Foggia, avv. Tortorella sull’inchiesta: “Ecco cosa rischiano club e tesserati”
Flavia Tortorella, avvocato del Foro di Roma ed esperta di Diritto Sportivo, in un’intervista rilasciata al portale alfredopedulla.com ha parlato della vicenda legata all’inchiesta conclusa ieri dalla Procura Federale della FIGC sulla vicende legata a Fedele Sannella e Massimo Curci.
Ecco l’intervista integrale:
Avvocato, che tempi possiamo aspettarci in merito alla conclusione del procedimento sportivo?
“Al Foggia è stata notificata la chiusura delle indagini, adesso la società e tutti i soggetti coinvolti avranno un breve termine per iniziare ad organizzare la loro difesa, dopodiché dovrebbero scattare i deferimenti, dopo i quali avrà inizio il processo vero e proprio. L’udienza dibattimentale potrebbe anche essere fissata nel giro di un mese, poi dipenderà dall’attività dei difensori, dalle eventuali eccezioni che questi andranno a proporre. Fermo restando che è importante capire se sia avvenuta la totale trasmigrazione del materiale probatorio dalla sede penale a quella sportiva. Un passaggio fondamentale. Diciamo che un giudizio di primo grado semplice, documentato e documentabile, potrebbe anche concludersi in 2-3 mesi. La tempistica è importante anche sul fronte della retroattività delle eventuali sanzioni”.
Veniamo proprio al punto: cosa rischia il Foggia?
“Premettendo che siamo nel campo delle ipotesi, non è facile rispondere a questa domanda. Innanzitutto dipenderà dal tipo di responsabilità addebitata e dalle violazioni contestate, ritengo che si andrà oltre quella relativa all’art 1 bis sui principi di lealtà, correttezza e probità, una violazione molto generica che viene legata a quella di altre norme, penso agli articoli 8, 10 del Codice oppure al 94 delle Noif, tutte disposizioni che potrebbero essere richiamate dalla Procura. In linea teorica il ventaglio di sanzioni è molto ampio, si potrebbe andare dalla penalizzazione alle sanzioni più estreme, a partire dalla retrocessione. La situazione potrebbe anche essere più grave rispetto a quella della Nocerina, perché dal punto di vista penale si parla anche di riciclaggio”.
Cosa rischiano i tesserati coinvolti?
“Di solito i dirigenti sono i più esposti, anche in base alla sussistenza o meno del potere di firma. A maggior ragione nel caso in cui si parla di implicazioni penali importanti, di somme che si ritengono derivanti da illeciti, proventi poi reinvestiti nella società. Il criterio è quello del disvalore del fatto, nell’ottica della Procura con un quadro del genere per i dirigenti potrebbero essere chiesti fino a 4-5 anni, ma anche la preclusione. Per quanto concerne giocatori o allenatori, in caso di colpevolezza all’esito di un procedimento pieno, si potrebbe arrivare fino ai 6 mesi di squalifica. Magari i provvedimenti potrebbero essere parametrati alle somme eventualmente percepite dai singoli. Sarà compito dei difensori individuare le strategie più idonee. È previsto anche il patteggiamento, soluzione che io personalmente non prediligo ma che consentirebbe una forte riduzione della pena base. Senza dimenticare che in secondo grado le eventuali sanzioni potrebbero essere ridotte. Ad ogni modo, non si possono fare previsioni certe, lo ribadisco ancora una volta, prima di aver avuto piena contezza delle accuse mosse dalla Procura. E bisogna tener presente che in sede di Giustizia Sportiva possono sempre esserci sorprese, sia sul fronte delle richieste che delle conseguenti decisioni”.