Foggia, le sfide contro la Salernitana e l’amarezza di 21 anni fa. Una storia da ribaltare
Le sfide tra Foggia e Salernitana? Mai banali, soprattutto in Serie B. Quest’anno ancora di più. E se Atene piange, Sparta non ride. La situazione in casa rossonera è tesa, tesissima: a dimostrarlo, oltre a risultati e classifica, sono anche le preoccupazioni dei tifosi, le offese ai calciatori e la convocazione da parte degli stessi di una conferenza stampa per cercare di placare gli animi. Ma in terra campana la situazione non è migliore. Perché il 2-5 rimediato all’Arechi contro il Carpi ha rappresentato per i più la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Feroce la contestazione contro la società presieduta da Lotito e Mezzaroma, deserta la Curva Sud Siberiano che è il cuore pulsante del tifo granata.
Per il Foggia è la partita che sa di ultima spiaggia. Vincere può voler dire rimettersi in carreggiata quantomeno per i playout ed inguaiare, allo stesso tempo, proprio la formazione guidata da Gregucci. Fa ancora male quanto accaduto nella stagione 1997/98: la Salernitana, allora promossa in A, sconfisse in casa la formazione guidata da Mimmo Caso spedendola in Serie C1 dopo 9 anni trascorsi nel calcio che conta. Ed inagurando, coi fatti ma senza volerlo, uno dei periodi più bui della storia calcistica dei satanelli. Una delusione che riscattò il pareggio del 1990/91 che al contrario spalancò le porte della Serie A al Foggia di Zeman e quelle della terza serie nazionale ai campani.
Il Foggia vuole tornare a far pace col pubblico dello ‘Zaccheria’. Sarà una sfida calda e non solo per la nota rivalità tra le due tifoserie. Le due formazioni hanno l’acqua alla gola: vincerà chi avrà più fame. Chi perderà andrà all’inferno o comunque lo vedrà avvicinarsi di molto. Vietato morire.