Il Foggia Calcio ha ricevuto ieri una notifica di conclusione delle indagini da parte della Procura Federale e quindi sarebbe imminente il deferimento del club. In queste ultime ore ho cercato di documentarmi sulle norme federali e chiesto un parere ad un noto legale esperto in diritto sportivo. In attesa di leggere le valutazioni sul caso dell’avv. Chiacchio che difenderà il Foggia Calcio, ecco il mio parere sulla vicenda.
L’articolo 94 delle Norme organizzative interne della Figc prevede il divieto, per i club, di riconoscere in favore dei propri tesserati importi superiori a quelli previsti sul contratto o sui documenti per i quali è obbligatorio il deposito presso la Lega di competenza. La Procura Federale sembra intenzionata a contestare al Foggia – ed ai suoi tesserati – il cosiddetto “illecito amministrativo”.
A tal proposito, l’articolo 8, comma 6, del Codice di Giustizia sportiva, molto probabilmente richiamato nella comunicazione di conclusione delle indagini, stabilisce che “la società che pattuisce con i propri tesserati o corrisponde comunque loro compensi, premi o indennità in violazione delle disposizioni federali vigenti, è punita con l’ammenda da uno a tre volte l’ammontare illecitamente pattuito o corrisposto, cui può aggiungersi la penalizzazione di uno o più punti in classifica”.
Pertanto, il Foggia rischia una ammenda fino al triplo dell’ammontare eventualmente versato (circa un milione di euro), secondo l’ipotesi accusatoria, in “nero”, oltre a eventuali punti di penalizzazione, pena accessoria, quest’ultima, in realtà piuttosto rara in casi simili ma che nel caso del Foggia potrebbe essere applicata per l’accusa di riciclaggio al patron Fedele Sannella. Per i tesserati coinvolti invece c’è il rischio di squalifiche in misura proporzionale alle cifre in nero utilizzate per i pagamenti.
Fabio Bertazzoli