Una vittoria sofferta ma determinante quella colta contro il Picerno nel segno di Ferrante e Petermann, che rassicura in ottica playoff la compagine rossonera e che la proietta alle due importanti sfide contro Paganese e Catania che potrebbero delineare in maniera netta la rotta verso la quale si dirige la truppa del tecnico boemo.
Abbiamo provato a leggere tra le righe della prestazione di domenica, spaziando anche su quello che si può notare nel girone meridionale e negli altri gironi di Lega Pro, per individuare tre buoni motivi per cui “B”isogna crederci. La B virgolettata non è un errore di chi vi scrive, ma l’obiettivo verso cui una piazza come Foggia deve mirare, sempre, a prescindere dagli interpreti e da chi li comanda. Ma andiamo per ordine…
CON GLI OCCHI DEL TIGRE
Senza mezzi termini, Alexis Ferrante è il vero fuoriclasse di questa squadra. Lotta, corre, segna ed incarna perfettamente quello che i tifosi rossoneri pretendono da tutti gli interpreti in campo. 14 gol in campionato, molti dei quali determinati più dalle sue qualità piuttosto che da un gioco che di “zemaniano” ha ben poco, a dimostrazione di come gli occhi del “Tigre” saranno determinanti quando le sfide inizieranno ad essere senza possibilità di appello. “B”isogna crederci allora, perché Ferrante è un lusso che poche squadre in questa categoria possono vantare.
MAL COMUNE MEZZO GAUDIO
Fotografando quello che succede negli altri gironi, non si vede nessuna squadra che per qualità di gioco spicchi rispetto alle altre. Nel girone C, con un Bari ormai involato verso la Serie B dopo le vittorie con Francavilla e Catanzaro, non si può di certo individuare una squadra paragonabile alla Ternana dello scorso anno. Situazione simile anche negli altri gironi, con Modena e Sudtirol al comando, dove Padova a parte, non si può individuare nessuna formazione al quale affidare l’etichetta di sicura protagonista fino in fondo nella lotteria dei playoff. Allora se “Mal comune, mezzo gaudio”, scommettiamo sull’imprevedibilità storica delle squadre di Zeman e proviamo a credere che possa essere una primavera ricca di soddisfazioni.
IL FATTORE ZAC
L’obiettivo a cui tutti dobbiamo mirare è quello di ricreare quella alchimia speciale che tante volte è risultata determinante contro avversari anche più dotati dal punto di vista tecnico. Giusto per risvegliare in voi un ricordo; ricordate che aria c’era durante i playoff della stagione 2015-16, terminata nella sciagurata doppia finale persa contro il Pisa? Tutta la città spingeva De Zerbi ed i suoi ragazzi verso l’obiettivo promozione, schiantando avversari come Alessandria e Lecce che venivano quasi annichiliti solo all’ingresso nel catino dello Zac. Speriamo che in quest’ultimo scorcio di stagione possa esplodere questo tipo di magia che è mancata nel corso di tutta la stagione e che può aver pesato anche in termini di punti su una squadra apparsa a volte priva della giusta “cazzimma”.
p.s. Remare tutti dalla stessa parte, come abbiamo detto. Allora sommessamente volgo una richiesta a Zeman, che nell’intervista pre-Picerno ha punzecchiato la società sugli investimenti fatti in sede di campagna acquisti invernale. Caro Mister, come recitava lo striscione della Nord, il passato non potrà mai essere dimenticato per quello che ha rappresentato per Foggia, ma per l’affetto che nutriamo nei suoi confronti, se sa qualcosa in termini di ridimensionamento del piano economico, parli apertamente nel modo che le è proprio, visto che da queste parti abbiamo già vissuto conferenze stampa “farsa” di mezzi uomini che avevano già venduto la nostra amata squadra. I tifosi rossoneri meritano rispetto, da tutti, nessuno escluso.
Tullio Imperatrice