Bari, Auteri si presenta: “Sono qui per fare calcio. Allenerò gente di valore”

Ancora tempo di presentazioni in casa Bari. Dopo Romairone, è la volta di Gaetano Auteri, nuovo allenatore biancorosso (il numero 70 della storia). In Puglia per lui sono stati già raggiunti grandi risultati con il Gallipoli: un campionato di C2 ed una Coppa Italia di C vinte nella stagione 2005/06. La speranza è quella di ripetersi.

Mister Auteri per la prima volta sulla panchina del Bari. Perché questa scelta? 

“Sono onorato di far parte di questa famiglia. C’è una intenzione comune, è l’indirizzo giusto. Costruire insieme è importante, cosi un allenatore può sempre lavorare nel modo giusto. E le responsabilità non ci spaventano, perché ciò che conta è il campo. Sono sicuro che sarà possibile costruire un gruppo forte, coeso e determinato. Arrivo qui in questo momento della mia carriera ma lo faccio con assoluta tranquillità”.

Si riparte dopo la delusione di Reggio Emilia. 

“Questo gruppo ha dimostrato di valere tanto, sotto contratto ci sono giocatori di spessore assoluto. Dopo una delusione, si può ripartire più forti e con maggiore determinazione. Ho sempre l’abitudine di resettare tutto, non ho preclusioni nei confronti di nessuno. Voglio vedere da parte di tutti motivazione, senso di appartenenza. Siamo il braccio di un progetto che una società che non ci fa mancare nulla ci ha affidato. L’unico piccolo handicap che abbiamo adesso, giocoforza, è il ritardo con cui siamo partiti. Ma abbiamo tanto tempo per recuperarlo, visto che il campionato comincerà ad inizio settembre. Il gruppo ha già dimostrato consistenza, non è necessario aggiungere troppe cose”.

Bari è un punto d’arrivo per la sua carriera? 

“Non mi piace parlare di punto di arrivo. Io prendo semplicemente quello che viene e cerco di sfruttarlo al massimo. Bari-Nocerina in B? La ricordo molto bene, strappammo un buon pareggio. Ma in C per emergere non occorre essere soltanto belli o avere più qualità. Serve un gruppo che abbia soprattutto voglia di battagliare, che sia animato da un atteggiamento giusto. Nella mia lucida follia penso che poter arrivare in alto sia possibile. A me piace insegnare calcio, creare un contesto importante. E far divertire. Ho buone sensazioni. Questa è una piazza che dato il suo passato, pretende giustamente delle soddisfazioni. Possiamo fare felici tante persone attraverso il lavoro. Dovremo creare una filosofia di gioco”.

Che valore specifico può avere in organico un calciatore come Antenucci? 

“E’ un giocatore straordinario, di grande qualità e spessore. Giocheremo sempre con 3 attaccanti, questo è certo. Lo conosco dai tempi del Giulianova, in passato avrei anche dovuto prenderlo. Data la carriera fatta, direi che ci ho visto giusto. Il nostro gioco sarà fatto anche di rapidità, e lui può spaziare tranquillamente in avanti. Può giocare ovunque per me, non rappresenta assolutamente un problema. Anzi, io sono qui per valorizzare ogni giocatore. Si vince e si perde tutti insieme. Ed io mi auguro di non perdere quasi mai”.

Ritrova una vecchia conoscenza come D’Ursi. 

“E’ un ragazzo anche lui straordinario, di grande valenza, impegno ed attaccamento. Lui, come Antenucci, può fare tutti i ruoli là davanti. Perché dovremo essere bravi a non dare riferimenti. Mi auguro che possa aver risolto i suoi problemi fisici, che tanto l’avevano condizionato l’anno scorso. Se cosi sarà, avremo a disposizione un altro tipo di giocatore. E ci sarà di grande aiuto. Valuterò anche elementi come Neglia o Terrani”.

Dicono che lei sia un sergente di ferro. 

“Non sono un sergente di ferro, devo ancora parlare con i ragazzi. La concentrazione, però, è giusto che sia massima. Certo a volte è capitato di avere scontri con qualche calciatore ed ogni incomprensione è sempre rientrata a tempo debito. Io voglio solo creare entusiasmo e soprattutto interesse in loro. Insomma, creare un filo conduttore. In campionato ci saranno momenti di fatica, andranno fatti sicuramente dei sacrifici. Ma sono sicuro che i calciatori più esperti, in realtà, saranno i primi ad essere pronti a dare una mano. Le etichette lasciano il tempo che trovano”.

Che allenatore è Auteri? 

“Gli allenatori bravi sono quelli che sanno sfruttare al massimo le risorse che hanno. Il mercato? A me non piace tanto parlarne. Trent’anni fa preferii decidere di allenare anche per questo motivo. A me piace fare calcio. E serviranno anche delle caratteristiche fisiche diverse da quelle che ora abbiamo. Bisogna intervenire in quasi tutti i reparti, ma solo per consolidare una rosa di grande caratura”.

A Bari anche altri tecnici come Conte, Ventura o Catuzzi sono stati apprezzati per il bel gioco e non solo. In passato a chi si è ispirato? Anche a qualcuno di loro? 

“Ventura è un precursore, l’ho affrontato già da calciatore oltre che da allenatore. Ricordo i termpi del Giarre, sempre in Sicilia. Conte non ha bisogno di presentazioni. Le vicinanze di questo tipo mi onorano, anche se i paragoni lasciano il momento che trovano. Spero di poter fare bene come loro”.

Categoria: Serie C