A meno di 30” dallo scadere, allo Zaccheria, Kragl ha appena mandato fuori il “tiro della staffa”, un metro oltre il palo a destra di Minelli (ultima speranza di evitare una meritata sconfitta contro il Brescia), che già vedo qualcuno in gradinata che si gira e mi guarda, quasi soddisfatto, come per dirmi: <adesso non sogni più?> Così la corsa al “io l’avevo detto…” si è immediatamente aperta e le iscrizioni alla “fiera dell’ovvietà” si sono subito impennate, dallo stadio ai social e dai social ai giornali ed alle tv locali. Tranne me e i soliti inguaribili ottimisti, sembra che in molti avessero pronosticato che dopo quattro vittorie… che dopo tanta ingiustificata euforia… che dopo tutta quella pressione addosso alla squadra… insomma, che avremmo perso, che non potevamo e non dovevamo sognare, pensare in grande, che quando si vuole arrivare in alto, e non se ne hanno forza ed esperienza, a cadere a terra poi ci si fa più male.
Volendosi cimentare in una analisi antropologica semiseria del tifo rossonero, non potremmo non isolare due archètipi tra i più caratteristici. Senz’altro ci sono i “bipolari”, quelli che se oggi vinci “nemmeno il Real Madrid…”, ma se la settimana dopo perdi “l’allenatore è da esonerare…”. Gente che si accende come fosse paglia sotto il sole d’agosto, inguaribili ottimisti quando le cose vanno bene, depressi endemici anche solo se la Juve ti batte 1-0 a Torino su rigore inesistente al ‘90, dopo che magari l’hai dominata prendendo due pali ed una traversa! Poi ci sono i complottisti ed i catastrofisti, quelli che hanno “misteriose” fonti certe in società e che, per esempio, ti riferiscono (e si inventano) di sanguinose faide negli spogliatoi, agguati a Stroppa, divisioni tali da far sembrare vecchi amici Guelfi e Ghibellini. Pessimisti cronici che se il Foggia finisse primo in serie B si rammaricherebbero perchè raggiungerebbe sì la serie A, ma non la qualificazione per i preliminari di Europa League! Per completezza d’indagine ci sarebbero anche i “separati in casa” devoti a Stroppa gli uni ed a De Zerbi gli altri, specie nuovissima della quale abbiamo già ampiamente dissertato e che, vivendo di vita propria in contrapposizione avulsa dai risultati sportivi del Foggia, questa volta non prenderemo in esame.
Queste categorie sono peró la minoranza “rumorosa” del nostro tifo. Sono quelli che si espongono, che fanno parlare di sè, che impazzano tra un “post” e un “tweet” e sui sempre più numerosi gruppi WhatsApp. La stragrande maggioranza “silenziosa”, il Foveae parmularius communis (tifoso del Foggia comune), invece “pensa positivo” a prescindere (razza a cui appartiene chi scrive). È avvezzo alle sconfitte, alle delusioni ed alla sofferenza, tutta roba che ha scritte nel DNA dalla nascita, ma ha una fede incrollabile ed un cuore a prova d’infarto. Se stà male e non ha piu il dono della parola dopo una partita persa (ieri ho chiesto a più d’uno di fare la clip al mio posto), il giorno dopo è già proiettato alla gara a venire. Ma sì, vinceremo la prossima, “sursum corda!” E via così di fiducia fino al sabato successivo (che poi questa volta è già martedì sera). La valigia è già pronta (sul letto) e i motori sono accesi. Appuntamento a Novara a sfidare il gelo siberiano in tanti che nemmeno Garibaldi a Quarto avrebbe mai sognato di radunare, ma con il solito imprescindibile obiettivo: vincere!
Così se Rossella O’Hara, persa una guerra, una fattoria, una figlia e l’amore dell’affascinante capitano Rhett Butler riesce ancora a vedere il cielo blu sopra le nuvole, per noi, fidanzati non corrisposti delle magiche maglie rossonere, domani sarà sempre un altro giorno!
Francesco Bacchieri – www.ilfoggia.com