Ci è giunta alla nostra mail la lettera di un tifoso rossonero che chiede di rimanere anonimo. Di seguito la lettera aperta.
“Apro questa lettera ringraziando umilmente e preliminarmente tutti coloro che mi dedicheranno 5 minuti del proprio tempo.
Il Foggia Calcio, tema di questa lettera, non è una questione di secondo piano nella nostra città. Il Foggia, senza perdersi in mille inutili sofismi, è uno dei fattori identitari, culturali e aggreganti, capace di resistere nel tempo all’interno dei nostri cuori. E, lasciatemelo dire, non solo nei cuori dei foggiani, perché il Foggia lo ricordano bene anche a Milano, Roma e Napoli. In queste metropoli, infatti, è sufficiente anche solo accennare alla nostra provenienza, per suscitare il ricordo di una “piccola del sud” che faceva tremare gli squadroni delle grandi città italiane.
Il Foggia degli ultimi 25 anni, tuttavia, è stato molto avaro di emozioni, pressoché assente dai grandi palcoscenici e con un rendimento a tratti catastrofico. A ben vedere, salvo le brevi parentesi dei mister Marino, De Zerbi e Stroppa, abbiamo dovuto digerire solo cocenti delusioni per sconfitte play off, fallimenti, retrocessioni, e, come se non ci fosse mai fine al peggio, abbiamo dovuto ” sciropparci ” ben 2 campionati di serie D (nella speranza di non dover disputare anche il terzo il prossimo anno…).
Tutto questo, ormai, è diventato nauseabondo. INSOPPORTABILE! Lo voglio dire soprattutto a tutti i miei concittadini che spesso sono soliti pronunciare le seguenti parole, a mio avviso dal sapore piuttosto qualunquista: “Foggia ha altri problemi, voi pensate solo al pallone! Pensate anche alle buche delle strade, all’aeroporto e al lavoro che manca ai giovani! Tenit a c’pa freshk!”.
Cari amici, non è affatto così!!! Io stesso, che ho mille faccende da sbrigare nell’arco della giornata, sto trovando il tempo per condividere con voi questo mio pensiero. Non c’è bisogno, dunque, di ricordare tutti i problemi della nostra città, quando ci si approccia all’argomento “pallone”, perché i problemi di Foggia li subiamo ogni giorno sulla nostra pelle, li conosciamo benissimo tutti, nessuno escluso! Pertanto, ritengo che dedicare 10 minuti del nostro tempo quotidiano al Foggia, magari ricordando trasferte e aneddoti “da Zaccheria” con gli amici al bar o sulle chat, sicuramente non aggrava i problemi di cui sopra; come del resto, omettere di trattare l’argomento “calcio a Foggia”, non contribuisce affatto a risolvere le criticità che affliggono la città e la provincia.
In altre parole: non parlare del Foggia, non ripara le buche delle strade cittadine e non insegna ai foggiani ad utilizzare la bici sulle nuovissime e bellissime piste ciclabili !!
Fatta questa opportuna e quanto mai doverosa premessa, bisogna rammentare ai più che il Foggia, oltre ad essere PATRIMONIO IMMATERIALE della nostra città, potrebbe costituire un’occasione unica anche dal punto di vista economico. A tal proposito, basti pensare alla più banale delle conseguenze economiche cui potrebbe dar luogo il Foggia in categorie importanti: esportare il nome di città e provincia fuori dei confini regionali; portare 2000
milanesi/torinesi/romani/napoletani qui e sul Gargano; farli arrivare in aeroporto; costringerli a servirsi dei taxi, ristoranti e alberghi; riempirli di offerte turistiche. Insomma, COSTRINGERLI A CONOSCERCI PER QUELLO CHE SIAMO , aiutandoli ad andare oltre le tristi pagine di cronaca, che spesso i media nazionali ci dedicano in maniera impietosa. Vedete, cari amici foggiani, il Foggia è un’opportunità a 360° per ciascuno di noi!!! ABBIAMO UNA TRADIZIONE DA TUTELARE! DI TEATRINI TRENTENNALI NON SE NE PUO’ PIU’!
Il 12 Maggio la città si è raccolta ancora una volta intorno ai colori ROSSONERI, con l’intento di celebrare nel miglior modo possibile (lockdown da COVID-19 permettendo) i 100 anni del club. Ebbene, devo ammettere che ci siamo riusciti, in quanto abbiamo dato l’ennesima prova di attaccamento a questa maglia. La città, infatti, era tappezzata di bandiere Rossonere come se il Foggia fosse salito di categoria. Inoltre, quando nei giorni successivi è stata lanciata la maglietta celebrativa, dopo pochissime ore circolavano articoli che parlavano di 400 ordini. Ripeto, 400 prenotazioni di magliette in pochissime ore, nonostante, al momento, non sappiamo nemmeno che futuro ci garantirà la società attuale, alla quale comunque sono grato per averci salvato lo scorso anno.
Perché l’amore indissolubile per il Foggia, nei fatti, non solo MERITA RISPETTO , ma va oltre le società, i mister e i singoli calciatori che ne vestono la casacca. Qualcosa di unico e speciale. Direi difficile da riscontrare in altre piazze. Come, d’altronde, è stato difficile riscontrare nelle altre piazze i numeri fatti registrare da noi durante i due bienni targati De Zerbi e Stroppa. Una folla oceanica che ha invaso le principali arterie stradali italiane, al solo scopo di non lasciare il Foggia senza il suo tifo. Ci hanno ammirato con stupore finanche a Parma, non proprio l’ultima piazza per importanza calcistica in Italia. Quel giorno, nel corso della mattinata, abbiamo visitato educatamente la città ducale.
Dopodiché, ci siamo diretti verso lo stadio Tardini, dove siamo riusciti addirittura nell’impresa di ammutolire il pubblico di casa anche sul 3-1 per loro, nonostante la consapevolezza, ormai matura, che i sogni play-off per la serie A quel giorno fossero svaniti nel nulla. Sembrava di essere tornati indietro di 30 anni, ai tempi della serie A!
Una folla, come dicevamo, ammirata e osannata ovunque, anche perché in massa (mai meno di 2000 unità da Vercelli a Salerno) abbiamo lasciato tanti soldini nelle città del centro-nord . Ci attendevano a braccia aperte lì !! Eppure, nonostante i predetti attestati di stima e ammirazione, come sempre succede in questi casi, la folla in questione è stata del tutto ignorata quando ha chiesto aiuto. A Foggia non sono arrivati i Lotito, i De Laurentiis, I Della Valle, i cinesi, gli arabi, gli americani ecc… a dirla tutta, non sono arrivati nemmeno i foggiani stessi!! E così siamo finiti di nuovo in D, disperdendo quanto di buono è stato fatto dal 2012 in poi, grazie anche a dirigenze povere, ma con tanto cuore, come i Lo Campo.
Ma alla tragedia appena descritta, simile ad una nave lasciata affondare mentre tutti sapevano che a bordo c’era una grande piazza che non meritava affatto l’ennesima sciagura sportiva, se ne aggiunge un’altra: nel giorno del centenario – badate bene, 100 anni – nella testa di ciascuno di noi, sui social, nelle chat e tra gli amici, si parlava dei pionieri del 1920, dei personaggi epici degli anni 60, degli eroi degli anni 70 e della giostra di Zemanlandia.
Quindi, ricordi legati alle figure di Nocera, Pirazzini, Pugliese, Zeman, Baiano, Maestrelli, Signori, Bordon, Roy, Memo, Mancini, Shalimov, ecc…
Nel giorno del centenario non si poteva fare diversamente, mi direte voi, in quanto la storia, soprattutto se gloriosa come la nostra, non va solo ricordata, ma anche onorata! Tuttavia, una grossa lacuna è passata in secondo piano: qualcuno, quel giorno, ha mai parlato degli ultimi 30 anni E DEL PRESENTE del Foggia? Eccetto le brevissime parentesi summenzionate, relative a De Zerbi, Marino e Stroppa,- ripeto – qualcuno ha parlato degli ultimi 30 anni di Foggia Calcio? A me è sembrato di festeggiare i 70 anni del Foggia, anziché i 100 anni. Degli ultimi 30 non se n’è parlato -a mio avviso- perché ci hanno lasciato davvero poco. Tre decenni fallimentari sono andati via e non torneranno più! I ragazzi foggiani nati tra gli anni 80 e 90 vedranno la serie A, se va bene, alla soglia dei 40 anni (sarebbe già un miracolo!).
Pertanto il quesito è il seguente, e ve lo pongo nella maniera più semplice possibile, senza portarvi via altro tempo: vogliamo fare qualcosa per iniziare a cambiare le cose nella città, a cominciare proprio dal calcio? Vedo campi storici cittadini, tipo il San Paolo, il Degli Ulivi, i campi della zona nord di Foggia totalmente abbandonati a se stessi e nell’incuria più totale. Vogliamo risollevarci si o no? Vogliamo diventare attrattivi e inclusivi anche per capitali esterni si o no? Vogliamo fare quel salto di qualità, che pure abbiamo nelle corde e nei talenti di questa terra, si o no? Vogliamo riprenderci ciò di cui ci hanno privato, si o no??????????????
Il momento di risorgere come comunità cittadina e provinciale è adesso . Domani sarà già tardi!! Tra i modi per risorgere c’è anche quello relativo al calcio cittadino, che dovrebbe fungere da volano economico. Anzi, direi relativo allo sport in generale, che identifica la qualità di vita e il grado culturale di una comunità, rappresentando un modello di insegnamento per i più giovani, nonché una via di salvezza dalle insidie presenti nelle strade, soprattutto ora in tempi di crisi con la malavita pronta a fare proselitismo. Foggia ha regalato campioni di livello olimpionico, europeo e mondiale anche al pugilato e alla scherma. Ma si è distinta anche in altre discipline come nuoto e atletica.
Abbiamo istruttori in questi sport che ci invidiano in tutta Italia. Li teniamo a Foggia. Pensateci. Torniamo ad esser grandi, prima che sia troppo tardi! FORZA FOGGIA!
PS. La scelta di rimanere anonimo è dovuta alla volontà di lanciare un messaggio che sia il più neutro possibile, senza identificarlo necessariamente in una persona. L’obiettivo è riuscire a fare fronte comune! A scanso di dubbi ed equivoci, non sono né un politico, né tantomeno un ultras, un giornalista, un imprenditore ecc… Sono un tifoso della propria città e della squadra della propria città, come ne esistono milioni nel mondo. Perché, come recitava un vecchio titolo di giornale: “juve o milan? meglio il Foggia!”… MA SEMB aggiungerei io!”