Da Zeman a…Zeman. Il cammino del Foggia con il boemo ieri e oggi
Arriva un punto cruciale della stagione dei rossoneri che, dopo le tre vittorie consecutive contro Picerno, Paganese e Catania, provano a lasciarsi alle spalle i problemi societari e provano a richiamare a se tutta la tifoseria per raggiungere quanto prima l’obiettivo play-off.
Abbiamo provato allora a paragonare, seppur in contesti calcistici decisamente diversi, quello che Zeman sta facendo in questa quarta esperienza in sella alla panchina rossonera e quello che ha fatto nelle precedenti stagioni in Serie C in terra dauna, datate 1986-87 e 2010-2011.
Nel 1986-87 Zeman viene chiamato dall’allora patron Casillo con il chiaro intento di proporre un calcio nuovo e spumeggiante, con la necessità anche di recuperare un -5 in classifica dettato da alcune vicissitudini societarie che mai sono mancate dalle nostre parti; Zeman verrà esonerato alla 27^ giornata in favore del suo vice Balestri, dopo aver racconto 45 punti in 27 partite (considerando i tre punti a vittoria), con una media di 1,66 punti a partita. Zeman, dopo l’epopea a cavallo degli anni 90, ritorna a Foggia insieme a Casillo nell’estate 2010, riaccendendo l’entusiasmo di una piazza reduce da anni bui e, con una squadra giovanissima (zeppa di talenti dove emerge Lorenzo Insigne), raggiunge il sesto posto finale con 45 punti in 34 partite, con una media punti di 1,32 a partita. Il Foggia attuale ha racconto 50 punti in 33 partite, con una media di 1,51 a partita.
Per quanto riguarda la fase offensiva, da sempre marchio di fabbrica del calcio zemaniano, nell’86-87 il Foggia realizza 25 gol in 27 partite con una media di 0,92 gol a gara mentre nel 2010-11 la squadra ha decisamente una fase realizzativa più prolifica, visto che Insigne & C. riescono a mettere a segno 67 gol in 34 partite con una media addirittura di 1,97 gol a gara. Il Foggia di quest’anno invece ha realizzato in campionato 57 reti, con una media di 1,57 gol a partita.
Passiamo adesso alla difesa, reparto che, a differenza di quello che credono in molti, viene curato in maniera meticolosa dal tecnico boemo, seppur con una visione che lo porta sempre e comunque a cercare di costruire in fase offensiva. Nel 1986-87 nelle prime 27 giornate il Foggia subisce 20 gol in 27 partite (5 nell’ultima gara che costa la panchina a Zeman persa per 5-0 contro il Cosenza) con una media di 0,74 reti a partita mentre decisamente più “permissiva” la difesa del 2010-11 guidata da Romagnoli, adesso capitano dell’Empoli in Serie A; i rossoneri subiscono 58 gol in 34 partite con una media di 1,70 reti subite a partita. In questa stagione il Foggia ha subito 42 gol in 33 partite, con una media di 1,27 gol subiti a partita.
Per quanto riguarda l’uomo gol, nel 1986-87 il capocannoniere della squadra sarà Balestri con 11 gol (realizzati con Zeman e Balestri) in 34 gare, nel 2010-11 il capocannoniere sarà Sau con 20 gol in 34 gare mentre nel Foggia di oggi è Ferrante il capocannoniere con 15 gol in 33 gare.
Commentando i numeri notiamo come questo Foggia è una via di mezzo tra quello dell’86-87, squadra più pragmatica e decisamente meno spettacolare, e quello del 2010-11, dove la spensieratezza della gioventù ha inciso molto sulla produzione eccellente in fase offensiva ma anche sulle evidenti lacune difensive. Speriamo che questi ragazzi riescano, a differenza dei loro illustri predecessori, a regalarci i playoff magari con una posizione migliore del sesto posto targato 2010-11.
Tullio Imperatrice