Riceviamo e pubblichiamo una lettera scritta ed inviata alla nostra redazione da un ultras rossonero. Ecco di seguito il testo:
“Sì, oggi doveva essere la giornata con l’ansia a palla, la giornata con una notte insonne: era la partita più importante del campionato. Oggi era una caccia alle streghe per le vie di Foggia, era il derby con il Bari, romantico, bello, rumoroso, caloroso da parte delle opposte tifoserie, era il giorno delle coreografie, degli sfottò, se capitava delle “scazzottate” morali, il giorno della goliardia. Era, sì, e mi piange il cuore non sentire più niente di tutto questo.
Oggi si combatte con degli striscioni a volte anche sgrammaticati, oggi si fa la guerra degli sfottò sui social o con messaggi privati. Oggi per colpa delle tecnologia, del progresso e della dittatura, la libertà è morta, pian piano stanno ammazzando anche le nostre radici, la nostra passione: tutto programmato secondo piani precisi. Hanno fatto anni di studio su di noi ultras, siamo stati cavie da laboratorio per ridurci ai minimi termini. Proprio quella che tanto oggi nelle piazze si acclama (la Libertà), a noi ci è stata tolta ormai troppo tempo fa. Stanno ammazzando l’Italia, stanno facendo chiudere tutto e non possiamo nascondere che il calcio fatto di passione e amore per i propri colori lo avevano già portato in fase terminale, mentre adesso gli stanno dando il colpo di grazia. Che peccato, dopo tanti anni, vedere uno stadio completamente vuoto, non sentire le curve cantare, non vedere le bandiere al vento. Che tristezza sentire i ventidue in campo chiamarsi la palla nel silenzio più assoluto. No signori, questo non è più calcio, non è più niente. Il calciobalilla lo giochiamo al bar o in spiaggia. Ridateci la libertà e con essa le nostre passioni, fateci vivere quel che è la nostra vita, non chiediamo troppo, ne bonus ne incentivi, chiediamo solo la nostra beata libertà”.GIAX, ultras di ieri e di oggi.