Derby d’Apulia, i protagonisti: Franco Mancini e i trascorsi emblematici a Foggia e Bari
Il derby tra Foggia e Bari è sempre stato ricco di rivalità, in campo e sugli spalti.
Nonostante ciò, biancorossi e rossoneri condividono alcuni aspetti in comune: il calore e le ambizioni dei tifosi, la storia centenaria, dei calciatori che hanno indossato entrambe le casacche. Tra i più illustri c’è Franco Mancini, un’icona a Foggia, a cui è dedicata la Curva Nord dello Zaccheria.
Con i satanelli, Mancini fu un assoluto protagonista della scalata dalla Serie C1 alla Serie A. Leggenda narra che Peppino Pavone lo contattò mentre Mancini era diretto al panificio nel quale lavorava, a Matera. Nonostante la squadra di Zeman subisse molti gol, raramente la prestazione del portiere era insufficiente, anche perché Mancini non era un estremo difensore che si limitava a neutralizzare i tiri avversari. Per il Boemo proporre un calcio offensivo e propositivo era una delle priorità, e il portiere originario di Matera era il primo calciatore ad impostare la manovra. A tal proposito venne definito “il libero con i guanti” e sono indimenticabili le sue uscite palla al piede, dopo aver anticipato gli avversari a venti metri dalla sua porta: emblematico fu, ad esempio, il sombrero ai danni di Van Basten. Franco Mancini è il quarto calciatore con più presenze con la maglia del Foggia, dopo Pirazzini, Colla e Nocera.
Dal 1997 al 2000 vestì la maglia del Bari collezionando 95 presenze e contribuendo a tre salvezze memorabili per i galletti. I tifosi lo ricordano con grande affetto per le sue parate spettacolari. Nel gennaio 1998, contro l’Inter, Mancini riuscì a neutralizzare Ronaldo più volte, conservando inviolata la sua porta. Alla fine, il Bari riuscì addirittura a vincere grazie ad una zampata di Masinga. La sua permanenza in biancorosso fu interrotta solo dalle incomprensioni con il tecnico del Bari Eugenio Fascetti.
Oltre alle doti tecniche, di Mancini tutti ricordano anche le qualità umane. Così lo definì Daniele Sebastiani, presidente del Pescara, dopo l’infarto che colpì il portiere il 30 marzo del 2012: “Un ragazzo eccezionale e un professionista serio. Francesco era una persona dall’umanità incredibile. Aveva giocato ad alti livelli, ma fuori dal campo era una persona semplice ed umile. Un ragazzo da dieci e lode. Ci mancherà da matti“.
Franco Mancini ha scritto la storia di Foggia e Bari che sabato si scontreranno nel derby d’Apulia ed è uno dei migliori sportivi che la Puglia può vantare di aver vissuto per anni.
Antonio Iammarino