A Foggia si medita un nuovo ricorso al TAR: la CFA aveva titolo a giudicare il Palermo in secondo grado?

A Foggia si medita un nuovo ricorso al TAR: la CFA aveva titolo a giudicare il Palermo in secondo grado?

Le telenovelas appassionano perché non finiscono mai. Questa sulla ennesima retrocessione del Foggia nelle aule dei tribunali, che ieri sembrava mettere la parola fine alle nostre possibilità di tornare in gioco nei Play Out, oggi continua invece con nuovi sviluppi che hanno dell’incredibile.

A leggere l’art. 1 – comma 647 – della Legge di Stabilità entrata in vigore a gennaio, solo il TAR del Lazio sembra essere competente a ridiscutere sentenze su ammissioni od esclusioni dai campionati oltre il primo grado di giudizio. Il Palermo avrebbe dunque clamorosamente sbagliato il tribunale a cui rivolgersi per vedersi modificata la sentenza del TFN che lo vedeva retrocesso all’ultimo posto in classifica.
La cosa ha dell’incredibile se pensiamo che il “dettaglio normativo” sarebbe sfuggito sia agli avvocati dei rosanero, sia agli avvocati costituiti di Salernitana e Benevento, ma soprattutto alla stessa Corte di Appello Federale, che avrebbe dovuto spontaneamente dichiararsi incompetente ad emettere il giudizio di secondo grado. Ma chi ha sollevato la questione sin da subito è stato il noto avvocato giuslavorista (ma anche esperto di diritto sportivo e amministrativo) foggiano De Michele in una trasmissione sportiva a TeleFoggia.

Il legale, citando appunto la Legge 145/2018, ha spiegato che dopo il primo grado di giudizio sportivo, solo il TAR del Lazio è competente per riformulare sentenze di primo grado, purchè queste non siano diventate definitive trascorsi 30 giorni dalla loro emanazione.

Dell’argomento se ne è parlato nuovamente a TeleBlu ieri sera, dove a confermare la tesi di De Michele si sono spesi anche gli avvocati Metta e Guerrasio, presenti in studio da Pino Autunno.
Alla trasmissione ha partecipato telefonicamente anche il Presidente Fares, spettatore interessato, che ha garantito che la questione è e verrà attentamente approfondita dai legali del Foggia, che non lasceranno inesplorata nessuna strada che possa garantire al Foggia la salvaguardia dei propri diritti. Di contro Gravina sembra aver fatto spallucce a ipotesi di rigetto della sentenza del CFA, adducendo la scusa che la norma a cui si è riferito l’avvocato De Michele non è stata ancora recepita dagli organismi federali, che sembra lo faranno solo dopo l’11 giugno (guarda caso) essendo inoltre in itinere il nuovo ordinamento della giustizia sportiva.

Se così fosse questa giustificazione aggraverebbe piuttosto che alleggerire la posizione della FIGC in quanto non era facoltativo, ma piuttosto obbligatorio, che questa si dotasse per tempo di una norma di raccordo modificando i propri statuti, infatti è il successivo comma 648 del medesimo articolo di legge che impone alla federazione di adeguarsi, specificando comunque al successivo comma 650 che le norme di cui ai commi 647, 648 e 649 “si applicano anche ai processi ed alle controversie in corso alla data di entrata in vigore della presente legge”, dunque non ammette deroghe di sorta.

Ma cosa dice la Legge 145 al comma 647 dell’articolo 1 di preciso? Ebbene detto che la legge attribuisce esclusivamente al TAR del Lazio “le controversie aventi ad oggetto i provvedimenti di ammissione ed esclusione dalle competizioni professionistiche delle società o associazioni sportive professionistiche, o comunque incidenti sulla partecipazione a competizioni professionistiche”, specifica successivamente che la giustizia sportiva ha facoltà di giudicare comunque in materia attraverso i propri tribunali ma “in unico grado e le cui statuizioni, impugnabili ai sensi del precedente periodo, siano rese in via definitiva entro il termine perentorio di trenta giorni dalla pubblicazione dell’atto impugnato”, che vuol dire che non solo il secondo grado di giudizio del CFA non è ammesso, ma addirittura che se il Palermo non ricorresse entro 30 giorni dalla sentenza del TFN (del 13 maggio scorso), tale sentenza (di retrocessione) diventerebbe definitiva.

Adesso la palla ripassa ai legali. A noi tifosi, adusi a contenderci i titoli sportivi sul campo e non con le carte bollate, non rimane che continuare a fare da attoniti spettatori ad una vicenda che sta acquistando toni paradossali.

Fonte: www.miticomagazine.com – Francesco Bacchieri