Canonico e il duo Pavone-Zeman, una scelta da…
È bastato un nome, un solo nome per riaccendere l’entusiasmo dei tifosi foggiani: Zdenek Zeman.
Nato a Praga il 12 maggio 1947, il “boemo” nel fine settimana dovrebbe firmare un contratto annuale con il Foggia. È la quarta volta che l’incorreggibile “muto”, come lo chiama Peppino Pavone, pronto anch’egli al ritorno in terra rossonera, sposa la causa satanelli.
Nicola Canonico, neo-Presidente del Calcio Foggia 1920, sale sul trono della presidenza rossonera e regala subito ai foggiani quello che desiderano: sognare.
L’imprenditore pugliese con una foto, quella che lo ritrae con Zeman e la dottoressa Pintus ha fatto scacco matto nel cuore dei tifosi. Vi spiego il perché.
Un barese ha capito da subito, ancor prima dei foggiani, cosa dare ad una città che lentamente sprofonda in un abisso. Dalle prime pagine nazionali per le brutte faccende politico-amministrative e sociali, ad un riscatto sportivo che ha stampato il nome di Foggia praticamente ovunque. Con una scelta ha mostrato di sapere cosa vogliono i foggiani. Un imprenditore con uno scatto, con un nome, ha mostrato come fare marketing a Foggia. Ha mostrato di avere una strategia.
Se dovessi dare un voto alla scelta del duo Pavone-Zeman darei, senza esitare, 10eLode.
Il progetto tecnico affidato alla coppia di Zemanlandia, come un gettone inserito in una slot machine, ha attivato un macchina invisibile, mai intuita da tutti coloro che dal 2010 a questa parte hanno bazzicato nel mondo Foggia.
Pavone e Zeman possono rappresentare una via d’investimento affidabile: giovani di qualità, gestione oculata e tanto divertimento. Un mix, quello creato da Canonico, che è quel che serve al giorno d’oggi per entrambe le parti che compongono il calcio moderno: l’imprenditore e il tifo.
Il nome di Zeman ha riacceso in poche ore un entusiasmo che mancava dai tempi della Serie B. Probabilmente il Foggia in rosa non avrà una squadra fatta di figurine Panini in stile Bari, ma il nome del boemo già basta per attirare come una calamita i tifosi allo stadio – Covid permettendo -.
Canonico capisce da subito che la forza del Foggia sono i tifosi e regala loro un valido motivo per popolare lo Zaccheria: Zeman. Il neo-Presidente sa bene che Zemanlandia 4.0 porta pubblico, vendita di gadget – quindi, sviluppo del marketing – e soprattutto l’attenzione dei media nazionali. Senza dimenticare la professionalità e la competenza di un maestro studiato in ogni ambiente pallonaro.
Il calcio non è solo una palla che rotola su un rettangolo verde, il calcio se ben abbinato, rappresenta la crescita di un’intera comunità.
Nicola Canonico, da imprenditore studia Foggia e capisce che creare un tessuto sociale e imprenditoriale con sfogo nel calcio, come fatto da Pasquale Casillo, significa rendere appetibile a grandi investimenti una piazza al momento fortemente arida e povera di attenzioni.
Mentre Canonico getta le basi per la costruzione di una società, impazza su Facebook il dibattito: “Zeman sì? O Zeman no?”. Zdenek Zeman con una carta d’identità che segna 74 primavere, può ancora dare al calcio moderno un contributo. Può farlo semplicemente perché non sarà lui ad andare in campo, ma lo saranno i suoi ragazzi. Può farlo perché crescere con Zeman al Foggia, in un Girone C fatto di ferro, permette di avere i riflettori puntati addosso per tutta la stagione. Zeman e Pavone sono una garanzia per i club di Serie A pronti a mandare in missione talenti da svezzare. E poi, allo “Sdengo” manca conquistare la B con i diavoli del sud.
Sono passati pochi giorni dall’insediamento del nuovo volto societario, ma la prima scelta ha già fatto breccia nel cuore dei tifosi, nonostante gli obiettivi da inseguire siano ancora velati. Ma con Zeman sognare la vittoria finale è più facile. Tutto potrebbe essere più chiaro con la presentazione del tecnico e del nuovo direttore sportivo.
Il nome di Canonico oltre a dare un sogno sportivo può dare un sogno ad un’intera città, perché il calcio letto con gli occhi di un imprenditore può dare tanto anche al di là del pelo d’erba accarezzato dal vento che soffia su un rettangolo verde…
Daniel Miulli