Foggia, l’unico problema è il residuo tempo di mercato

Foggia, l’unico problema è il residuo tempo di mercato

Premessa: esordire contro una squadra di Zeman, atipica rispetto allo standard della altre compagini di Serie B, non aiuta. Gli schemi del boemo hanno da sempre fatto impazzire ogni difesa, così come le praterie concesse dalla sua fase difensiva permetterebbero a chiunque di creare molteplici azioni pericolose. Trarre conclusioni totalmente veritiere dopo una partita del genere non è dunque assolutamente facile.

Chiusa la doverosa premessa, si può analizzare quanto però di palese è emerso dalla batosta pescarese, partendo dalle note positive: gli esterni d’attacco. Chiricò e Fedato per gran parte di tempo a cavallo delle due frazioni, hanno seminato continuamente il panico con giocate di prestigio. Soprattutto il folletto brindisino è stato capace da solo di creare almeno 7/8 nitide occasioni, senza però finalizzarne una, aspetto su cui Stroppa deve martellare. Fedato ha sfoderato un bel piede, ribaltando completamente quanto di inefficace visto a Genova. Bene anche alcune trame di gioco, degne del miglior Foggia dello scorso anno, così come buona è stata la reazione di carattere nell’impossessarsi del pallino del gioco dopo il gol subito.

Note dolenti, capitolo difesa. Ok l’emozione dell’esordio, ok Zeman, ok il gol dopo pochi minuti, ma alcuni segnali sono stati chiari, uno su tutti: urgono rinforzi d’esperienza. Martinelli, leader o presunto tale del pacchetto arretrato, non ha minimamente sfiorato la sufficienza con la sua prestazione. Empereur come al solito è partito bene, mantenendo la concentrazione fino al 2-0. Poi ciaone. Il solito difetto di un difensore capace di rovinare sempre quanto di buono fatto in pochi attimi. Serve un capo, uno di quei mastini di difesa che conoscono la B quanto le loro tasche. Considerata la situazione non proprio idilliaca con Coletti, e le restanti 41 partite che mancano alla fine del campionato, appare sacrosanto intervenire sul mercato in tal senso. PS: ripetiamo, ok Zeman, ma gli esterni d’attacco biancazzurri sommavano 37 anni in due.

Male anche i terzini: se Rubin all’inizio di ogni campionato fatica a carburare per poi crescere e mantenere bene la sua corsia di competenza, dall’altra parte Gerbo ha dimostrato che deve ancora diventare un terzino, ergo, non può essere il titolare. Non si capisce da cosa sia dovuta questa insistenza nel non comprare un terzino di ruolo, confermata sia da Stroppa che da Di Bari. La B è fatta di Pescara, di Palermo, di Empoli, di Perugia, squadre un tantino più attrezzate rispetto alle modeste avversarie dello scorso anno.

Su Mazzeo bisogna andarci cauti: è vero che è stato forse il peggior Mazzeo visto fino ad oggi a Foggia, ma è pur vero che una prestazione non può cancellare, per ora, l’attaccante totale visto fino a Vicenza. Da limare assolutamente la sua naturalezza nell’andare a cercar palla sulla linea di centrocampo. Al Foggia serve un attaccante che stazioni in area di rigore o al limite, un attaccante capace di sfruttare i cross – molti ieri – provenienti dagli esterni. Ma il bomber campano ha spesso smentito tutti, quindi non c’è da preoccuparsi per il momento ma solo pazientare.

Centrocampo alti e bassi. Male la partenza, bene la fase centrale del match. Agazzi e Deli ancora molto timidi, Agnelli fa quel che può fino al 2-0. Fedele malino, ma è assolutamente giustificato. Spicca, e parecchio, l’assenza di Vacca.

Bene comunque che una batosta così pesante sia arrivata subito, in maniera tale da sperare nell’intervento sul mercato da parte del ds Di Bari sotto comando di Stroppa e della dirigenza, per rendere sicuramente più sicura ed esperta una rosa ancora acerba. Il tempo stringe, mancano solo tre giorni alla chiusura, ma le ultime manciate di mercato riservano sempre occasioni da sfruttare, e stavolta da Milano, bisogna tornare a mani piene.

Francesco Beccia –  www.foggia.iamcalcio.it