Barone, Stroppa e tanti altri…ah come gioca il numero 10
Il numero 10 nel calcio rappresenta il simbolo per eccellenza del campione, del capitano, del fantasista. Nomignoli di tutti i tipi per definirlo e in ogni generazione il 10 dietro la maglietta, ha rappresentato il calciatore più rappresentativo di una squadra.
Nella storia del Foggia abbiamo una serie di numeri 10 ma altri calciatori, seppur non avendo quel numero sulle spalle possono considerarsi dei simboli di grande pregio.
Partiamo con un dieci che ha lasciato una traccia indelebile nel periodo di Zemanlandia e di fine anni ottanta, un certo Onofrio Barone, cognome utilizzato dai tifosi come nomignolo per identificarlo. Ha fatto una cavalcata straordinaria considerando che è stato l’emblema dell’era casilliana, il siciliano con quel numero ha dato un’impronta come capitano di quel Foggia che rimane tutt’ora tra i più spettacolari della centenaria storia rossonera.
Successivamente quel numero dieci ha cambiato interprete ma che per certi versi ha cavalcato l’onda emotiva di quel Foggia, Giovanni Stroppa. Il ricordo di quel gol direttamente da calcio d’angolo contro il Piacenza è senza dubbio uno dei gol più belli visti allo Zaccheria, ma non solo, la qualità tecnica indiscussa e le doti di leader in campo facevano di Stroppa un dieci completo: regista o trequartista, mezzala o rifinitore per le punte, il brianzolo aveva le stoffa del fuoriclasse, non per questo è diventato, siglando anche una rete con il Milan di Sacchi, campione intercontinentale.
Negli ultimi anni altri numeri dieci hanno mantenuto fede alle tradizioni, parliamo di Roberto De Zerbi, definito dai tifosi ‘la luce’ proprio per la qualità indiscussa del suo sinistro e la fantasia nelle giocate, protagonista della promozione dalla C2 del Foggia di Pasquale Marino; ed un certo Vincenzo Sarno, il bambino prodigio preso dal Torino ad appena 13 anni non mantenne fede alla sue grandi doti da predestinato, ma nel Foggia allenato prima da Padalino e poi proprio da De Zerbi, si consacrò come uno dei fantasisti più forti della serie C. Memorabili i due gol nel derby con il Lecce, il primo con una punizione chirurgica suo marchio di fabbrica, ed una splendida serpentina tra i difensori salentini prima di depositare la palla in rete con uno scavetto geniale.
Numeri dieci simbolici nonostante non lo avessero dietro le spalle, il capitano indiscusso, votato giocatore più importante della storia del Foggia, Gianni Pirazzini, ed il bomber per antonomasia, Vittorio Cosimo Nocera, ma per entrambi non serve avere questo numero per essere definiti la storia con la S maiuscola dei rossoneri.
Rocco Soleti