L’avversario: Ischia Calcio. Rispolone: «La vittoria col Savoia arriva proprio nel momento clou della stagione»

L’avversario: Ischia Calcio. Rispolone: «La vittoria col Savoia arriva proprio nel momento clou della stagione»

L’Ischia “erra” con l’Aversa Normanna ma non “persevera” col Savoia. Dopo lo scivolone della scorsa settimana, i ragazzi di Maurizi si riscattano prontamente e guadagnano due posizioni in classifica. Per la salvezza diretta serviranno tanti altri risultati come quello di ieri l’altro, ma con l’infermeria che pian piano si svuoterà un pensierino all’obiettivo “grosso” lo si potrà fare.
Nel frattempo ci si gode il successo nel sentito derby col Savoia. Un toccasana per un ambiente caduto in depressione a seguito della debacle con la Normanna. Sabato scorso l’Ischia non ha ripetuto l’indecorosa prova del turno precedente. Pur senza sciorinare calcio-spettacolo (ricordiamo sempre le condizioni quasi estreme del “Mazzella”), i gialloblù hanno vinto legittimamente, rischiando nulla (il rientrante Mennella ha dovuto sporcarsi i guanti solo in pieno recupero, a risultato già acquisito) e costruendo sicuramente di più rispetto ad un Savoia assai deludente in tutte e due le fasi.
Ispirata da un Gerevini che ha beneficiato della protezione di Finizio e Chiavazzo e dunque del nuovo schieramento, e trascinata da un Infantino il cui rendimento sinora è soddisfacente (quattro gol di cui due decisivi sabato, e poi tira in porta!), l’Ischia ha messo sotto una diretta concorrente ed ora guarda con un pizzico di fiducia in più alle due gare con Foggia e Catanzaro (due formazioni che stanno viaggiando bene), preludio alla trasferta di Pagani.
«La vittoria col Savoia giunge nel momento più importante della stagione. Diversamente, si sarebbero aperti scenari problematici» è, in estrema sintesi, il commento di un esperto di calcio come mister Vincenzo Rispoli. Il popolare “Rispulone”, tecnico gialloblù nei gloriosi Anni Novanta (nel 95/96 era alla guida dell’Ischia che vinse contro gli oplontini con un gol di Di Costanzo), ha commentato per noi il match di sabato scorso con la consueta schiettezza.
Mister, col Savoia una vittoria salutare…
«Questa vittoria giunge nel momento più importante del campionato. Se non si fosse vinta questa gara, ci sarebbe stato il rischio di uno scoramento della squadra ed anche la serenità dello spogliatoio ne avrebbe risentito. La vittoria – aggiunge l’esperto tecnico – è stata meritatissima. Il primo gol è nato da un calcio di punizione molto bello con conseguente tap-in di Infantino. Il secondo gol invece è stato un bellissimo regalo da Torre Annunziata, impacchettato e confezionato per bene…».
Mister Maurizi ha deciso di accogliere le istanze della piazza, che auspicava un ritorno all’ischitanità. Infatti c’è stato il rientro fra gli undici del capitano Gigi Mennella e di Andrea Impagliazzo.
«Mennella è stato mio allievo nel campionato di C/1 1997/1998, quando faceva il secondo a Di Muro. Col suo ritorno tra i pali l’Ischia ne guadagnerà come protezione, ma anche a livello psicologico. Si tratta di un leader e i leader sono importanti negli spogliatoi, perché quando mancano allora c’è il rischio che si creino frizioni. A mio parere, anche se è in età avanzata (calcisticamente parlando), Gigi non è secondo a nessuno. Perciò sono sicuro che darà il suo contributo sia in porta che, cosa essenziale, nello spogliatoio».
L’Ischia nel mercato di gennaio è stata rivoltata come un calzino. Secondo voi ora l’organico è più competitivo rispetto a quello con cui si è cominciata la stagione?
«Nell’Ischia iniziale secondo me c’era qualche buon giocatore, ma se devo fare un’analisi a trecentosessanta gradi devo innanzitutto dire che Pino Taglialatela e Isidoro Di Meglio sono stati lasciati un po’ soli ed hanno dovuto metterci la faccia in tantissime situazioni. Poi, improvvisamente, come la pioggia dal cielo, l’Ischia ha cambiato aspetto e si sono presi tanti giocatori. Alcuni, però, che sono andati via li rimpiango».
Tipo?
«De Agostini, un ottimo giocatore che a me piaceva tantissimo. Anche Rainone, sebbene secondo me Impagliazzo, per entusiasmo e prestanza fisica, non gli è secondo. Eppoi ha origini ischitane. Ricordatevi che il sangue non mente mai… È la storia che lo dice, non Vincenzo Rispoli».
Ma era il caso di fare una rivoluzione così profonda?
«Io so che alcuni giocatori volevano andare via. Qualcuno, come detto, poteva benissimo rimanere e si potevano prendere in più quelli arrivati adesso, salvo qualcuno che non serve a niente… Comunque – prosegue Vincenzo Rispoli – va detto che l’allenamento tattico che si fa in settimana se ne va a farsi benedire per le condizioni veramente vergognose del “Mazzella”. Allora hai voglia di lavorare sui movimenti, ma su un campo del genere le partite diventano soltanto una battaglia in cui le squadre si prendono reciprocamente a pallonate. Questo è l’unico gioco che si può fare su quella risaia. Voglio anche aggiungere che ho gradito molto l’intervento in settimana di Vicky Di Bello, che finalmente si è fatto sentire con la squadra, con lo staff e con l’ambiente. La definirei: la “cura Di Bello”…».
Su Di Bello ci torniamo subito. Ma, nel frattempo, una domanda secca: la salvezza diretta è ancora possibile?
«Sì, io sono sempre stato fiducioso. Lo sono per natura. Per me, quando l’Ischia recupera i tre-quattro infortunati, diventa una squadra competitiva e se la può giocare con tutti. Soprattutto fuori casa deve andare senza paura, deve andarsi a giocare la partita col vigore e la forza agonistica che mette in casa».
Ed eccoci a Di Bello. Ieri eravate in tribuna centrale. Avete assistito all’increscioso diverbio che ha visto protagonista l’amministratore unico gialloblù?
«Non ho sentito cosa è accaduto, ma mi sono avvicinato perché proprio in quel momento l’Ischia aveva fatto gol e mi dispiaceva per quell’episodio. Secondo me non dico tutti, ma qualcuno, potrebbe anche mettersi un bel catenaccio sulle labbra e non offendere questo ragazzo che per l’Ischia sta dando l’anima».
In settimana si è deciso di indire il silenzio stampa e di far svolgere gli allenamenti a porte chiuse. Secondo voi queste mosse portano realmente dei benefici alla squadra o servono solo per fare qualche “dispettuccio” a qualcuno?
«Se la stampa sta continuamente negli spogliatoi e osserva tutte le situazioni, allora fanno bene. Se invece la stampa sta al posto suo, allora il silenzio stampa non serve a niente».
La querelle Lotito-Iodice. L’Ischia, in un certo modo, ha ricevuto una grande esposizione mediatica. Ma, al di là dell’aspetto pubblicitario, non c’è il rischio di ripercussioni sulla squadra?
«Lotito certamente in Federazione conta tantissimo, sebbene la sua Lazio sia fra le squadre più penalizzate del campionato di Serie A. Iodice ha mostrato di avere gli attributi, però forse ci doveva pensare un po’ su prima di agire. Ma non tanto per ripercussioni ai danni dell’Ischia: a queste cose io non credo. Ripeto: Iodice ha dimostrato di avere gli attributi – conclude – ma spero che l’abbia fatto per onor di Patria e non per pubblicità».

Fonte: www..ildispariquotidiano.it/

Categoria: L'Avversario