Lo Campo: “Non ci sentivamo più garanti verso città e tifosi”

Lo Campo: “Non ci sentivamo più garanti verso città e tifosi”

L’ex Direttore Generale del Foggia calcio Giuseppe Lo Campo, intervenuto in diretta telefonica ieri sera nel corso della trasmissione sportiva di TeleFoggia  “KickOff”, ha inteso chiarire la posizione della famiglia Lo Campo circa il ribaltone che si è avuto nelle ultime ore in seno alla Società Foggia calcio:

Dispiace principalmente per questo silenzio stampa messo in atto dalla Società in considerazione del fatto che con noi non si era mai verificata una situazione simile. Inutile dire che reputo poco positiva questa decisione ma se così è stato avranno avuto i loro buoni motivi. Solitamente i silenzi stampa sono sempre negativi anche perchè secondo me non fanno altro che peggiorare la situazione.

Per quanto ci riguarda credo che il nostro sia stato l’ultimo atto d’amore verso la città e la tifoseria mettendoci da parte all’indomani delle dichiarazioni del Presidente Verile che ha prospettato questo nuovo progetto che non ha più come presupposto la foggianità che era stato negli ultimi tre anni il nostro leit motiv. Difronte alla promessa di serie B, A e forse Champions League abbiamo deciso di uscircene senza beccare un euro e cedendo le nostre quote perchè non c’erano le prospettive di acquisto della controparte.

Essendo in minoranza in questo progetto abbiamo preferito metterci da parte non potendo più essere garanti verso la città nè dell’andamento della nuova Società.

Il comunicato stampa è stato fatto dalla mia famiglia con le lacrime agli occhi e sappiamo che la tifoseria è dalla nostra parte e gli attestati di stima è la ricompensa più grande che porteremo nei nostri cuori. La famiglia Lo Campo lascia una Società senza debiti e non credo che nell’immediato possa tornare a far parte della compagine dirigenziale a meno che chi subentra non dovesse farcela e far precipitare tutto. L’augurio è che se questo dovesse accadere non lascino il Foggia nuovamente pieno di debiti. Ma noi ci auguriamo che questo non accada.

Il nostro rapporto con la squadra e con mister De Zerbi è ottimo e la nostra decisione è stato un fulmine a ciel sereno anche per loro. Certo non mi aspettavo la sconfitta di Catanzaro ma neanche quella di Torre Annunziata. Credo si tratti solo di un calo di concentrazione.

Noi avevamo la forza per andare avanti ancora ed avevamo creato una squadra che con qualche rinforzo potrebbe tranquillamente vincere il campionato. Solo costruendo si possono vincere i campionati ed è importante il gruppo che si va consolidando anno dopo anno. C’è un pò di rammarico da parte nostra perchè volevamo continuare a portare avanti questo progetto che sentivamo nostro. Ma ci è stato prospettato un altro progetto a noi estraneo nato da altri e noi ci siamo proprio voluto defilare. Rimanere con una piccola percentuale significava che se le cose, fatti i debiti scongiuri, dovessero andare male noi rovinavamo tutto quello fatto nei tre anni. Poi sinceramente non avere il potere di avere voce in capitolo e quindi essere partecipi e garanti della tifoseria non ci interessava. Poi tutti ci auguriamo che questa Società possa fare benissimo.

Questa vicenda non credo abbia scosso negativamente il gruppo perchè dopo i proclami ambiziosi del Presidente Verile i ragazzi  avrebbero dovuto moltiplicare le forze in campo. Mi sono sentito con Beppe Di Bari e per lui è solo un calo fisiologico e stress da rincorsa alla zona play off. Credo che il tecnico ricorrerà a qualche cambio per far riposare qualche calciatore. In campo purtroppo non ci va mister De Zerbi.

I problemi societari sono nati quando gli altri componenti la Foggia Footbal Club (Colangione, Annarelli)non riuscivano più a far fronte alle loro incombenze. Quindi ecco favorire l’ingresso del nuovo gruppo che pose come condizione la presidenza del club che è stata estorta a mio padre pur di far entrare questa gente che doveva dare una mano al gruppo. Poi lo stesso gruppo del 13% nei mesi successivi non è riuscita a far fronte ai loro impegni fino a quando una parte di stipendi fu pagata dal resto dei soci. Difronte a questo scenario ecco la decisione di vendere le loro quote. Avevamo dato una mano a Pelusi che era in difficoltà affidandogli la gestione degli sponsor e a Colangione che gestiva i botteghini per una percentuale. Insomma abbiamo dato una mano a tutti solo a noi nessuno ha dato una mano.

In conclusione non ci interessava rimanere in minoranza ed essere garanti di gente che noi neanche  conosciamo. Alla fine qualcuno teneva troppo alla sua poltrona e ha deciso di fare pulizia”.