Lo Campo: “Di Bari il nostro segreto. De Zerbi la sua scommessa vinta. Sfottò? Peccato per chi non li capisce”
Sanguigno e diretto, grazie alla sua giovane età e alla sua passione per i colori rossoneri. Parliamo del direttore generale del Foggia, Giuseppe Lo Campo, intervistato in esclusiva da TuttoLegaPro.com.
Si aspettava questa posizione di classifica?
“Eravam partiti con l’obiettivo di ottenere una salvezza tranquilla, un posizionamento a metà classifica. L’appetito è venuto mangiando e dopo alcuni rinforzi abbiam capito che potevamo giocarcela con tutti. Adesso sarebbe bello arrivare ai play-off dove potremmo giocarcela visto che con le grandi ci esaltiamo. Con le piccole ogni tanto fatichiamo di più. Limando qualche dettaglio ed eliminando le disattenzioni possiamo veramente giocarcela ad armi pari con tutti”.
Il segreto di questa squadra?
“Il direttore sportivo Beppe Di Bari. Un ragazzo che sta facendo da tre anni un lavoro encomiabile: mantenendo l’ossatura e con miglioramenti continui stiamo ottenendo buoni frutti. Ha scelto lui mister De Zerbi. Una scelta che non convinceva la società, non per l’uomo ma per la poca esperienza. Ma abbiam dato piena fiducia al diesse e lui ci ha ripagato vincendo anche questa scommessa. Una scelta giovane, visto che in due mettono insieme solo 80 anni: spero che vogliano essere oltre al presente anche il futuro di questo club. Il mister vuole rimanere qui, figuriamoci se non vogliamo tenerlo. Di Bari? Noi non lo molliamo e lui non molla noi.
Iemmello? Sapevamo il suo valore, nonostante qualche stagione difficile. Per averlo abbiam dovuto combattere contro club anche di Serie B, ma ne è valsa la pena”.
State facendo benissimo in quello che è considerato il girone più difficile di tutti…
“Quando sono stati pubblicati i gironi a inizio anno tutti gli addetti ai lavori hanno pensato che il Girone C fosse una Serie B aggiunta, visto lo spessore tecnico e storico di tante squadre. Ci tocca lottare con big ma non è un problema per noi”.
L’unica pecca del raggruppamento è che ogni tanto c’è troppa tensione…
“Il problema è che non bisogna dimenticarsi del fatto che il calcio sia un gioco. A volte non si capiscono gli sfottò credendo che si vogliano istigare o provocare gli avversari. Poi con i social network le voci si amplificano e spesso i significati non si comprendono. Sul mio profilo, ad esempio, ho tanti tifosi che mi vogliono bene e che incito in maniera positiva e simpatica. A volte metto il cuore davanti la mente e qualcuno fraintende. Eppure io mi sento tifoso prima ancora che dirigente, questi colori li ho nel cuore. La mia famiglia, ma tutta la dirigenza foggiana è passionale”.
La foggianità prima di tutto…
“La cosa bella di questa squadra è proprio questa: abbiam tanti giocatori di Foggia ed è una scelta voluta. Nelle altre squadre non è così. Uno di questi è Pino Agostinone, nell’occhio del ciclone per aver baciato lo stemma della propria maglia all’Arechi. Voleva dedicare il gesto ai suoi tifosi, non deridere gli avversari. In tre anni con noi è letteralmente esploso: dopo una carriera giovanile ad alti livelli si era un po’ perso. A Foggia, per fortuna, si è ritrovato: ha una grande voglia e un’immensa duttilità. Adesso è diventato uno dei migliori esterni della categoria dopo aver ricoperto tanti ruoli in campo. Forse l’aria della sua città gli fa bene…”.