Il Foggia espugna Catania e mantiene a distanza il Lecce. Decide un autogol di Gil

La maledizione dell’ex Cibali, ora ribattezzato Massimino, resta. Nessuno degli uomini di Stroppa riesce ad andare a rete in Sicilia. A cadere, invece, è il tabù delle vittorie. Un autorete di Gil che di testa ha deviato nella propria porta il calcio di punizione teso di Chiricò consente al Foggia ugualmente di espugnare Catania e mantenere quattro distanze di lunghezza dal Lecce.

LE FORMAZIONI. Grosse sorprese, da una parte e dall’altra, all’annuncio delle formazioni. Nel Foggia Stroppa sceglie Agnelli a centrocampo accanto ad Agazzi e Deli. A farne le spese è Vacca che parte dalla panchina. Nel Catania mister Pulvirenti, dopo le tre sconfitte consecutive, ricorre ad una piccola rivoluzione tornando al 4-3-3. La linea difensiva è composta da Parisi, Gil, Bergamelli e Marchese, a centrocampo Bucolo, Scoppa e Biagianti, in avanti il tridente stipe Napoli di Sarri con Di Grazia e Russotto esterni e Mazzarani falso nueve.

PRIMO TEMPO. La prima frazione di gioco scorre senza particolari sussulti. Nel primo quarto d’ora mancano del tutto le emozioni e i primi tentativi da una parte e dall’altra, di Bucolo per il Catania e Coletti per il Foggia, sono velleitari. Un paio di errori in difesa da parte dei rossoneri rischiano di spalancare la via per il gol a Mazzarani ma in entrambe lo occasioni le conclusioni sono malamente sbagliate. Al 27′ è ammonito Martinelli, in maniera forse esagerata, per un intervento scomposto sullo stesso Mazzarani. L’occasionissima per il Foggia, improvvisa, arriva alla mezzora. Imbucata di Coletti che taglia tutta la difesa e raggiunge Di Piazza tutto solo davanti a Pisseri, conclusione strozzata fuori di poco. Nel finale, c’è tempo solo per annotare l’ammonizione di Scoppa nel Catania dopo uno sgambetto ad Agazzi.

RIPRESA CON IL BOTTO. L’inizio del secondo tempo regala l’episodio decisivo. Tiro velenoso di Chiricò su punizione dalla destra, il difensore catanese Gil si avventa di testa spedendo il pallone nella propria rete. L’esterno rossonero esulta insieme a tutti i componenti della panchina. A questo punto però si sveglia il Catania. Russotto si ricorda di essere l’esterno di qualità cercato più volte sul mercato dal Foggia e mette in difficoltà la retroguardia rossonera. Stroppa allora corre ai ripari. Doppio cambio al 62′. Fuori Deli e Chiricò, in campo Gerbo e Maza. Qualche minuto dopo però Loiacono è costretto alle maniere forti per fermare Russotto e becca il cartellino giallo.

FINALE. Il mister siciliano Pulvirenti ci crede e al 70′ manda in campo l’attaccante Tavares al posto del centrocampista Bucolo. È il Foggia però a rendersi pericoloso. Al 72′ Di Piazza si divora il raddoppio servito davanti a Pisseri da Gerbo, dopo che il centrocampista rossonero aveva superato in velocità Bergamelli. Subito dopo uno scatenato Russotto costringe Coletti ad atterrarlo e a beccare il cartellino giallo. Punizione pericolosa dal lato corto dell’area di rigore dalla quale nasce la migliore occasione per il Catania. Batte Russotto e Mazzeo tenta di ‘restituire il favore’ ai siciliani rischiando l’autogol con un tocco maldestro che sbatte sulla traversa. Un minuto dopo ancora un brivido per il Foggia con una doppia conclusione di Russotto e Di Grazia: la prima è respinta da Guarna, la seconda termina di pochissimo a lato. Entra anche Pozzebon al posto di Mazzarani e il Catania tenta il tutto per tutto. Ci si avvia verso il finale e allora Stroppa si gioca l’ultimo cambio. Figliomeni rinforza la difesa subentrando a Rubin. Si passa al 3-5-2, con Gerbo e Loiacono esterni e Di Piazza e Mazzeo in avanti: una mossa che ha il merito di addormentare la gara. Il Catania non morde più e al Foggia va bene così. Dopo quattro minuti di recupero arriva il triplice fischio dell’arbitro che regala ai rossoneri tre punti pesanti. Il Lecce non molla, battendo il Fondi 2-0 davanti al proprio pubblico ma resta a quattro punti di distanza. Mancano ancora tante finali ma ora sono ‘solo’ sette.

di Michele Gramazio – www.foggiacittaaperta.it