Angelo a FCM: “A Foggia grazie a De Zerbi. La promozione in B il ricordo più bello”
Gli anni passano, ma i ricordi restano indelebili nella nostra mente e nel nostro cuore. Molti giocatori si sono avvicendati e hanno indossato la gloriosa maglia del Foggia, pochi hanno lasciato il segno. Impossibile non ricordare Angelo de Almeida, l’instancabile terzino che fu devastante sulla fascia destra per due stagioni e contribuì alla promozione dei rossoneri in Serie B dopo 19 inesorabili anni. Lo abbiamo ascoltato telefonicamente e ci ha confessato alcuni retroscena sulla sua esperienza al Foggia e sul suo passato calcistico.
Come hai iniziato a giocare a calcio?
In Brasile abitavo in una città che si affaccia sul mare. Ogni pomeriggio io e i miei amici raggiungevamo la spiaggia in bici e rimanevamo fino alla sera a giocare sulla sabbia. A 10 anni ho fatto un provino per una delle squadre di un paese vicino e da lì è iniziata la mia carriera.
Come è avvenuto il tuo trasferimento al Foggia?
De Zerbi mi chiamò nel gennaio del 2015 e mi chiese di trasferirmi nella sua squadra. All’inizio rifiutai, ma solo perché non volevo che i miei figli cambiassero scuola a metà anno. Dissi al mister che avrebbe avuto le porte aperte in futuro, anche perché mi avevano parlato benissimo di Foggia, e quando mi richiamò per l’inizio della stagione successiva non ebbi nessun dubbio.
Cosa ricordi maggiormente dell’esperienza a Foggia?
Il ricordo più bello è la promozione in Serie B, perché abbiamo lavorato tanto ed è stato anche merito di mister Stroppa aver raggiunto quell’importante traguardo. Sono rimasti impressi nel mio cuore anche tanti altri momenti emozionionanti, il gruppo, la tifoseria, i collaboratori e tutta la città.
C’era qualche compagno con il quale avevi particolari affinità?
Era un gruppo unito e andavo d’accordo con tutti. Ho stretto una particolare amicizia con Tommaso (Coletti, ndr) e Gerbo, con cui condividevo la stanza.
Sei ancora in contatto con qualcuno?
Ho ancora contatti con molti calciatori che erano al Foggia. Ci scambiamo frequentemente messaggi sui social, soprattutto con Sarno che era il mio compagno di fascia.
Cosa ti ha insegnato De Zerbi, ora è alla guida del Sassuolo in Serie A?
Con De Zerbi imparai un nuovo modo di intendere il calcio. Essendo brasiliano, ho sempre pensato più al divertimento che questo sport regala rispetto alla tattica, ma il mister mi ha aiutato nell’unire i due aspetti e iniziai a giocare seguendo degli schemi precisi, ma sempre col sorriso sulle labbra.
Cosa ricordi della finale di Pisa?
Eravamo ad un passo dal nostro obiettivo. Non vedevamo l’ora di entrare in campo e volevamo vincere. In settimana avevamo studiato bene la partita ed eravamo concentrati. Poi, purtroppo non ce l’abbiamo fatta e rimane un grande rimpianto per quella finale.
Da terzino preferivi attaccare o difendere?
Mi è sempre piaciuta di più la fase offensiva, mi divertiva maggiormente. Con gli anni ho imparato anche a difendere, soprattutto in Italia, e ho abbinato questi due aspetti.
Cosa fai ora nella vita? Hai ambizioni future?
Da un anno ho aperto un ristorante a Matera con la mia famiglia. È un’attività diversa dalle altre, perché proponiamo solo pietanze brasiliane. Nonostante ciò, vorrei cominciare ad allenare per tornare a divertirmi sul terreno di gioco.
Sei più bravo ai fornelli o sulla fascia?
Sia in cucina, sia in campo ho sempre ricevuto molti complimenti. Ora sta a voi giudicare!
Antonio Iammarino