QUI CREMONA – Quando il grigio-rosso torna di moda
La Lega Pro in questa stagione 2016/2017 ha deciso di vestire “Vintage”. Dopo l’arancio-nero-verde veneziano, il rossonero foggiano, il grigio-rosso di Cremona è tornato ad essere splendente e vivo.
“Andàa in bróot de gìgiule”, questo avrà pensato ed esclamato più di qualcuno a Cremona. Andare in brodo di giuggiole, letteralmente. Quel gol di Scarsella al minuto 87’ di una partita più complicata del previsto contro la Racing Roma, ha riportato la Cremonese, dopo 11 anni, in Serie B dopo un epico scontro a distanza con l’Alessandria, mettendo fine a una maledizione durata tanto, forse troppo, per una piazza che tanto ha dato al calcio italiano. Cremonese in B che è un salto indietro nel tempo, un salto negli anni ’80-’90 con i grigio-rossi di Attilio Lombardo, di Antonio Cabrini e Gianluca Vialli, cremonese D.O.C.
IL MISTER – Attilio Tesser, l’uomo dei miracoli, dopo la promozione con il Novara nella stagione 2009/2010, si ripete a Cremona dopo aver inseguito questo sogno per quasi un anno. Ma questa volta è una storia incredibile. Josè Mourinho diceva “è meglio un allenatore fortunato, che uno bravo” e che sia chiaro, Tesser è uno dei migliori mister della Lega tanto che il Palermo ci sta facendo un pensierino per l’anno prossimo. Tuttavia, è innegabile che il magnifico risultato della Cremonese è frutto di un karakiri clamoroso dell’Alessandria, in grado di dilapidare 13 punti di vantaggio in poco più di due mesi, arrivando a perdere un campionato in virtù degli scontri diretti. Chi vince, però, ha sempre ragione. A gennaio a Cremona forse erano in pochi a crederci. Tra questi pochi, c’era sicuramente lui. Attilio Tesser. “A gennaio chi ci credeva? Io so benissimo che una squadra può vivere un momento difficile, il calcio è questo. Abbiamo creduto in noi stessi, abbiamo dato il massimo. Voglio fare i complimenti all’Alessandria, è una grande squadra. Hanno fatto un grande girone d’andata, noi ci siamo fatti trovare pronti quando loro sono andati un po’ in difficoltà“. Questo sintetizza al meglio il compito svolto dal mister di Montebelluna. E’ stato in grado di mantenere alta la soglia dell’attenzione facendosi trovare pronto nel momento clou. La Cremonese è stata in grado di mantenere una costanza rivelatasi poi fondamentale, 39 punti all’andata e 39 punti nel girone di ritorno, non senza qualche brivido. Settantotto, i punti conquistati dai lombardi in 38 giornate, quattro in più del Novara ‘14/’15 che vinse il Girone A con 74 punti, in quello che era stato l’ultimo campionato a 20 squadre.
IL CAMPIONATO – Per la Cremonese sembrava tutto troppo in salita dopo il girone d’andata. Alessandria dal ritmo infernale, 19 risultati utili consecutivi, un girone intero senza perdere: 15 vittorie e 4 pareggi, 49 punti e una media di 2.57 punti a partita. Fino al giro di boa i ragazzi di Tesser arrivano ad accumulare un distacco di 10 punti con 39 punti e una più che discreta media di 2.05 punti a partita. Campionato se non chiuso, almeno fortemente compromesso. Alla vigilia di Cremonese-Alessandria del girone di ritorno, i punti che separavano le due formazioni erano 13, come la gare che mancavano alla fine del campionato. Da qui partì la rimonta grigio-rossa: un gol di Brighenti regala lo scontro diretto ai lombardi, poi tre vittorie consecutive contro Arezzo, Olbia e Tuttocuoio accorciano ulteriormente le distanze. Il pareggio interno con il Pontedera sembra precludere i sogni di gloria, invece questo pari diede il via al rush finale della banda di Tesser: Siena, Como, Lupa Roma. L’Alessandria lì a un solo punto e il 13 aprile in virtù del pari della squadra di Braglia con la Viterbese e della vittoria della Cremonese a Prato, il primo posto cambia proprietario dopo quasi 9 mesi, proprio sul più bello. Ma non finisce qui. All’ultima giornata dopo la sconfitta dei “violini” (soprannome dei giocatori della Cremonese) a Livorno e il pari dell’Alessandria contro la Lupa Roma, le due compagini arrivano appaiate a quota 75 con una gara da giocare e con la Cremonese in vantaggio per gli scontri diretti. A Cremona arriva la Racing Roma, fanalino di coda e in precaria situazione economica. I laziali minacciano di scioperare e non presentarsi nel capoluogo di provincia lombardo ma alla fine tutto va per il verso giusto e la partita si gioca. Eccome se si gioca. Partita vera. I laziali non ci stanno a recitare il ruolo di “sparring partner” anche se dopo 3’ vanno in svantaggio con un gol del solito Scappini. La Racing Roma si spinge in avanti, ci prova e causa un errore di Ravaglia, prima pareggia e poi trova il vantaggio con un penalty di Sousa. Nel frattempo l’Alessandria va in vantaggio con il Pontedera e a trenta minuti dalla fine del campionato sarebbe vincitrice del campionato. Alla Cremonese servono due gol. Sotto il diluvio, al 67’ Scappini trova prima il pari e a soli 3’ minuti dalla fine è Scarsella a regalare la B ai grigio-rossi con gli undicimila dello Zini in delirio e l’Alessandria tra le lacrime. Finiva così uno dei campionati più avvincenti degli ultimi anni con la Cremonese in Paradiso e con i piemontesi pronti a recitare un “mea culpa” per aver sciupato un vantaggio incredibile.
ROSA – “L’Alessandria teneva un passo da record mondiale, sarebbe dovuta arrivare a 105 punti e lo ritenevo impossibile. Ho sempre detto ai miei di non guardare l’Alessandria ma di prepararci ad un grande filotto di vittorie come ci era riuscito a Gubbio con Torrente. Lo avremmo dovuto fare verso marzo e così è successo. Mentre a Cremona abbiamo avuto a disposizione un budget totalmente diverso: anche se a differenza di piazze come Venezia, Parma, Lecce, Foggia, Alessandria o Livorno, forse abbiamo speso di meno” così Stefano Giammaroli, ds grigiorosso, ha commentato il successo ottenuto dalla Cremonese paragonando gli investimenti del club di Cremona con quelli di altre piazze. Ancora una volta è stata smentita la relazione “spendo, quindi vinco” in Lega Pro, a testimonianza di come sia un campionato sempre più difficile. Come detto, chi vince ha sempre (o quasi) ragione ma anche a Cremona saranno consapevoli del fatto di aver avuto un pizzico, o qualcosa in più, di fortuna. Questo doveva essere il campionato della Cremonese, e il pari dell’Alessandria contro la Lupa Roma alla penultima giornata lo ha confermato. Un miracolo sportivo fatto di profilo basso, professionalità, competenza ed esperienza. Quell’esperienza di gente come Lucchini, Gemiti, Moro e Canini che più di qualcuno ricorderà in Serie A con le maglie, rispettivamente, di Atalanta, Udinese, Empoli e Cagliari. Gente come Belingheri e Porcari è in grado di fare la differenza in Lega Pro e uno come Pesce giocherebbe quasi ovunque nella terza serie italiana. Menzione d’onore per Scarsella autore del gol promozione e vero e proprio valore aggiunto di questa squadra. Come certificano anche i numeri, il miglior reparto grigio-rosso è stato attacco: Brighenti-Scappini-Maiorino sono un tridente da 36 reti, quasi il 50% delle segnature del gruppo di Tesser. L’unico punto “debole”, se così si può dire, è quello del portiere. Nell’ultima gara di campionato proprio un “infortunio” di Ravaglia ha complicato i piani dei lombardi. Tra i prospetti più interessanti, sicuramente il terzino sinistro Procopio classe 1996 e il centrocampista Cavion classe ’94.