Salernitana: Fabiani, “Molti dovrebbero farsi un esame di coscienza. Non siamo gli zimbelli di nessuno”
Quella col Melfi, è stata una prestazione che di certo non ha convinto tifosi ed addetti ai lavori, ma anche la società che attraverso le parole del direttore Fabiani ha espresso la propria amarezza per la brutta partita con la squadra di Bitetto nonostante le dichiarazioni di Lotito nell’immediato post – gara all’insegna della distensione. Il diesse granata, ha dichiarato al quotidiano “La Città”: “Non posso rimproverare alcunché a Menichini – esordisce – perché alla vigilia della partita ha fatto giuste considerazioni mandando in campo il meglio che ha potuto vedere nei due allenamenti che ci separavano dalla sfida al Melfi. Poi in campo la partita è stata a senso unico”. Il direttore prosegue: “E’ stata una partita nella quale realmente abbiamo trovato un punto. E’ chiaro che molti – più di qualcuno – dovrebbero farsi un esame di coscienza. Vedo gente mentalizzata e gente non mentalizzata. Come società, questa non mentalizzazione non passerà inosservata. Questo è un avviso ai naviganti. Se non c’è stata disfatta totale lo dobbiamo a chi – mentalizzato – ha dato fondo a tutte le proprie energie per evitare il ko. Tradire la fiducia dell’allenatore significa tradire la fiducia della società. Se l’allenatore ci passa sopra, la società no. Questa non è una critica all’allenatore che ha gestito bene. Anzi, ho parlato di fiducia che ha dato e in cambio ha ottenuto zero e non è possibile, noi non ci stiamo”.
Fabiani è pronto a mandare via chi non da il massimo per la causa granata: “Chi non è mentalizzato può cominciare a preparare le valigie, altrimenti gliele preparo io. Ci sono stati infortuni, contrattempi, defezioni ed è un dato di fatto. La Salernitana, però, non è una squadra composta da undici elementi ma da ventitré-ventiquattro che sono tutti sullo stesso piano, hanno dei valori e in ossequio a quei valori tecnici devono rendere. Hanno tradito la fiducia e questo mi dà enormemente fastidio. Chi non se la sente, alza la mano e dice: ‘non me la sento, non ce la faccio’. Chi alza la mano vuol dire che se la sente, che non ha problemi di alcun genere e quindi in campo deve correre, correre, ancora correre. Se andiamo tutti in campo consapevoli di dover superare – tutti insieme – la soglia della fatica, lo facciamo di squadra e va tutto bene. Se sette-otto lo fanno e tre-quattro non lo fanno perché non mentalizzati, mettono in difficoltà la restante parte della squadra, il tecnico, la società e deludono i tifosi. Che vuoi dire ai tifosi? Pure ieri hanno incoraggiato, applaudito, encomiabili”. L’intervista si chiude con un monito: “Poche chiacchiere, poche lamentele. Noi non siamo gli zimbelli di nessuno e da oggi in poi si aprono scenari che non ho mai considerato prima”.