Due pesi, due misure: sui tifosi allo stadio l’ennesimo pasticcio. Sarà un campionato complicato, non solo a Trapani

Due pesi, due misure: sui tifosi allo stadio l’ennesimo pasticcio. Sarà un campionato complicato, non solo a Trapani

Per il ministro Spadafora esistono la Serie B, la C e la Lega Pro. È stato un lapsus: perdonabile, potremmo sorvolare. Se non fotografasse il pressappochismo della politica attorno al calcio. Eppure da marzo a oggi son state solo batoste e prese di coscienza che la realtà non è quella delle partitelle scapoli-ammogliati del venerdì sera, ma di un mondo fatto di professionisti (più o meno) e che fa girare tanti soldi. Niente da fare, non c’è modo di farsi prendere sul serio. E neanche di ottenere risposte certe.

Vi avevamo detto che le regioni sarebbero state il fronte di battaglia del calcio per tornare ad avere qualche tifoso sugli spalti. Mille sono un gesto simbolico, ma è andata così. Il governo centrale ha detto e ridetto no, poi è capitolato. Non una grandissima figura. E intendiamoci: qui siamo stati sostenitori di un parziale ritorno dei tifosi allo stadio. Ma se dici no è no: se dici no e poi ti arrendi al sì causi ulteriori incomprensioni. Oltre che palesi disparità.

Sì alla Serie A, in maniera improvvisa e improvvisata. Norme specifiche per B e C. Probabilmente finirà allo stesso modo, ma intanto è quello che ha detto Spadafora. E non si capisce perché: il protocollo è lo stesso, per dirne una. I costi sono gli stessi, i numeri dei tifosi allo stadio potrebbero davvero essere diversi? Sarebbe un bel fare due pesi e due misure.

Occhi aperti sul Trapani. E non solo: tanti cambi di proprietà vogliono dire tante lenti d’ingrandimento. È stata un’estate anomala, sarà una stagione complicata. In Sicilia non ci abbiamo capito molto: Alivision vende, anzi no. I calciatori non hanno garanzie sanitarie per allenarsi in sicurezza. E vengono perfino bollati come “sindacalisti”. Come se fosse un’offesa. E allora no, bisogna intendersi: al calciatore medio di Serie C, che è un lavoratore normalissimo, sono stati chiesti e imposti sacrifici di ogni tipo. Era necesssario e lo hanno fatto, ora sono dipendenti che vogliono lavorare come tutti gli altri, con gli stipendi e la sicurezza che meritano. E che merita, in generale, una piazza come Trapani. Non abbiamo capito come sta andando, teniamo però di sapere come andrà a finire.

Categoria: Serie C