Il Foggia, Zeman, il -4 e tutto quello che ci frulla nella testa
(2:73)*100=2,7%
La formula esprime in percentuale quanti dei giocatori richiesti sono arrivati alla corte di Zeman: 2 arrivi su 73 in lista, cioè appena il 2,7%.
I 25 punti in classifica scritti con un pastello bianco sottolineano l’ottimo lavoro svolto da un maestro tornato in cattedra nell’Università che l’ha reso Magnifico Rettore. Le 15 partite giocate hanno inserito nelle caselle dello score rossonero i seguenti numeri: 6 vittorie, 7 pareggi e 2 sconfitte. 22 gol segnati e 14 gol subiti. 32 ammonizioni e 2 espulsioni.
Se i risultati del quarto Foggia di Zeman dicono che i rossoneri segnano poco, i numeri parlano all’incontrario. Le 22 reti all’attivo fanno del reparto offensivo dei pugliesi il quinto miglior attacco del Girone C (in testa c’è la Turris con 29 marcature). Probabilmente, l’insoddisfazione nel reparto offensivo dei tifosi trova spiegazioni percorrendo due strade. La prima è quella relativa ai risultati. Vincere 1-0 con il Monopoli consente di aggiungere un +3 in classifica ma non di giochicchiare con il pallottoliere (colpa di quella nostalgia anni ’90). Stessa cosa se si pensa ai pareggi con Latina, Picerno, Juve Stabia, Monterosi e così via. Il secondo viale delle soluzioni all’enigma “attacco poco pungente” porta dritto all’infermeria. Lettini e palestre sono occupati da attaccanti, soprattutto se i calciatori in questione portano i nomi di Davide Merola e Andrea Di Grazia. Dicembre è il mese del calciomercato, shopping che il Foggia potrebbe fare proprio nella propria rosa, recuperando l’11 e il 25 rossonero visti poco (e forse, anche male).
Il campionato è entrato nel vivo, a dimostrarlo non è solo il rapido susseguirsi dei turni, ma anche il ribollire di umori. È un fuoco lento quello che riscalda l’ambiente rossonero che recrimina i 4 punti tolti dal Tribunale Federale, la notizia non venuta fuori per tempo, il ricorso dei due ex tesserati Anelli e Gentile, senza dimenticare qualche punticino perso per strada a causa di qualche ingenuità.
A placare gli animi è l’ideologo di Zemanlandia nonché direttore sportivo del club rossonero, Peppino Pavone, che dichiara: “Non abbiamo costruito una rosa ammazza campionato, ma il nostro lavoro mira a gettare le basi su obiettivi futuri. Tutte le persone che al momento lavorano per il Foggia Calcio hanno un solo obiettivo: il bene della società. Vogliamo tracciare un futuro per questa realtà. Avvertivo un’aria pesante – spiega il ds il motivo della sua presenza in conferenza – e personalmente non mi sembra il caso”.
È il calcio, è la piazza, è la voglia di vincere sempre e comunque quando in panca c’è un certo Zdenek Zeman. Eh già, il maestro boemo, è la vera arma segreta di questo Calcio Foggia 1920 2021/2022. Un’arma che potrebbe rivelarsi a doppio taglio se gli obiettivi, col tempo, si nascondono dietro l’orizzonte. “Con i se e con i ma è difficile ragionare. Magari con una squadra attendista perdi a Bari, non vinci in casa, non recuperi la partita con il Catania. Bisogna capire che la partita finisce quando l’arbitro fischia la fine, bisogna capire che quando vinci 1-0 non è un risultato da gestire. I ragazzi devono entrare in questa mentalità, non è semplice. E poi, il giocatore si vede quando gli metti la maglia addosso da titolare”, ha dichiarato il ds Pavone ai media focalizzando l’attenzione proprio sul fenomeno Zeman.
È andata deserta anche la settima asta per l’acquisto dello storico marchio rossonero che sembra, sempre più, essere finito in una gabbia. Per provare a liberarlo nuovamente bisognerà aspettare il 7 dicembre 2021, quando l’ottava asta avrà una base di partenza fissata a €65.000.
È inspiegabile come uno dei simboli di una comunità sia ancora imprigionato tra aste e tribunali. Possibile che a nessuno sia venuta l’idea di vendere, al prezzo simbolico di €1 o €2, pennarrelli (magari di colore rosso o nero) come raccolta fondi organizzata dalla comunità con lo scopo di regalare, anzi regalarci, quello che ci appartiene?
Enigmi e domande che alla fine, come sempre, troveranno risposta attraverso il giudice supremo del mondo pallonaro: il campo.
Altre quattro gare prima del giro di boa attendono Ferrante&Co., con un calendario da non sottovalutare: Vibonese, Catanzaro, Francavilla e Avellino. Il Foggia che fino ad oggi ha mostrato di essere un adolescente alla ricerca della consapevolezza di cosa fare da grande, domenica 19 dicembre potrebbe dirci chiaramente cosa vuole fare di questo campionato, magari allontanando la “pareggite cronica” accusata negli ultimi due mesi…
Daniel Miulli