Bomber Gigi Molino a FCM: “Foggia da Serie A. Chi dimentica quel gol di tacco all’Acireale…”
Per la trentaquattresima giornata di Serie C, il Foggia sfiderà il Campobasso. In occasione del match in programma allo Stadio Zaccheria, la società rossonera ha scelto di applicare una “promo” sul prezzo dei tagliandi: 2euro+prevendita per Under14, Over 65 e donna in Tribuna Est. La classifica strizza l’occhio al Foggia e i diavoli del sud rispondono lanciando l’hashtag #tuttiallostadio.
Per raccontare le emozioni di Foggia-Campobasso, ai microfoni di foggiacalciomania.com interviene Gigi Molino, doppio ex di giornata. Con 52 presenze e 31 gol realizzati con la maglia del Foggia, il bomber campano ripercorre la sua avventura in rossonero fatta di gioie e dolori. Era il 1999 quando a suon di gol e applausi, Molino sbarcava in Capitanata, diventando così un vero idolo della piazza. Nome: Luigi (per gli amici Gigi). Cognome: Molino. Professione: bomber di razza.
Benvenuto a fcm.com le chiedo subito, che ricordo ha dei colori rossoneri?
Foggia è stata una piazza importante per la mia carriera. Abbiamo sempre giocato in C ma Foggia ha un blasone e una storia da Serie A. Ricordo il tifo caldo che segue sempre la squadra, è stata un’esperienza importante per me. Invece Campobasso è stata la mia ultima annata, è stata una bella piazza ma fare calcio oggi è molto più difficile. Gli imprenditori in C ci rimettono.
Cosa ne pensa di questo Foggia 2021/2022?
Il Foggia l’ho sempre seguito e Zeman non ha bisogno di presentazioni. Ora, chi va incontro ai rossoneri ci lascia le penne, i ragazzi sono in gran forma.
Quanto è diversa questa Serie C da quella che la vedeva protagonista?
Noi eravamo i bomber di C e tra C1 e C2 c’erano bomber fortissimi. C’erano Mitri, Molino, Corona, Califano, De Florio, insomma avevi attaccanti importanti. Oggi si punta più sui giovani e sugli allenatori che li fanno crescere per permettere alla società di fare plusvalenze. Devo dire che è una Serie C che da più spazio ai ragazzi per emergere, prima o eri forte o non giocavi.
Il Campobasso l’ha sorpresa? Poteva fare di più o ha rispettato le aspettative?
Il Campobasso ha fatto una grande stagione. Merito alla società, ai dirigenti, all’allenatore, alla squadra. A salvezza ottenuta meritano solitamente applausi.
Ha qualche rimpianto che la lega ai diavoli del sud? Ricordo che il suo addio non fu dei migliori.
Foggia per me è stata una scelta di vita. Mia moglie è di Orta Nova, sono legato anche per questo. Ho fatto tanti gol, le mie ambizioni erano di salire di categoria. Trovai, purtroppo, Chinaglia come proprietà. A fine campionato domandai alla società di cedermi per permettere al Foggia di fare soldi e a me di giocare in un’altra categoria. Mi dissero che la società era sana ma quando non prendi lo stipendio per quattro/cinque mesi diventa difficile vivere. Ci sono le famiglie e molto spesso la gente non lo sa, questo mi fece passare per mercenario ma nel mio cuore c’è un forte legame. Foggia è da Serie A.
Riavvolgendo il nastro dei momenti salienti, qual è gol più bello con la maglia del Foggia?
Forse quello realizzato contro l’Acireale al 95′ sotto la Curva di tacco in una mischia in area. Mi tolsi la maglia e mi misi a correre verso i tifosi. Se mi lasciavi spazio in area ti trafiggevo senza pietà. Ne ho fatti tanti a Foggia di gol, ricordo i 4 gol di Tricase. Fare un poker di gol non è facile per un attaccante. Li ricordo tutti con quella maglia lì.
Oggi cosa fa “il drago” Molino?
Mi occupo del settore giovanile dell’Avellino. Sono sempre nel calcio, mi diverto con i ragazzi perché con loro si vive un calcio bello e sano.
Il Bari meritava la vittoria del campionato? Ci sono squadre molto forti come Catanzaro e Avellino.
Ci sono squadroni fortissimi ma il Bari ha avuto un bell’inizio. Il campionato era a tre ma poi l’ha deciso il Bari, staccando le concorrenti. Il Foggia penso che aveva un obiettivo normale anche se Zeman ti porta ai playoff, insomma lui è un vero top player e nei primi dieci posti ci arriva fumando una sigaretta. In Serie C la Puglia ha tante squadre importanti.
In una categoria come la C si vince puntando sugli allenatori o con i giocatori?
S’investe sul mister e sull’asse portante della squadra: portiere, difensore centrale, centrocampista e bomber da 15 reti. Poi, per il resto ci metti sette ragazzini vicino e un grande allenatore. Una squadra costruita così ti fa vincere sempre.
Daniel Miulli