1994 – Il Foggia di Zeman ad un passo dall’UEFA. Fatale il ko col Napoli

Il mese di maggio, da ormai 26 anni, si apre con uno dei rimpianti più grandi della storia del Foggia. Ventisei anni fa, più precisamente il 1 maggio 1994, i rossoneri fallirono quello che probabilmente può essere considerato l’appuntamento più grande della loro storia. In occasione della 34^ ed ultima giornata dell’allora campionato di Serie A, i satanelli fallirono uno storico approdo in Coppa UEFA. Motivo? Una beffarda sconfitta contro il Napoli (0-1), ad opera di Di Canio (rete peraltro alimentata da un pasticcio in difesa del portiere locale Bacchin, riserva di Mancini). Lo ‘Zaccheria’ era gremito in ogni ordine di posto e, soltanto pochissimi giorni prima, la piazza aveva sofferto l’arresto di Pasquale Casillo, proprietario del club.

Alla fine fu 9° posto, miglior piazzamento della storia, eguagliando quello della stagione 1991/92. Ma a differenza di allora, i dauni furono in corsa fino alla fine per un posto in Europa e, battendo i partenopei, la partecipazione alla competizione continentale sarebbe stata cosa certa. Decisiva la rimonta nel girone di ritorno, anche grazie ad una classifica corta: il confine tra la salvezza e la gloria fu uno dei più sottili di sempre. Basti pensare alla contestata retrocessione del Piacenza (a favore della Reggiana) o al quattordicesimo posto dell’Inter, che chiuse a +1 sulla zona retrocessione nonostante fosse imbottita di campioni.

Decisive e storiche, tra le varie, le vittorie contro Lazio, Parma ed anche Torino, per lo sprint finale. Con i nuovi Kolyvanov, Bresciani e Roy (nazionale olandese di punta, sarebbe poi stato convocato ad USA ’94) a fare da mattatori, prendendo da tempo il posto del tridente Signori-Baiano-Rambaudi. E quell’organico annoverava i giovani ma talentuosi Chamot e Di Biagio, la mina vagante Cappellini (per certi versi rivelazione) e soprattutto l’esperto Giovanni Stroppa, già reduce da esperienze significative con Milan e Lazio. Fu infine la stagione dell’addio di Zdenek Zeman, poi rimpiazzato da Enrico Catuzzi.