Calcio Foggia 1920, quelle emozioni che nessuna pandemia potrà mai contenere

Calcio Foggia 1920, quelle emozioni che nessuna pandemia potrà mai contenere

Il calcio è passione e porta con sè speranze, sogni, delusioni, piccole angosce, incanto e disincanto, colmando spesso le lacune di una società arida e sterile, che quasi mai tiene conto delle emozioni.

E’ lo spettacolo più amato al mondo, a confermarlo anche un recente studio condotto da “Sportetology” che lo vede guidare la classifica degli sport più amati, con i suoi 4 miliardi di appassionati e cultori.

Portatore sano di valori che non mutano nel tempo e che sintetizza in maniera inequivocabile il senso di appartenenza, il desiderio di condivisione, l’entusiasmo e la potenza incontenibile delle emozioni.

Un fenomeno sociale trasversale che acquista un significato particolare se si colora di rossonero e porta il nome di Calcio Foggia 1920.

L’anno del centenario è segnato dalla spietata emergenza pandemica che impone il divieto dei supporters sugli spalti, ridimensionando la spettacolarità dei match, senza però riuscire a “contingentare” gli entusiasmi che ai tempi del covid, si fanno ancora più viscerali.

Il racconto giornalistico diventa più che mai necessario e assume un ruolo di grande richiamo ed interesse. Le immagini del campo e le voci fiere dei telecronisti trasferiscono quel pathos da cui lo spettatore è lontano solo fisicamente.

Il calcio, a Foggia, nonostante i fallimenti, le retrocessioni, i ripescaggi e le tensioni condivise fuori e dentro le aule dei tribunali della Figc non si è mai spento e, nella 11^ gara di campionato di serie C, la 9^ per il Foggia, il bilancio tra risultati ed aspettative restituisce serenità alla piazza.

Di gara in gara, di città in città, dal Ceravolo di Catanzaro, al Liberati di Terni, passando per l’Alberto Pinto di Caserta e il Simonetta Lamberti di Cava dei Tirreni, gli stadi, pur orfani del loro 12^ uomo in campo, non hanno perso la loro sacralità, tempi dove celebrare radici e identità, esorcizzare paure, attendere una emozione, sperare in una vittoria. E lo sanno bene gli undici di mister Marchionni che ieri, dopo la vittoria con la Cavese, si sono portati sotto gli spalti spettrali, vuoti di cori, colori e bandiere, a ringraziare simbolicamente i loro tifosi, linfa vitale del calcio a Foggia, a ricordarci quanto è bello emozionarsi per questo sport perché dietro quella sfera corre anche la vita. Passione e follia, cuore e magia, emozioni che nessuna pandemia potrà mai contenere.

Mercoledì un’altra gara attende il Foggia: sarà la terza giornata di recupero del girone d’andata. Il sipario si alzerà alle 18:30 sul Nino Bonolis di Teramo, un’altra occasione per mostrare determinazione, tecnica e convinzione e dimostrare di meritare l’attaccamento ed il calore dei propri sostenitori.

Flora Baldi