Odissea nello strazio!

Odissea nello strazio!

In questo weekend di caldo “africano” girava sui social un aforisma: “A volte bisogna saper scegliere con chi complicarsi la vita!” Frase, particolarmente ad effetto, tratta da siti web nati per distribuire perle di saggezza suggestive a chi fosse a corto di citazioni. Questa frase, neanche a dirlo, mi arrivava da una chat di tifosi del Foggia ma, contrariamente al solito, questa volta non mi faceva solo sorridere – com’era probabilmente nelle intenzioni di chi l’aveva diffusa – ma riflettere sul destino beffardo di noi, poveri e derelitti amanti delle casacche rossonere. E già, perché se gli altri si scelgono – volenti o nolenti – con chi complicarsi la vita, noi non abbiamo nemmeno questo sottile privilegio: tifosi del Foggia si nasce, non si diventa, la vita dunque ce l’abbiamo complicata di suo, già in nursery. Se poi si ha addirittura la sventura di nascere di questi periodi, non si ha nemmeno la certezza di avere tutte le attenzioni di mamma e papà, da un lato emozionati per la primogenitura, dall’altro distratti dalle notizie rimbalzanti fra giornali, tv private e social, circa l’imminente – anzi improbabile – cessione del Foggia all’ennesima nuova cordata. Più volte mi sono chiesto se agli autori della Genesi non fosse sfuggito qualcosa quando, raccontando delle ire del Creatore di fronte alla tragedia della mela rubata, dopo aver destinato la donna a partorire e all’uomo a procurarsi il cibo con dolore, dimenticarono di aggiungere, per i più incalliti peccatori, che sarebbero stati ridotti a tifare a vita per i “satanelli” (neanche a dirlo), squadra che mai avrebbe avuto nei secoli dei secoli la certezza di iscriversi senza dolore (appunto) al campionato successivo! Certo, quando ti scegli certi “simboli” l’inferno in terra devi aspettartelo, ma non credo che cent’anni fa pensassero a tanto strazio i fondatori del club rossonero di Capitanata.

L’ennesima odissea per il nostro sodalizio comincia all’inizio dell’anno. Un fulmine a ciel sereno. Solo a settembre il Commissario ci tranquillizzava tutti sui conti societari. “Società modello e certificata”, finalmente, e tutti a tirare un bel sospiro di sollievo dopo un 2018 passato più fra i tribunali che negli stadi della cadetteria. Invece cominciano i primi “scricchiolii”. Sembra non ci siano i fondi per coprire gli emolumenti correnti. Si rischiano punti di penalizzazione (quelli non mancano mai). Si muove il Sindaco e si succedono appelli e contrappelli. Alla fine gli stipendi vengono pagati ma il dramma si trasferisce sul campo. Il Foggia non va. Si prova a tornare all’antico e si richiama Grassadonia. Tutto vano. La “fatal Verona” (per i colori rossoneri) colpisce ancora e si precipita in C senza nemmeno il paracadute dei Play Out, solo due anni dopo una storica e soffertissima promozione a Fondi. Un incubo senza fine. Ma l’odissea e lo strazio non finiscono qui. Prima il balletto delle sentenze che ci salvano, ci retrocedono, ci risalvano e ci ri-retrocedono (forse) definitivamente, poi questa goccia cinese della cessione della società, data per certa, sicurissima ma mai ufficializzata da nessuno, fra le chiacchiere di chi non sa e i silenzi di chi dovrebbe sapere ma continua a tacere. Così a noi cronisti senza fonti certe (o meglio, con tantissime fonti “incerte”) cosa ci resta da scrivere per soddisfare la dolorosa curiosità dei tifosi? Poco o niente. Sono due le uniche notizie che posso lanciarvi, entrambe assolutamente certificate. Una buona e una cattiva. Metà di questo nefasto 2019 è sicuramente alle spalle (la buona), l’altra metà peró deve ancora venire (la cattiva): facciamoci coraggio!

Francesco Bacchieri – www.miticomagazine.it