Come riporta l’edizione odierna del Corriere dello Sport, oggi è prevista la sentenza del Consiglio di Stato, che stabilirà se il Lecco, neopromosso, giocherà in serie B o meno. Questo un passaggio del Corriere dello Sport, a firma di Walter Carbone:
La sentenza dovrà stabilire se il Lecco, neopromosso tra i cadetti ma opportunamente fermato in attesa dei verdetti, ha diritto di disputare il secondo campionato nazionale oppure dovrà fare un ruzzolone all’indietro, scomparire dalla gerarchia del calcio (non è contemplata la retrocessione in C, né in altra categoria con più infima) per aver bellamente ignorato il regolamento sulle infrastrutture sportive che obbliga le società in odore di promozione a indicare per tempo alla Lega di serie B in quale stadio giocherà le prossime partite.
Gli avvocati del club pugliese, Fabrizio Lofoco e Giacomo Sgobba, fondano il ricorso del club di Canonico sulla inosservata perentorietà dei termini sportivi, sul mancato rispetto del regolamento federale che non può essere violato a proprio piacimento, una sorta di regola aurea nell’universo sportivo federale che non si capisce come mai sia stata già disattesa dal consiglio federale e dal Tar del Lazio che hanno avallato la posizione del club lombardo (“ai nostri fini è sufficiente considerare il fatto – sostanzialmente incontestato – che gli adempimenti necessari sono stati posti in essere dal Lecco”, così il Tar del Lazio nelle motivazioni della sentenza).
Era stato il Collegio di Garanzia, la “Cassazione” del Coni, a riportare tutti con i piedi per terra, precisando che i termini per la presentazione della domanda erano scaduti quando il Lecco comunicò agli organi federali la sede del campo di gioco in B, lo stadio Euganeo di Padova, ma con ben tre giorni di ritardo rispetto alla scadenza dei termini. E’ una battaglia difficile, forse dal pronostico scontato. Ma sarà curioso conoscere con quali motivazioni si potrà chiudere la partita.