Lettera aperta alla proprietà del Foggia Calcio 1920

Lettera aperta alla proprietà del Foggia Calcio 1920

Buona sera mi chiamo Mauro Fiore,

Mi sembra banale presentarmi come un gran tifoso del Foggia, anzi mi sento piuttosto un semplice tifoso rossonero, il che significa già tantissimo.

Volevo dirigere due parole al patrón Canónico e a suo figlio. Nutro un forte sentimento di rispetto nei vostri confronti e mi sento di ringraziarvi per il gesto che avete fatto, denunciando le vessazioni e minacce estorsi e di tipo mafioso. Certa gente che invece di andare a lavorare si dedica quotidianamente a offendere e distruggere la nostra terra nel migliore dei casi merita il carcere.  Mi dispiace molto per lei e per la sua famiglia. Noi abbiamo bisogno di questo! 

Anche se lei dovesse sportivamente finire la sua esperienza questo gesto resta e le fa onore, senza mezzi termini. Mi sembra che tutta la città e la provincia si sia unita a lei e alla legalità.

Riguardo l’aspetto sportivo non posso nascondere la mia enorme delusione e rabbia per i risultati e la gestione che lei ha condotto come Patron. Lei stesso facendo due numeri non può essere soddisfatto! Alla luce dei risultati sono stati commessi tanti errori, anche se, a mio modo di vedere, tutti in buona fede, tranne la sua improvvisa rinuncia a tutto, a stagione in corso (le allego un papiro del 1829ac dove un gruppo di operai egiziani rinunciano a lavorare perché non sono stati pagati dal faraone; era evidente il crollo della squadra dopo le sue dichiarazione di abbandono; museo egizio di Torino). Mi sembra, quindi, del tutto normale e consequente che la tifoseria e la città sportiva le vadano contro. Il tifoso guarda la classifica e i gol, mai i bilanci. La frustrazione mia e della tifoseria tutta credo abbiano ragioni fondate. Aldilà dei fatti già citati e già condannati, non mi sembra, poi, che la protesta nei suoi confronti assumesse toni fuori dal “normale” e del “lecito”, e, se così non fosse dovrebbe denunciare anche quelli.

Lei è suo figlio adesso avete perso la voglia e le forze per continuare: comprensibile.

Però non è giusto, né corretto che abbandoni adesso facendo fallire il Foggia Calcio e il Calcio a Foggia.

In questa stagione 4800 persone hanno sottoscritto l’abbonamento, l’amministrazione ha sempre risposto presente alle sue chiamate e allo stadio c’erano quasi 7mila tifosi nel play out con il Messina. Ha avuto le sue sponsorizzazioni e ha fatto le sue valutazioni di risanamento di bilancio a febbraio ‘25 con il mercato che lei ha  deciso di fare. Tutto regolare e programmato “a meno del play out”. La magistratura e la polizia di Stato hanno risposto presente alla sua denuncia e hanno fatto il massimo, anzi di più, essendo il Foggia Calcio la prima società di calcio in amministrazione giudiziaria per mafia.

Penso che a questo punto, un imprenditore di rispetto e un uomo di parola va fino in fondo! Secondo me lei l, nel caso abbia deciso di lasciare davvero, deve iscrivere la squadra e, subito dopo, depositare i bilanci insieme a una proposta per il passaggio delle quote al sindaco: Semplice, trasparente e coerente. Con l’amministrazione giudiziaria fare questo è anche più semplice. Faccia lei il prezzo, oltre alla dichiarazione di debitoria aggiornata, ma conti sul fatto che prendere una società di calcio in queste condizioni vale 0€!! 

Se nessuno acquista il Foggia non volendosi addebitare debiti e mafiosi, allora, che Foggia perisca pure delle sue pene, lei avrà fatto il suo! 

Le solite lingue lunghe e maghi da tastiera diranno sicuramente che “… non ci sono i tempi per mettere su la programmazione …” “… il tempo è breve per coprire i prossimi nuovi impegni economici…”, “… ci vuole tempo per studiare le carte”, bla bla bla

Invece la realtà risponde al fatto che a quel punto i “mitici” imprenditori foggiani potrebbero apportare liquidità mediante sponsorizzazioni alle casse della società, in amministrazione giudiziaria, e che l’AD faccia di conseguenza, magari un minimo sindicale. E anche noi tifosi, più disponibili, potremmo fare la nostra parte. Questo darebbe un maggiore respiro per avere i tempi giusti a un “passaggio di quote”, a mio vedere fantomatico.

Nel caso in cui lei non dovesse iscrivere la squadra allora dovrà convivere con il fallimento sportivo, manageriale e personale, sapendo di aver buttato via una tradizione calcistica di 105 anni! E non potrà biasimare che il suo gesto di coraggio passi in secondo piano.

Mauro Fiore

un tifoso