Foggia, con un Curcio così si può sognare ad occhi aperti
Giunti a metà del guado, Foggia, inaspettatamente, sogna il doppio salto dalla D alla B. Certo, la strada è ancora lunga ed irta di insidie. Ed è altrettanto veritiero che approdare in cadetteria dovendosi confrontare con compagini come Bari e Palermo (nonostante l’attuale ritardo dei rosanero in classifica), tralasciando la capolista Ternana destinata a quanto pare a dominare il torneo, è un esercizio alquanto complesso da traslare alla realtà.
Eppure, l’intera Foggia, bardata di quei colori rossoneri che da sempre la contraddistinguono e, ai gloriosi tempi della Serie A, la fecero battezzare il “Milan del Sud”, spera in una promozione che i bookmakers più autorevoli, gli stessi che oltre al betting offrono servizi di intrattenimento come ad esempio il casino live online, davano alquanto improbabile in base alle quote di inizio stagione.
L’impatto, devastante, di Curcio in maglia rossonera
Ed invece, grazie soprattutto allo straordinario poker di vittorie pre-natalizio, ipotizzare una promozione in Serie B non è così blasfemo. Sognare, d’altro canto, non costa nulla. E la squadra di Marchionni lo può fare, specie se il rendimento di Alessio Curcio continuerà ad essere quello fin qui ammirato. Giunto alla soglia dei trent’anni, il campano sta esibendo una continuità di prestazioni mai vista prima in carriera, perlomeno in Serie C.
Una maturità professionale attestata, meglio di qualunque parola, dai dati: 14 presenze e 9 reti. Una media-gol superiore ad un gol ogni due partite, che non testimonia appieno, tuttavia, quanto sia stato efficace l’apporto del beneventano, autentico trascinatore dei rossoneri ed idolo dei tifosi foggiani.
Davvero un peccato, in tal senso, che lo Zaccheria non posso essere animato dai cori della passionale Curva Nord: Alessio sarebbe sicuramente idolatrato quanto merita. D’altro canto, non è affatto semplice, in terza serie, trovare un attaccante dalla tecnica così sopraffina, che fa della velocità un suo punto di forza ed è in grado di giocare non solo da seconda punta.
La storia di Curcio
In questo scorcio di stagione foggiano lo si è potuto ammirare anche da trequartista, ma all’occorrenza può essere impiegato da esterno offensivo sinistro. Negli anni 00’, in tanti erano pronti a scommettere su Curcio, che alla soglia dei 14 anni raggiunse Torino, sponda bianconera. Gli anni nel settore giovanile bianconero furono davvero intensi e ricchi di soddisfazioni per il campano.
Dopo essersi in mostra nei Giovanissimi, Curcio arriva nella Primavera del club torinese dove, non di rado, gioca fianco a fianco con un certo Ciro Immobile, anch’egli campano e sbarcato all’ombra della Mole, in età adolescenziale, per sfondare nel calcio che conta. Le carriere dei due non sono minimamente paragonabili.
Ma qualcuno, a Torino, era pronto a scommettere che Alessio, dotato di una tecnica individuale più raffinata, avrebbe fatto più strada. Dopo l’esperienza torinese, l’attuale bomber rossonero inizia la carriera da professionista sempre in Piemonte, dove veste la maglia della Canavese, per due stagioni, prima di approdare al più blasonato Casale.
Dopo quattro anni in Piemonte, ed un’ottima ultima stagione in quel di Casale, Curcio resta in Lega Pro 2 e si trasferisce in Lombardia, nella suggestiva cornice di Castiglione delle Stiviere. Nel club mantovano disputa un’ottima stagione, ma non riesce ad evitare la retrocessione della compagine lombarda in Serie D.
La rinascita in terra sarda
Le prove offerte a Castiglione gli valgono la chiamata del Renate, ambizioso club bergamasco che milita in terza serie. Un “up-grade” professionale importante che Alessio, tra infortuni ed incomprensioni, non riesce a cogliere: due stagioni, poche presenze in campo (ad eccezione della parentesi con Colella sulla panchina dei nerazzurri) ed una risoluzione anticipata di un anno del contratto, che lo lascia senza squadra per diversi mesi.
Per Curcio è il momento del reset totale, nonostante la carta identità dica che, sino a quel momento, le primavere passate fossero solo 25. Alessio si rimbocca le maniche e decide di ripartire dalla Sardegna, in Serie D, dove lo accoglie la Nuorese. Mai scelta fu più azzeccata. L’ex enfant-prodige della cantera juventina ritrova sé stesso, realizza 9 gol in 19 partite e strappa la chiamata dell’Arzachena, in Serie C.
Nel club sassarese si impone definitivamente, risultando tra i migliori attaccanti dell’intero panorama della Serie C: 13 gol, 9 assist e un rendimento in campo più che eccellente. Nelle ultime stagioni, tra Vicenza (dove perde mezza stagione per aver rifiutato due cessioni) e Catania, Curcio conferma le proprie qualità, sacrificando, spesso, le proprie virtù personali per mettersi al servizio della squadra. La via del gol, invece, l’ha ritrovata quest’anno a Foggia. La Serie B resta un sogno. Ma con un Curcio così, nulla può essere precluso.