipare ai Play Off e la Salernitana quindicesima e il Foggia sedicesimo pieno diritto a partecipare ai Play Out.
Ogni altra interpretazione facesse oggi il Consiglio Federale sarebbe altrettanto ILLEGITTIMA in quanto contraddirebbe una sentenza del suo stesso Tribunale. In Italia siamo abituati ad interpretare secondo le nostre esigenze leggi, norme e decreti, ma MAI NESSUNO si è provato ad interpretare le sentenze. Se prendi 25 anni di galera nessun avvocato al mondo, interpretando la sentenza, te ne potrà fare scontare 24, questo è un pilastro inamovibile dello stato di diritto. Dunque comprendo che a Salerno e in Lega i diretti interesati cerchino di cambiare le carte in tavola, ma finiranno inevitabilmente di schiantarsi contro un muro. Meglio sarebbe stato aspettare i vari gradi di giudizio del Palermo, la revisione dei punti che il CONI deciderà per il Foggia, e poi decidere il da farsi attenendosi alle sentenze. Ma siamo in Italia, e questo SEMPLICEMENTE corretto atteggiamento di buon senso avrebbe sfavorito più di qualcuno. E allora “muoia Sansone con tutti i Filistei” e che il caos regni sovrano. Solo nel caos chi ha commesso qualcosa che non va, puó confondersi meglio tra la folla.
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